Emilia Genta

Emilia Genta psicologa psicoterapeuta

SAVE THE DATE Un importante e irrinunciabile  datasabato 4 maggio 2024 dalle 8.30 alle 17.30 L'AMBIENTE CHE CURASIPNEI S...
09/04/2024

SAVE THE DATE Un importante e irrinunciabile data

sabato 4 maggio 2024 dalle 8.30 alle 17.30 L'AMBIENTE CHE CURA

SIPNEI Società Italiana di Psico-neuro-immunologia organizza una giornata di ricerca, riflessione e studio a Firenze, all'Auditorium di Sant'Apollonia in via San Gallo 25.

Studiosi, ricercatori, professionisti di varie discipline si confrontano sull'importanza del prendersi cura dell'ambiente, interno ed esterno, nelle sue diverse declinazioni, ambiente fisico, relazionale, sociale.

Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso.
José Ortega y Gasset

L'evento è gratuito, aperto a ogni cittadino responsabile e consapevole e ai professionisti del settore, ma per consentire la migliore organizzazione è necessario iscriversi qui
https://forms.gle/c6FVzQJXE1LYJuwGA

Vi aspettiamo

QUANDO IL MIO BAMBINO PROPRIO NON LO SOPPORTODr.Alessandro Bianchi, Dr.ssa Emilia Genta�Istituto di Psicologia Funzional...
27/03/2024

QUANDO IL MIO BAMBINO PROPRIO NON LO SOPPORTO
Dr.Alessandro Bianchi, Dr.ssa Emilia Genta�Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze
Non capita solo agli insegnanti avere difficoltà a relazionarsi con alcuni bambini; accade anche ai genitori con il proprio figlio/a. È anzi normale che qualche volta (non sempre), in alcuni periodi o per alcune cose questo bambino proprio non lo si sopporti. Non è un vissuto facile per il genitore, pare brutto, e spesso si associa a un doloroso senso di impotenza.
Sento che i miei strumenti sono spuntati, ciò che faccio non incide sul bambino come vorrei, è lui che guida e comanda e non io, mi par d’essere il suo servitore, sto in apprensione perché anche se ora è tranquillo potrebbe per un nonnulla fare una scenata ...
Le emozioni sono variegate e non piacevoli; la frustrazione genera dal senso di colpa alla rabbia, ansia e umore depresso, l’autostima rischia di scendere sotto i piedi, a volte con ricadute su altre aree di vita (rapporto di coppia, lavoro, tempo libero ...).
Possono discendere da atteggiamenti del bambino con i quali ho difficoltà a rapportarmi, ma è anche possibile che una quota determinante della difficoltà sia aspecifica e che il bambino sia solo l’occasione per l'espressione di un disagio più generale che viviamo in un momento particolare della nostra vita (lavorativa e non). Questo secondo filone sembrerebbe puntare sullo stress: é un momento pesante che sta mettendo a dura prova la nostra capacità di resilienza.
I 2 filoni su cui merita riflettere non si escludono a vicenda, ma possono partecipare ambedue, in una miscela variabile, a determinare il disagio con quello specifico bambino.
Per una semplice valutazione quantitativa del problema possiamo provare a rispondere al seguente semplice questionario, scegliendo una sola risposta alle 2 affermazioni e sommando il punteggio delle risposte.
In questo periodo mi sento stanca/o
per niente (0); un po’ (1); abbastanza (3): molto (4)
In questo periodo mi sento impotente col mio bambino/a
per niente (0); un po’ (1); abbastanza (3); molto (4)
Se la somma combinata dei punteggi supera 3 vale la pena di approfondire le riflessioni precedenti. Se supera 4 è necessario.

ISTITUTO DI PSICOLOGIA FUNZIONALE DI FIRENZE
Viale Belfiore,40 Firenze
Per info: 0554633847-3281187205
Centro di intervento per la promozione della salute, la formazione, il sostegno alla genitorialità�CONSULENZA ONLINE PER INSEGNANTI E GENITORI

QUANDO IL MIO BAMBINO PROPRIO NON LO SOPPORTODr.Alessandro Bianchi, Dr.ssa Emilia Genta�Istituto di Psicologia Funzional...
27/03/2024

