LabArte Rita Campolo

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Il Leone, archetipo dell’Eroe e del Sovrano, incarna la luce piena, questo bisogno primordiale di brillare, di affermars...
19/08/2025

Il Leone, archetipo dell’Eroe e del Sovrano, incarna la luce piena, questo bisogno primordiale di brillare, di affermarsi, di esistere nel proprio centro. Cos’è questo centro? Dove pulsa il vero potere del Re?
Il Leone è legato simbolicamente e fisiologicamente al cuore. Il cuore è il centro vitale che irradia calore, amore, sangue. È il sole interiore che nutre e mantiene viva ogni cellula.

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Lì dove danza l’ombra  Cosa accende la mia Luce?La luce non ha forma eppure dà forma, impalpabile, accarezza le superfic...
04/08/2025

Lì dove danza l’ombra

Cosa accende la mia Luce?
La luce non ha forma eppure dà forma, impalpabile, accarezza le superfici e ne rivela i contorni.
Bruno Munari diceva di giocare con la luce per capirla.. e la capiamo veramente solo
quando la lasciamo danzare con l’ombra.
La luce senza l’oscurità non ha alcun potere.
Prendi un grande foglio e poi metti una luce, tra te e il foglio.
La Luce crea ombre e quando ti muovi, l’ombra si allunga, si deforma, si sdoppia.
Non sei più solo un corpo ma una molteplicità di forme e di giochi tra chiaro e scuro. L’ombra mostra ciò che la luce non rivela, apre uno spazio di osservazione più profondo. L’ombra ci mostra ciò che spesso non vediamo, ci permette di riconoscere che ciò che sfugge non è sempre un nemico, che il buio può essere illuminato ed essere guida.
Quando il corpo gioca con le ombre e lascia segni sulla carta, lì qualcosa si muove.
Prende vita qualcosa di effimero ma potente che possiamo ascoltare.
Possiamo provare a stare in quella soglia come si sta in un confine sacro, provando a non fuggire il buio, vedendo meglio la luce.
Jung definisce il viaggio di individuazione un percorso verso l’interezza.
“L’ombra è tanto più nera e densa quanto meno è integrata nella vita cosciente.”
L’integrazione dell’ombra non è un compito semplice, ci chiede di sederci al fianco delle nostre contraddizioni, alle vergogne taciute e ai desideri sepolti, e a riconoscerli come parte del nostro essere, l’ombra è ciò che ci completa.
Se impariamo ad abitare pian piano la nostra ombra possiamo divenire pienamente noi stessi.
In fondo, ognuno di noi è un continuo intreccio di chiaroscuri.
Nell’ombra, nella Luce e in tutto ciò che vive tra le due, possiamo accettare o meno quel divenire.





31/07/2025

Il Mito di Parsifal ❤️
Parsifal nasce e cresce con la madre in un bosco, ma un giorno la vita lo chiama, incontra dei cavalieri e colpito dalla loro nobiltà e cortesia, parte a cavallo con l’ardore e il desiderio di divenire cavaliere.
Come il Leone nasce con l’intima certezza di essere “destinato a qualcosa di grande”, anche se non sa ancora cosa.
Mentre vaga nella foresta ha una visione, è in un misterioso castello dove c’è un vecchio re malato e una bellissima donna con un vassoio sul quale sono poggiati una spada e una pietra.
Parsifal assiste meravigliato al rito del Re Amfortas che soffre per una piaga insanabile, ma pur vedendo il dolore, non fa domande, la madre gli aveva insegnato a non farle..
Lo scopo della cerimonia era che egli PONESSE LA DOMANDA che avrebbe guarito il vecchio re malato e conquistato il Graal.
“Che cos’è che ti addolora?”

