05/02/2025
𝐌𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐨𝐢 𝐦𝐢 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐛𝐢𝐨𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞. 𝐢 𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐨𝐯𝐯𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐥𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢, 𝐦𝐚 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚, 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐚𝐬𝐬𝐮𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐚𝐫𝐠𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. 🦠🧠
La maggior parte delle persone non associa i microrganismi (batteri, virus, prioni etc.) che vivono nel nostro tratto digestivo a disturbi psichiatrici come la depressione.
Tuttavia, studi recenti hanno stabilito che la depressione è associata a un'alterazione della composizione del microbiota intestinale che influenza il cervello (Figura sotto ⬇️). Il microbioma intestinale è costituito dall'insieme di batteri, funghi e virus ospitati nel tratto gastrointestinale che hanno un impatto misurabile sul cervello.
Senza dubbio, il disturbo depressivo maggiore è considerato una malattia del "cervello" e un trattamento efficace richiede la comprensione dei fattori neurobiologici. Tuttavia, il cervello non esiste in modo isolato ed è integrato nella fisiologia generale dell'individuo ed è innegabile che questo disturbo abbia un impatto diretto sul corpo. La depressione produce comunemente sintomi somatici, come disturbi del sonno, perdita/aumento di peso e agitazione/ritardo psicomotorio, oltre a sintomi cognitivi come sentimenti di depressione dell’umore, perdita di piacere, difficoltà di concentrazione e pensieri suicidi.
Alcuni dei possibili percorsi fisiologici che potrebbero contribuire ai cambiamenti della funzione cerebrale associati alla depressione includono il sistema immunitario, l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e la presenza di una malattia precedente.
Gli studi hanno dimostrato che il microbioma intestinale influenzi fattori psicologici come stress, ansia, sintomi depressivi e comportamento sociale. Questo asse microbioma-intestino-cervello può essere mediato da vari meccanismi, tra cui vie (“pathways” nell’immagine sotto ⬇️) neurali, immunitari ed endocrini che sono rilevanti per i disturbi psichiatrici. Si ipotizza che questi microrganismi possano anche produrre varie sostanze chimiche neuroattive che modulano i livelli dei neurotrasmettitori. Ad esempio, una recente ricerca ha scoperto che l'abbondanza relativa di bacteroides è associata negativamente a segnali cerebrali di depressione, suggerendo che l’acido gamma-amminobutirrico (“GABA”, il principale neurotrasmettitore inibitore del cervello) derivato dai batteri può svolgere un ruolo nell'asse microbioma-intestino-cervello. In altre parole, i microbi intestinali influenzano il rilascio di e , entrambi neurotrasmettitori associati alla depressione e ad altri disturbi psicologici. Inoltre, l'alterazione dell'equilibrio microbico intestinale (la cosiddetta “disbiosi”) può portare a squilibri nei neurotrasmettitori, all'infiammazione o a una maggiore attività dell'asse HPA che regola la risposta allo stress.
Ciò suggerisce che il microbiota può potenzialmente contribuire ai livelli di questi neurotrasmettitori nel cervello e nell'intestino, alterando il funzionamento del cervello in modo indiretto attraverso cambiamenti negli stati infiammatori e nello stato immunitario.
La comorbilità dei problemi gastrointestinali con le malattie psichiatriche supporta anche il ruolo dell'asse microbioma-intestino-cervello nella biologia e nella psicologia umana. Numerosi studi riportano associazioni tra la composizione del microbioma intestinale e condizioni come l'autismo, la depressione e la schizofrenia.
Le ricerche condotte nell'ultimo decennio hanno dimostrato che il microbioma intestinale interagisce con il sistema nervoso centrale e queste scoperte hanno il potenziale per favorire lo sviluppo di nuovi trattamenti per patologie come l'autismo e la depressione.
Voci bibliografiche.
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Figura sotto ⬇️. Il ruolo del intestinale sulle patologie psichiatriche come la , la , la e il disturbo . L'alterazione dell'equilibrio del intestinale ( ) può portare a squilibri nei , o a un'intensificazione dell'attività dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (asse ) che regola la risposta allo .