QUANDO IL MIO BAMBINO PROPRIO NON LO SOPPORTO
Dr.Alessandro Bianchi, Dr.ssa Emilia Genta�Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze
Non capita solo agli insegnanti avere difficoltà a relazionarsi con alcuni bambini; accade anche ai genitori con il proprio figlio/a. È anzi normale che qualche volta (non sempre), in alcuni periodi o per alcune cose questo bambino proprio non lo si sopporti. Non è un vissuto facile per il genitore, pare brutto, e spesso si associa a un doloroso senso di impotenza.
Sento che i miei strumenti sono spuntati, ciò che faccio non incide sul bambino come vorrei, è lui che guida e comanda e non io, mi par d’essere il suo servitore, sto in apprensione perché anche se ora è tranquillo potrebbe per un nonnulla fare una scenata ...
Le emozioni sono variegate e non piacevoli; la frustrazione genera dal senso di colpa alla rabbia, ansia e umore depresso, l’autostima rischia di scendere sotto i piedi, a volte con ricadute su altre aree di vita (rapporto di coppia, lavoro, tempo libero ...).
Possono discendere da atteggiamenti del bambino con i quali ho difficoltà a rapportarmi, ma è anche possibile che una quota determinante della difficoltà sia aspecifica e che il bambino sia solo l’occasione per l'espressione di un disagio più generale che viviamo in un momento particolare della nostra vita (lavorativa e non). Questo secondo filone sembrerebbe puntare sullo stress: é un momento pesante che sta mettendo a dura prova la nostra capacità di resilienza.
I 2 filoni su cui merita riflettere non si escludono a vicenda, ma possono partecipare ambedue, in una miscela variabile, a determinare il disagio con quello specifico bambino.
Per una semplice valutazione quantitativa del problema possiamo provare a rispondere al seguente semplice questionario, scegliendo una sola risposta alle 2 affermazioni e sommando il punteggio delle risposte.
In questo periodo mi sento stanca/o
per niente (0); un po’ (1); abbastanza (3): molto (4)
In questo periodo mi sento impotente col mio bambino/a
per niente (0); un po’ (1); abbastanza (3); molto (4)
Se la somma combinata dei punteggi supera 3 vale la pena di approfondire le riflessioni precedenti. Se supera 4 è necessario.

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13/03/2024
QUANDO L'INSEGNANTE QUEL BAMBINO PROPRIO NON LO SOPPORTA Dr.Alessandro Bianchi, Dr.ssa Emilia Genta�Istituto di Psicolog...
05/03/2024

QUANDO L'INSEGNANTE QUEL BAMBINO PROPRIO NON LO SOPPORTA
Dr.Alessandro Bianchi, Dr.ssa Emilia Genta�

Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze
Non c’è niente di pedagogicamente scorretto. Come accade con le persone adulte, anche con alcuni bambini è difficile entrare in relazione e a volte ci risultano cordialmente antipatici. La differenza con gli adulti è che col bambino non possiamo fare a meno di interagire ed è nostro compito cercare di superare la difficoltà. Buttiamo quindi via i sensi di colpa e cerchiamo di capire cosa sta avvenendo.
Sono 2 le direttrici della riflessione che proponiamo:
Perché proprio quel bambino?
In questo periodo la mia capacità di sopportazione è scarsa?
Nel primo caso
Può essere utile ascoltare noi stessi anziché (come spesso facciamo) solo osservare i comportamenti che potrebbero portarci a etichettarlo come agitato, aggressivo, provocatorio, incontenibile ecc.... Cioè riflettere sulla tipologia del disturbo che il bambino ci provoca. Che emozioni ci suscita? Ci sentiamo frustrate/i? Proviamo rabbia, tristezza, allarme...?
Dato che queste emozioni non hanno l’esclusiva, possiamo chiederci quando e quanto nella nostra vita esse sono presenti, per evidenziare una nostra specifica sensibilità.
Nel secondo caso
È possibile che una quota determinante della nostra difficoltà sia aspecifica e che il bambino sia solo l’occasione di un disagio più generale che viviamo in questo momento della nostra vita (lavorativa e non). Questo filone punta sullo stress e sull’esaurimento della nostra capacità di resilienza messa a dura prova.
I 2 filoni di riflessione non si escludono a vicenda, ma partecipano ambedue, in una miscela variabile nel determinare il disagio con quello specifico bambino.
Per una semplice valutazione quantitativa del problema possiamo provare a rispondere al seguente questionario.
Per filone 1 (Perché proprio quel bambino?)
Quel bambino mi mette in difficoltà: per niente (0); un po’? (1); abbastanza (3): molto (4)
Per filone 2 (In questo periodo la mia capacità di sopportazione è scarsa?)
In questo periodo mi sento stanca/o: per niente (0); un po’? (1); abbastanza (3): molto (4)
Se la somma combinata dei punteggi supera 3 vale la pena di approfondire le riflessioni precedenti. Se supera 4 è necessario.
Nei prossimi post approfondiremo l’argomento; sia dal punto di vista degli insegnanti che dei genitori.
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