Ma Parsifal non ha ancora imparato la compassione, si ode così una voce adirata.
La luce non basta, serve il riconoscimento dell’altro e lui è ancora trattenuto nella dimensione del “sé senza il noi”.
Il castello scompare, la terra si fa desolata, l’anima del re, come quella del mondo, resta ferita. Si sveglia così solo nel bosco e consapevole di aver fallito.
Parsifal decide però di ritrovare il castello del Graal. Vaga nella Notte dell’Anima e perde tutto, anche se stesso, ma è qui che avviene la trasformazione. Non più un giovane cavaliere, ma un uomo maturo che ha ormai incontrato le proprie ombre.
Ritrova il castello e questa volta pone la domanda al Re.
Il solo atto del domandare guarisce. Amfortas è libero e Parsifal diventa Re e custode della pietra della vita. È la vera sovranità.
Incarnare il proprio sole con autenticità e generosità, sapendo che ogni luce proietta un’ombra, e che là dove brilla il Sole, si cela anche il pericolo dell’identificarsi col proprio splendore.
Diventare Leone, è diventare Re di se stessi, custodi del proprio regno interiore.
Il Re è colui che ha il coraggio della visione e la fermezza del cuore, sa illuminare e proteggere, e per questo con umiltà può sostenere la corona. 👑

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28/07/2025

L’astrologia umanistica ci parla attraverso i simboli, l’Arteterapia ci offre strumenti per ascoltarli e trasformarli.

♌ Leone
☉ Archetipo: l’Eroe
Segno di Fuoco, maschile, governato dal Sole. I nati nel segno del Leone, sono dotati di carisma naturale e regalità innata. La loro creatività può manifestarsi in mille forme, creare ed esprimere se stessi è un modo per onorare il dono ricevuto e per testimoniare il proprio passaggio nel mondo.

Progetto solare
Il ruggito del Leone è una chiamata alla vita. Il suo compito è diventare leader di se stesso, riconoscere la scintilla che lo rende vivo, divenire la manifestazione di quell’essenza e farla brillare nel mondo.
È il viaggio di Individuazione di cui parla Jung. Ogni Eroe comincia la sua avventura con una chiamata. Spesso la teme, la rifiuta, ma poi un sogno, un evento o una perdita, lo spinge oltre i confini noti.
Non si nasce Eroi, lo si diventa, per questo nel suo cammino incontra delle prove:
• La ferita dell’invisibilità e il bisogno di essere riconosciuto, amato, applaudito.
• L’ombra dell’orgoglio quando dimentica che ogni essere è un sole potenziale.
• La paura di fallire. Se fallisco, chi sono? Se il mio dono non brilla, esisto ancora?

Quando comprende che la sua grandezza è nel riconosce e onorare la propria luce, allora guida con il cuore, illumina senza accecare, riscalda senza bruciare, ma se invece quel Sole interiore non è ben radicato, se perde la connessione profonda, può iniziare a cercare quella luce fuori di sé, negli occhi degli altri, diventando così prigioniero del plauso e della visibilità, dimenticando la vera fonte che lo anima. Nel suo lato di ombra, l’Io ferito non sente più la propria forza interna e la sua regalità si trasforma in arroganza, bisogno di riconoscimento e pretesa.
* Quale parte di noi chiede di essere riconosciuta?
* Come possiamo esercitare il nostro potere personale con amore e non con orgoglio?
La vera guida è colui che, percorso il cammino, sa estrarre il meglio dall’altro riconoscendo in ogni essere il suo Sole potenziale.




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Se l’archetipo del leone parlasse… ☀️Esercizio di SoulCollage e ArteterapiaIo sono figlio del Fuoco e figlio del Sole.Ne...
23/07/2025

