23/10/2024
Con lo sviluppo della pratica meditativa, i meditanti possono fare esperienza di strane percezioni di vario tipo. Nella meditazione del respiro, per esempio, si può arrivare ad un punto in cui questo sembra scomparire completamente. Ancor prima, i meditanti possono avere a che fare con un'ampia varietà di distorsioni della percezione, tra cui immagini o suoni mentali molto vividi.
Gli errori più comuni commessi riguardo a questi fenomeni sono fascinazione, paura e dubbio.
Nel caso di praticanti che bramano di vivere esperienze straordinarie per validare i loro sforzi, la fascinazione è il principale pericolo. Coloro che inducono in esperienze simili ne diventano ossessionati e provano disappunto e demotivazione quando non riescono ad accedervi: così la loro pratica va fuori strada.
La seconda trappola si chiama paura: alcuni vivono la perdita improvvisa del loro abituale senso del sé come una cosa profondamente minacciosa. Ciò può portare all'abbandono della meditazione, per l'incapacità di sostenere il pensiero di ripetere un'esperienza simile.
La terza trappola è il dubbio. Pensieri del tipo "Cos'è questo?", "Cosa sta accadendo?", "E adesso cosa faccio?" allontanano la mente della meditazione.
In tutti questi casi, la cosa più importante da tenere a mente è che tutti i fenomeni condizionati - senza eccezione - sorgono e cessano e non sono il sé. La mente stabile, radicata nella consapevolezza e nella chiara comprensione, è concentrata sulla natura processuale di questi fenomeni. Il contenuto delle esperienze - che siano esse piacevoli o spiacevoli, che incoraggino o meno fascinazione, paura o dubbio - non è importante.
Ajahn Jayasāro, 19 ottobre 2024