Federica Rossi, PhD Ginecologa

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Federica Rossi, PhD  Ginecologa Mi occupo della salute della donna
dall'adolescenza alla menopausa
Terapia ormonale bioidentica

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“Dottoressa, da quando sono in menopausa la mia pancia è sempre più gonfia! Nonostante la dieta e mille sforzi, la situa...
18/05/2024

“Dottoressa, da quando sono in menopausa la mia pancia è sempre più gonfia! Nonostante la dieta e mille sforzi, la situazione non migliora. Cosa mi sta succedendo?” Facciamo chiarezza.

Tra i tanti sintomi che noi donne sperimentiamo durante la fase di transizione e la menopausa, ve n'è uno che preoccupa molte pazienti: l’aumento del volume addominale dovuto a un insolito gonfiore. A questa condizione si possono associare anche dolore addominale, flatulenza, diarrea e stipsi.
Tale condizione è spesso sottovalutata e misconosciuta e rappresenta una entità clinica di difficile interpretazione.
Ma cosa c’è sotto questa tanto temuta e fastidiosa condizione? Quali sono i fattori scatenanti? Disbiosi intestinale Squilibrio ormonale Stress Dieta Disturbi del sonno Scarsa attività fisica Chirurgia addominale Endometriosi
Che ci sia poi una chiara partecipazione degli ormoni nella genesi della sindrome del colon irritabile lo dimostrano numerosi studi scientifici. Uno studio internazionale ha dimostrato che la permeabilità intestinale aumenta nella donna a partire dalla fase di transizione fino alla menopausa. Questa correlazione temporale tra i sintomi e lo stato ormonale, sembrerebbe spiegare il ruolo svolto dagli ormoni nella salute del nostro intestino.
Quando aumenta la permeabilità, l’intestino assume le sembianze di uno scolapasta e non è più in grado di svolgere la sua azione di check-in check-out per nutrienti e tossici.
Questa condizione, alimenta a sua volta un fuoco infiammatorio che è la madre di tutte le malattie: l’infiammazione di basso grado. Ma attenzione! Se si rientra in una o più delle condizioni di seguito descritte, è obbligatorio sottoporsi a ulteriori accertamenti: dimagrimento involontario; rettorragia; familiarità per tumori del colon e/o ovaio; anemia; alterazioni dell’alvo da più di 6 settimane.

Quali interventi proporre per migliorare la sintomatologia?1. Identificare il tipo di disbiosi attraverso lo studio del microbiota intestinale.
2. Proporre soluzioni nutrizionali ad hoc.
3. Integrazione ragionata con probiotici, prebiotici e posbiotici.
4. Terapie ormonali personalizzate con particolare attenzione alla scelta della via di somministrazione.

QUANDO INIZIARE UNA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (TOS)?Il timing è un criterio fondamentale per assicurare una buona riu...
11/05/2024

QUANDO INIZIARE UNA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (TOS)?
Il timing è un criterio fondamentale per assicurare una buona riuscita della terapia e la salvaguardia della salute della donna.

Cogliere “la finestra di opportunità” significa agire precocemente sulla prevenzione dei fattori di rischio.

A sostegno di quanto detto, studi scientifici internazionali hanno dimostrato che l’introduzione precoce della TOS conferisce protezione cardiovascolare alle donne “user” rispetto alle “non user”.

CHE DIFFERENZA C'È TRA UNA TOS CLASSICA E UNA CON ORMONI BIOIDENTICI (BHRT)?
La TOS classica è una taglia unica: non si tratta di una terapia personalizzabile e come tale è uguale per tutti.

Non richiede un controllo ematico seriato né una valutazione ragionata del ginecologo.

La BHRT è un vestito costruito su misura, una terapia dinamica che segue la risposta della paziente e le sue necessità. È il risultato di una serie di valutazioni mirate da parte del medico che cuce come un sarto un abito su misura della donna.

COME IMPOSTARE UNA TOS?
Corretta selezione del paziente.
Timing di inizio.
Terapia ormonale personalizzata: non esiste un dosaggio ideale per tutte le donne offrire la combinazione ormonale “su misura” offrire vie di somministrazione “su misura”

PERCHÉ SCEGLIERE LA TOS QUANDO POSSIBILE? QUALI VANTAGGI?
La TOS è la terapia più efficace per il trattamento dei sintomi a breve termine quali: sintomi vasomotori; sintomi urogenitali.

Possono però migliorare anche sintomi collaterali meno conosciuti e riconducibili al calo ormonale come: dolori osteoarticolari e muscolari; alterazione del tono dell’umore; modificazioni del ritmo sonno-veglia; funzione sessuale; qualità di vita.

Se non presenti fattori di rischio e sei candidabile alla terapia ormonale sostitutiva cogli l’opportunità di migliorare la tua qualità di vita. Non aspettare!