Se l’archetipo del leone parlasse… ☀️
Esercizio di SoulCollage e Arteterapia

Io sono figlio del Fuoco e figlio del Sole.
Nel mio cuore brucia la fiamma che illumina ciò che ancora dorme.
Io sono colui che porta il ruggito che chiama alla vita.
Io sono.. e creo.
Questa è la mia preghiera.
Sono colui che sa che ogni vera luce nasce da un’ombra.
Io sono il cavaliere Parsifal, non ho saputo porre la domanda che avrebbe guarito il Re, non ho saputo domandare perché non avevo ancora imparato a sentire.
Per questo ho vagato smarrito tra i boschi dell’anima per molto tempo.
Non sono nato Re, lo sono diventato attraversando le prove del cuore.
Ho incontrato la ferita dell’invisibilità, quel timore che se non brilli non vali, se non mi vedi, allora non esisto.
Ho recitato ruoli e indossato false corone.
Ho conosciuto l’orgoglio, quell’ombra che si allunga sul cuore quando confondi la luce con il potere, l’applauso con l’amore, il centro della scena con il centro di se stessi.
Se dimentico chi sono, sono un sole che ha paura del buio e vive di riflessi, cerco negli sguardi altrui ciò che solo in me può accendersi.
Io sono colui che ha attraversato la notte dell’anima, è lì che ho potuto ascoltare il mio cuore spezzato. È lì che ho imparato a chiedere, a porre la domanda giusta che ha guarito il Re, ma anche me stesso.
Essere me stesso è il mio compito sacro, il mio trono è nel cuore.
E’ stato il mio ritorno a casa.
Il mio regno ora non è più fuori, ma nel cuore. È lì che siedo. E’ da lì che guido per ricordare ad ogni cuore la sua scintilla unica e posso farlo solo perché conosco la strada.
Non domino, servo la Luce. Non appaio, sono.
Sono colui che illumina senza accecare, che riscalda senza bruciare.
Il mio potere è responsabilità, la mia ferita è una porta e ti invito ad entrare nella tua, a forgiare la tua identità e a creare dal centro di te.
Tu, come me, sei nato per illuminare!




®

Viaggio nei colori del mese di luglio 🥣🖌️Chiudi gli occhi.Porta le mani al centro del petto e respira.Immagina di entrar...
14/07/2025

Viaggio nei colori del mese di luglio 🥣🖌️

Chiudi gli occhi.
Porta le mani al centro del petto e respira.
Immagina di entrare nella tua casa, quella casa interiore dove puoi permetterti di ascoltare.
Al centro c’è un piccolo tavolo, basso. Ci sono dei fogli e piccole ciotole che contengono colori.
A terra, un cuscino, sul quale puoi sedere.

In una ciotola c’è l’azzurro chiaro e accanto il blu. Sono le sfumature del cielo e del mare che si incontrano, dell’increspatura dell’acqua.
In un’altra c’è il bianco perla, cangiante come il guscio di una conchiglia, un bianco caldo che vibra riflettendo altri colori. Non è il vuoto del bianco che abbaglia, è il pieno. E’ il chiarore attorno alla luna piena nel cielo scuro.

Osservali con curiosità e apertura. Scegli un colore, intingi il pennello e fallo scorrere sul foglio. Non disegnare, fatti guidare dal colore, seguilo. Perditi nei tratti più ampi, nelle macchie, nelle linee più sottili. Osserva se e come cambiano man mano che ti muovi.

Come mi sento? Quali sensazioni ci sono in me ora?

Lasciale emergere, dalle uno spazio per poter essere accolte e ascoltate.
Non devi necessariamente darle un nome, solo sentire. In quale parte del corpo la senti?

Prova ora a tornare al foglio, lascia che il gesto della tua mano attraverso il colore diventi carezza, che possa sciogliere un nodo o semplicemente restare lì, come farebbe un amico.

Respira.
Non c’è un risultato da ottenere o un ‘bello’ da cercare, c’è solo un tempo per te, per stare dolcemente.

Quando senti che il gesto è compiuto, appoggia il pennello e osserva il foglio.
Cosa ti restituisce? Un’emozione, un ricordo, un’immagine..

