
29/07/2025
Succede più spesso di quanto immaginiamo.
Un bambino a tavola con il tablet tra le mani. Un genitore che risponde a una notifica mentre il figlio cerca il suo sguardo. Il silenzio che si riempie di pixel, invece che di parole.
Secondo l’OCSE, il 17% dei bambini oggi prova ansia o nervosismo lontano dagli schermi. Ma la vera questione non è quanto tempo passano online, bensì cosa rappresenta quello schermo nella loro vita.
Per molti, è diventato un rifugio emotivo. Un luogo, spesso l’unico, in cui sentirsi al sicuro. Ma se lo schermo si sostituisce alla relazione, non bastano limiti o regole.
Educare alla tecnologia significa educare alla presenza. A esserci davvero, come adulti capaci di contenere, dare senso, offrire alternative affettive.
Nel nostro lavoro ci occupiamo anche di sicurezza, non solo nei luoghi fisici ma anche nelle relazioni: educare vuole anche dire costruire spazi in cui stare bene insieme, dentro e fuori lo schermo.
Perché i bambini imparano osservando. E la vera educazione digitale inizia molto prima del primo cellulare. Inizia quando trovano qualcuno disposto a guardarli negli occhi.
E voi, cosa ne pensate?