17/05/2025
QUANDO ESCI DALLA TESTA, LA VITA RIPRENDE
A volte pensi di soffrire per quello che succede fuori.
Per le cose andate male. Per chi non è rimasto.
Per ciò che la vita non ti ha dato.
Ma se ti fermi davvero, lo senti.
Che la ferita più tagliente non è fuori.
È nella voce che ti parla dentro,
nei pensieri che non si fermano mai,
nelle storie che ti racconti ogni giorno
e che continui a credere vere.
Il dolore più forte
non è quello delle cose che finiscono,
ma quello che continui a rivivere cento volte nella mente
anche quando è già finito.
È lì che ci consumiamo:
non nei fatti,
ma nella memoria che li rigira.
Nel rimpianto che non smette.
Nella paura che non osa.
Nell’immaginazione che trasforma ogni ferita in condanna.
E intanto fuori,
la vita ti aspetta.
Imperfetta.
Incoerente.
Piena di curve, di graffi, di sorprese.
Piena di brividi, svolte, piccoli miracoli.
E tu non li vedi.
Perché sei ancora chiuso dentro una stanza
che ti ripete che non puoi.
Che non meriti.
Che non ce la farai.
Ma se solo ti accorgessi che il dolore non sei tu…
Che puoi ascoltarlo, ma anche smettere di seguirlo…
Prendi carta e penna. Scrivi la cosa più piccola, più vera, più imperfetta che potresti fare oggi per uscire dal dolore. Una cosa sola. E poi, falla.
Chiudi gli occhi e immagina.
Non la tua paura, non il tuo passato,
ma il prossimo passo.
Solo uno.
Poi apri gli occhi.
E scegli: restare o muoverti.
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