21/02/2024
Quel nodo.. chi lo capisce?
Quando tutto intorno a noi sembra “normale” e noi ci sentiamo dei satelliti..
Preferiamo restare in panchina a guardare, anziché giocare la partita, e ci va bene così:
perché fa meno male, perché stare in panchina è già uno sforzo sufficiente..
Alla fine, dopo aver rischiato così tante volte, è meglio proteggersi e giocare d’anticipo..
Quel nodo, quando viene sollecitato, sa farsi sentire.. eccome se ci riesce..
Ma il problema non è il nodo, il problema è conviverci nascondendolo agli altri, perché sai che gli altri non ti capirebbero. Mai abbastanza.
E ti ricopri di maschere e sorrisi finti che tu stessa detesti, cerchi di scansare i volti degli altri per non sforzarti di fingere e ti chiedi quando puoi smetterla di stare sul palcoscenico e finalmente ritornare nei tuoi panni.
Allora abbracci il tuo nodo che, anche se ti fa male, ti fa sentire autentica, non devi fingere con lui, puoi essere te stessa.
Perché pur rappresentando il tuo dolore, è l’unica certezza che hai sempre avuto. Anche se gli altri non l’hanno mai osservato.
E solo da quel dolore, un giorno, qualcosa fiorirà.. tu continua a sperare: nel tuo dolore, la speranza rimane l’unica salvezza ❤️