23/12/2024
Dicembre è l’ultimo mese dell’anno, e come consueto porta a concludere l’anno in grande stile, portando con sè due eventi molto sentiti: il Natale e l’inizio del nuovo anno.
Per molti questo è un momento di unione, pieno di gioia e serenità, ma per chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare queste feste possono diventare un momento molto delicato e temuto, questo infatti porta spesso ad innalzare muri e distanze, rendendo difficile non solo comunicare, ma anche chiedere aiuto, soprattutto in quei momenti in cui ce n’è più di bisogno.
Se qualcuno vicino a te sta affrontando un percorso complicato con il cibo o se tu stesso ti trovi in questo vortice, nessuna paura! Ecco qualche piccolo spunto per affrontare insieme le feste!
• Il contesto
Un piccolo gesto che può fare tanta differenza, è ridurre, se non evitare, discorsi o temi inerenti al cibo, all’alimentazione e al mangiare sano. Detti senza l’intento di ferire, possono però innescare una catena di pensieri legati alla malattia. Attenzione, con questo non voglio dire che basta non parlarne affinché si possa stare bene, ma questo può aiutare a non caricare una giornata già piena di stimoli.
In questa categoria rientrano tutta una serie di frasi come: “ma quanto ne mangi?”, “Ma non ti sazi mai!”, “Dai prendine ancora”, “Ma non mangi nulla”; ma anche “Stasera digiuno”, “Sono giorni che non mangio per questa cena”.
Meglio optare piuttosto per argomenti generici, come parlare di hobby, viaggi o esperienze fatte!
Attenzione a non trascurare i dettagli, per cui si consiglia spostare la bilancia, chiuderla nell’armadio o metterla in un posto non noto, in modo che non sia a disposizione nel disturbo durante la festività.
• A tavola
Anche se a molti può sembrare un azzardo, provare a coinvolgere chi soffre nella preparazione delle pietanze, così come della tavola, può essere di grande supporto, perché può aiutare ad allontanare i pensieri negativi sul cibo, supportando l’idea che si stia realizzando qualcosa per sè e per gli altri, slegato dal pensiero che si sia lì solamente per mangiare. Attenzione però, chiedere di provare è utile e funzionale, ma non è necessario insistere, se la proposta non viene accolta significa che ancora non ci sente pronti ad affrontare questo step.
• Momenti liberi
Durante le giornate di festa il tempo si dilata e il pasto è solo una piccola parte, i momenti di “noia” sono dietro l’angolo, così come cadere nel pensiero reiterato. Per fronteggiare ciò preparare più attività da fare durante la giornata, e che possano riempire attivamente i vuoti; esempi pratici possono essere giocare ad un gioco da tavolo, guardare un film, fare un’attività che dia spazio alla creatività o anche una bella passeggiata.
Questi suggerimenti non sono certamente la soluzione al problema, ma possono aiutare sia chi soffre di un disturbo alimentare, ma anche familiari, genitori, nonni, amici che si ritrovano a camminare al loro fianco e che vorrebbero aiutare a rendere il periodo delle feste un po’ più sereno, perché il momento di festa è prima di tutto un momento di unione e vicinanza, l’occasione per ricongiungersi con i propri cari, e costruire nuovi ricordi, indipendentemente da cosa poi ci sarà nel piatto
Dott.ssa Giulia Iacono
Biologa Nutrizionista