Conosci la ginecologia di precisione? La modulazione del microbiota va**nale può migliorare i risultati della TOS nei ca...
23/04/2024

Conosci la ginecologia di precisione?
La modulazione del microbiota va**nale può migliorare i risultati della TOS nei casi di atrofia vulvo-va**nale (AA.VV.). In alcuni casi la terapia locale con estrogeni non ristabilisce completamente la corretta lubrificazione va**nale generando un sentimento di prostrazione nelle pazienti che, pur sottoponendosi a lunghi cicli di terapie locali, non vedono migliorare sensibilmente la propria condizione.
Perché questo accade?
Molti aspetti di atrofia tissutale correlano con la presenza o l’assenza del L. Crispatus: un lattobacillo che gode di numerose proprietà protettive per l’ambiente va**nale.
In particolare, in menopausa assistiamo a una netta diminuzione dei lattobacilli va**nali con conseguente diminuzione delle difese naturali, ecco perché si hanno frequenti episodi di vaginiti e cistiti.

Una donna con vaginotipo (CST) ricco di lattobacilli ha un rischio 25 volte più basso di sviluppare un’atrofia vulvova**nale (1).
Affinché vi sia una giusta risposta alla terapia estrogenica locale è necessaria la presenza in va**na di qualche elemento lattobacillare. Ne consegue che:
- somministrare estriolo locale senza aver ripopolato la va**na di lattobacilli potrebbe essere una scelta infruttuosa;
- nelle donne con parziale contenuto lattobacillare le chance di successo sono 3 volte maggiori di quelle calcolate in donne con vaginotipo non contenente lattobacilli (2).

Cosa fare?
- Individuare il vaginotipo (CST) attraverso l’analisi del microbiota va**nale.
- Ripopolare la va**na con particolari ceppi di lattobacilli per migliorare la risposta alla terapia ormonale locale.

La medicina di precisione nella sfera ginecologica potrebbe essere la soluzione nei casi più difficili.

Parliamone!

Referenze:1) Brotman RM. Menopause 2018; 25(11):1321-13302) Mitchell CM. Menopause 2018; 25(5): 500-507

Vi aspetto su Instagram mercoledì 10 aprile per una diretta che mi vedrà insieme a Gloria Morasca, educatrice sessuale e...
08/04/2024

Vi aspetto su Instagram mercoledì 10 aprile per una diretta che mi vedrà insieme a Gloria Morasca, educatrice sessuale e founder di Sensual Guru e al Dott. Francesco Zanella, specialista in terapie personalizzate.

🗓️ 10 aprile 2024
⏰ Ore 18:00

Non perdere la diretta Instagram di mercoledì 10 aprile, che avrà come ospiti la Dott.ssa Federica Rossi, PhD Ginecologa, esperta in terapie ormonali bioidentiche e nel trattamento della menopausa, Gloria Morasca, educatrice sessuale e founder di Sensual Guru e il Dott. Francesco Zanella, specialista in terapie personalizzate.

🌱 Quando scegliere una terapia ormonale bioidentica?
🌱 Come sviluppare una terapia bioidentica?
🌱 Quali vantaggi per la paziente?

Se hai delle domande puoi lasciarle nei commenti, risponderemo durante la diretta!
Ti aspettiamo! 🙌

L’ultima mestruazione è il momento che definisce la fine della stagione fertile della donna e l’inizio della menopausa. ...
07/04/2024

L’ultima mestruazione è il momento che definisce la fine della stagione fertile della donna e l’inizio della menopausa. Il criterio temporale è l’elemento che connota l’ingresso della donna in menopausa: possiamo parlare di menopausa conclamata trascorsi almeno 12 mesi dall’ultimo ciclo mestruale.
Questo periodo però è preceduto da un periodo piuttosto lungo di cambiamento che può durare anche alcuni anni e che prende il nome di fase di transizione. Cosa accade durante il periodo di transizione? Dal punto divista ormonale questa fase è governata da una grande instabilità:
- prevalenza estrogenica e deficit estrogenico (up and down di estrogeni);
- deficit di progesterone;
- diminuzione progressiva di testosterone e DHEA;
- possibile alterazione della tiroide;
- aumento del cortisolo.

Quali sintomi?
Si osservano per lo più i sintomi dell’estrogeno dominanza quali: insonnia, aumento di peso, brain fog, ritenzione idrica, cefalea, instabilità emotiva, alterazione del ciclo mestruale e flussi abbondanti. Talvolta, nelle condizioni di down estrogenico, appaiono anche vampate e secchezza va**nale.

Quali soluzioni?
L’obiettivo è ripristinare un equilibrio ormonale per quanto possibile e possiamo farlo in due modi:
- se la paziente desidera una sicurezza contraccettiva è possibile offrire un contraccettivo ormonale, meglio se contenente estrogeni naturali;
- se invece non interessa l’aspetto della contraccezione è possibile cucire una terapia su misura della paziente. In questi casi è sempre utile integrare progesterone bioidentico, talvolta anche gli estrogeni bioidentici se prevalgono i sintomi da deficit estrogenico. - Utile l’integrazione di testosterone bioidentico e DHEA bioidentico se particolarmente ridotti.

Perché è importante “non chiudere un occhio” durante la fase di transizione?
Lo squilibrio ormonale non solo genera sintomi che peggiorano la qualità di vita della donna, ma rappresenta anche un trigger per talune patologie slatentizzandone l’espressione.
Un classico esempio è rappresentato dai disturbi dell’umore che classicamente peggiorano intorno alla menopausa.

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