Resta ancora un momento. Poi, lentamente, riapri gli occhi… 🙏🏻

Se vuoi, puoi proseguire il lavoro facendoti ispirare dai segni e dalle macchie di colore 💗






Nel grembo della Madre - Esercizio di Ceramica Arteterapia SoulArt -   Pagina di diarioL’ho modellata con le mani sporch...
07/07/2025

Nel grembo della Madre

- Esercizio di Ceramica Arteterapia SoulArt -
Pagina di diario

L’ho modellata con le mani sporche di terra e di memorie..
È nata nel silenzio, come tutte le cose sacre, con la luce del giorno ed il buio della notte, attraversando tante fasi delle mie lune e l’alta e bassa marea di molti stati d’animo. Come il tempo lento di una gravidanza.
Non ha un nome, o forse ne ha diversi..
Il suo grembo accoglie terra e radici, i suoi capelli s’intrecciano con le foglie, l’edera la abita nel suo doppio simbolo come l’Archetipo della Grande Madre.
Come l’acqua che nutre ma anche travolge, l’ho sentita culla e abisso.
Non si divide tra luce e ombra. Lei è entrambe. E mi insegna a danzare tra le metamorfosi.
Mi insegna che amare non è trattenere. Che accogliere non è imprigionare. Che ogni ventre custodisce per poi portare alla luce.
E io, piano piano, sto imparando con lei.
La mia donna d’argilla lo sa.
Non ha paura di spezzarsi, ha una crepa sul fianco, ma dentro continua a far crescere la vita.
La modello, la osservo e rinasco con lei. Nel grembo della Madre, nella crepa dell’argilla, nel respiro lento della terra.




♋ Cancro ☽ Archetipo: Il Grembo – la Grande MadreCon l’ingresso del Sole in Cancro, segno d’acqua governato dalla Luna, ...
30/06/2025

♋ Cancro
☽ Archetipo: Il Grembo – la Grande Madre

Con l’ingresso del Sole in Cancro, segno d’acqua governato dalla Luna, si apre un tempo di cura e nutrimento.

Progetto solare

È il segno del materno nel senso più ampio, dà vita e accompagna la crescita sul piano fisico ed emotivo. È una presenza che consola e abbraccia, che risveglia il bisogno di tornare a quel ventre sacro che ci ha sognati fin dall’inizio. Ci insegna ad ascoltare i bisogni del nostro bambino interiore come fosse una preghiera silenziosa che sale dal profondo.
Ci invita a ritrovare la storia che ci abita, a riconoscere le nostre radici, a costruire una dimora dell’anima dove tornare e ritrovarsi.
E allora: Cosa significa per me ‘casa’? Dove mi sento davvero accolto?

In questo archetipo c’è una grande sensibilità che tutto sente e tutto assorbe, ci porta a sentire più che a capire, l’ascolto è profondo e viscerale, ma le emozioni non accolte si accumulano e il corpo ne fa eco.
L’acqua che non scorre si fa palude ma può anche cristallizzarsi in ghiaccio e diventare corazza. Allora il sentire si chiude, si irrigidisce, si difende. Trasformare la rabbia in forza creativa, portarla ad essere un fuoco che scalda e non che brucia, in una forza da ascoltare e non da temere è parte del cammino. Imparare a ripulire le proprie acque interiori dalle scorie emotive è necessario.
Possiamo allora chiederci: Cosa trattengo che non mi nutre più? Quali emozioni ho bisogno di lasciar andare?

L’ombra di questo archetipo è nella necessità costante di contatto emotivo con le figure importanti del suo vissuto, qualcosa che a volte incatena più che nutrire. Cosa significa davvero accogliere? Come mi prendo cura di me stesso e dell’altro?

Spesso si fa grembo anche quando non richiesto. Offre senza misura, ma se non consapevole, quella cura genera dipendenza.
Il suo compito è quello di divenire madre di sé stessa. Mettere confini senza sentirsi in colpa, chiedere senza temere di perdere gli affetti, uscire dai rapporti fusionali e simbiotici.




Se l’archetipo del Cancro parlasse…♋️Esercizio di SoulCollage e Arteterapia Io sono la memoria dell’Acqua che Cura.Sono ...
23/06/2025

Se l’archetipo del Cancro parlasse…♋️
Esercizio di SoulCollage e Arteterapia

Io sono la memoria dell’Acqua che Cura.
Sono l’onda che va e viene, la marea che si alza e abbassa. Rifletto il cielo e custodisco il fondale.
Se non scorro, divento palude, se ferita divento ghiaccio.

