22/12/2024
"No, non ci ho ripensato. Non ho buoni propositi per il nuovo anno" mi rivolgo all'amica con cui di recente mi sono confrontata su questo punto. Eppure la vignetta di mi ha suscitato una riflessione che sento di condividere come un augurio allargato, che mi faccio e ti faccio: splendi, brilla, emana, rifletti, illumina, nonostante le tue zone d'ombra.
Pensandoci, l'incontro con grandi e piccoli è un continuo allenamento per me in questo senso, fare emergere la luce immensa di cui sono portatori.
Tra i banchi di scuola, supportando settenni che pure quando inciampano tra lettere, numeri e comportamenti da regolare, dico loro che valgono molto di più per la qualità dei loro pensieri.
Tra le stanze delle case delle famiglie che mi accolgono per supportare i loro piccolini, che pure quando apparentemente non è la giornata giusta, evidenzio a voce alta ogni piccolo successo di apprendimento e cambiamento.
Tra gli appunti nello studio dove ho fatto esperienze clinica e ascoltato narrazioni di vita, che pure quando iniziavano peggio rispetto al lieto fine della volta precedente, quelle persone hanno terminato il progetto con un interruttore in più a loro disposizione.
Tra gli odori di classi adolescenziali, che di recente mi hanno invasa, si stanno aprendo finestre letteralmente e metaforicamente, per fare entrare aria nuova.
Tra le chat di famiglia e amici, che nonostante la lontananza e la stanchezza di certi giorni, l'autentica presenza annienta la distanza.
(...)
A proposito delle zone d'ombra, quando prevalgono, mi chiedo: "Vogliamo capire cosa diavolo sta succedendo?
Perché non accada più." È questa la promessa che (mi) fa la terapia, così mi prendo il mio spazio per lavorarci.
Se non si fosse capito, sono grata per tutto questo e spero di continuare a nutrire l'intenzione e la volontà (per me, procrastinatrice seriale, talloni di achille) di accendere luci.