Io sono l’antica Madre, sono figlia e madre. Sono il grembo che contiene e culla, il nido in cui poter crescere.
Sono colei che veglia anche quando tutto dorme, sono l’abbraccio che consola, la lacrima che guarisce, sono quel pianto che non è cedere ma sciogliere.
La mia parte fragile non è debole, ma sacra. Ogni mia emozione è un fiume che cerca la sua foce. Ogni mia ferita una crepa da cui poter far entrare la luce.

Sono fatta di pelle sottile, lunare. Ti porto per mano nel luogo in cui abita la tua storia, quella memoria che sussurra anche quando il mondo fa rumore.
Io sono il tempo circolare, il ritmo della luna nel cielo, il tuo corpo che cambia. Non ho fretta, cammino piano, lenta e costante come l’acqua che leviga le pietre.

Io contengo, avvolgo, proteggo.
A volte stringo troppo. A volte trattengo per paura di perdere il contatto.
Se non distinguo, mi confondo. Amare non è fondersi ma restare interi anche quando accolgo l’altro.
Posso insegnarti ad accogliere senza afferrare. Appoggia il tuo cuore dove senti che batte, non dove pensi che dovrebbe stare.

Io cammino dove il sentire mi chiama.
Sono una luce accesa nella notte, un fiore che sboccia, il profumo del pane nel forno, l’intimità.

Sono il richiamo alla tua casa interiore, lì le emozioni non hanno bisogno di essere spiegate, puoi sentirle.
Impara ad essere la tua casa. Non quella perfetta, quella vera, la casa dove puoi tornare ogni volta che ti perdi, la casa dove puoi dire “Sono al sicuro. Sono con me.”




I Colori del mese di giugnoCi sono colori che non si lasciano afferrare, che non stanno mai fermi.. come un leggero soff...
13/06/2025

I Colori del mese di giugno

Ci sono colori che non si lasciano afferrare, che non stanno mai fermi.. come un leggero soffio di vento. Colori che sono come tra due mondi, in quelle tonalità cangianti, in quelli trasparenti degli acquerelli. Non li puoi fissare, si trasformano mentre li guardi, mentre si asciugano. Sono vibranti e intangibili, come le idee prima di diventare realtà.

L’azzurro chiaro è il respiro del primo mattino. È il cielo dove si susseguono i pensieri leggeri in cerca di connessioni, prima ancora che prendano forma.

Il grigio argento è il colore del metallo, anche di quello liquido, cambia forma ma non sostanza.

Il giallo è un guizzo, è luce. Nelle sue sfumature accende e scalda, illumina ciò che è rimasto in ombra, porta chiarezza nei pensieri.

E poi c’è il verde, un colore che nasce silenziosamente tra l’azzurro del cielo e il giallo del sole. Il verde della foglia nuova, che cresce come i pensieri, che si espande come un dialogo, che si allunga verso la luce, che trova la sua forza nella flessibilità dei germogli.

Ogni idea è prima di tutto un seme, quella fiducia nel possibile, nel non aver paura di cambiare forma.
Proviamo allora a lasciare che le mani seguano i colori, senza giudizio.
Osserviamo cosa ci trasmette ogni tonalità: quali sensazioni, quali emozioni risvegliano nel corpo?
Prendiamo nota delle parole, diamo un nome alle emozioni. E’ un modo per accogliere, per rendere visibile ciò che altrimenti resta sospeso.

Quali parole uso per raccontarmi?L’elemento Aria ci parla di leggerezza e movimento, ma anche di una preziosa distanza r...
09/06/2025

Quali parole uso per raccontarmi?

L’elemento Aria ci parla di leggerezza e movimento, ma anche di una preziosa distanza riflessiva che ci permette di osservare da lontano ciò che ci accade.
Nel processo creativo è la curiosità a guidarci: ci spinge a esplorare, a tessere fili tra pensieri, immagini, ricordi.
Questo è il lato luminoso dell’Aria: la capacità di scoprire, di seguire il pensiero come un aquilone che si muove leggero nel vento, ma se manca un centro, un punto di quiete, questa stessa leggerezza può trasformarsi in dispersione.
Se non rallento e non ne faccio esperienza, il rischio è che il sistema nervoso si sovraccarichi: l’ombra dell’Aria è una mente iperattiva, un continuo cercare che consuma e disorienta.

Pensa ad una parola che negli ultimi tempi ricorre spesso nei tuoi pensieri e nel tuo modo di comunicare. Non forzarla: lascia che emerga come un messaggio portato dal vento..

Quando sei pronto, ti invito a creare una piccola ciotola con l’argilla e a decorarla con segni e trame. Ogni oggetto che abbiamo in casa può lasciare impronte inaspettate, diamoci l’opportunità di sperimentare, di scoprire nuove tracce..
Datti un tempo, 10/15 minuti e poi scegli quali di quei segni risuonano con la parola ricevuta. Mettili vicini, collegali, ruotali, imprimili sulla ciotola. Apriti al gioco, va di pancia senza farti troppe domande ne dare interpretazioni.
Infine, se vuoi, osserva bene la tua ciotola.. puoi scrivere un piccolo testo con un esercizio di scrittura creativa. La parola che hai scelto parla di sé, in prima persona.
Se io fossi quella parola cosa direi?

L’Astrologia umanistica ci parla attraverso i simboli, l’Arteterapia ci offre strumenti per ascoltarli e trasformarli.Il...
07/06/2025

L’Astrologia umanistica ci parla attraverso i simboli, l’Arteterapia ci offre strumenti per ascoltarli e trasformarli.
Il mese di giugno inizia con l’elemento aria dei Gemelli e si conclude con l’elemento acqua del Cancro.
Oltre il segno solare con il quale nasciamo, ognuno di noi porta dentro l’archetipo dei Gemelli.

♊ Gemelli
☿ Archetipo: Il Messaggero
E’ il primo segno d’aria, governato da Mercurio. Nella mitologia greca Hermes porta messaggi tra gli dei e gli uomini. Questo archetipo ama comunicare, collegare, muoversi. Ama creare connessioni in un grande intreccio di fili invisibili da scoprire e annodare. Ogni incontro, ogni parola è un ponte.
Ama le domande più delle risposte, come se fosse proprio il movimento del pensiero a dare senso al suo viaggio. Ci invita alla leggerezza, ci ricorda l’importanza di accogliere la pluralità e la giocosità.

Progetto solare
Il suo compito è quello di mettere in relazione pensiero e sentimento, sé e l’altro.
Simbolicamente è rappresentato nel glifo del segno, due linee parallele che cercano un incontro.

•Come posso davvero mettermi in relazione?
•Le parole che uso nascono da un ascolto profondo?

La leggerezza è un dono, ma senza radici nel sentire può diventare superficialità. E’ importante imparare ad ascoltare quel dialogo interiore tra mente e cuore, quel brusio sottile che abita le nostre giornate anche quando non riusciamo a dargli davvero voce. Solo così posso essere ponte tra ciò che penso e ciò che sento, tra me e l’altro.
Eppure, spesso questo segno, tende ad utilizzare solo una delle due parti, quella più razionale, la più accessibile, brillante, quella che dà più sicurezza.
Attraverso la relazione, posso scoprire chi sono. Ognuno con il suo frammento di storia diventa un messaggero ma senza radici nel ‘sentire’, l’esperienza resta in superficie e la leggerezza rischia di trasformarsi in superficialità. Non si tratta solo di ‘dire’ ma di ‘sentire’ ciò che si dice.
In questo spazio può nascere davvero la relazione autentica.

Indirizzo

Viale Appio Claudio
Rome
00174

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 13:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Telefono

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Sito Web

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