02/05/2019
Continuiamo il nostro percorso alla scoperta dei pregiudizi sulla figura dello Psicologo-Psicoterapeuta
Buon 1° Maggio a tutti! 🎉
Anche in questo giorno di festa, noi proseguiamo la nostra scoperta di altri 3 pregiudizi sulla figura dello Psicologo:
4- Io sono fatto così (cambiare è impossibile): sbagliato! Il cambiamento è una costante nella nostra vita: cambiamo idee, cambiamo ciò che sentiamo, cambiamo comportamento, cambiamo amici e partner, cambiamo progetti di vita e stili di vita, possiamo perfino cambiare le nostre modalità di reazioni ad eventi abituali. La verità è che cambiare fa paura, si ha (almeno in parte) l'idea che cambiare vuol dire perdere sé stessi, ma il cambiamento in una terapia psicologica è qualcosa di molto più profondo e meravigliosamente complesso: si cambia rimanendo sé stessi. Assieme, paziente e professionista, costruiscono una narrazione che mantiene la continuità tra passato, presente e futuro, ma arricchendola di nuove possibilità.
5- Nessuno può capire il mio dolore: falso! Questo è pregiudizio davvero molto dannoso, infatti, se preso alla lettera, vorrebbe dire che le persone che soffrono sono inaiutabili, in un certo senso sono p***e. Per fortuna la realtà è bene diversa, non è necessario che lo psicologo-psicoterapeuta abbia fatto esperienza diretta di tutte le esperienze di sofferenza mentale per essere in grado di comprendere il paziente ed i problemi che gli porta. Come professionista, infatti, ha alle spalle una lunga e continua preparazione teorica e pratica (5 anni di studi universitari, 1 anno di tirocinio formativo sul campo, se psicoterapeuta altri 4 anni di formazioni specialistica comprensivi anche di altre esperienze formative pratiche, più ulteriori corsi, seminari, work-shop, etc..); inoltre, altro importante strumento è l'empatia, abilità umana che viene molto sviluppata in questa professione, che permette di immedesimarsi nel paziente e nelle sue esperienze anche a livello emotivo. In ultimo, ma non per importanza, è il paziente stesso, che aiutato dal terapeuta, apre e svela il proprio modo interno, con i suoi tempi, le sue modalità ed il suo linguaggio fatto di parole, immagini, emozioni, gesti, sguardi, che poi diventa il linguaggio della coppia terapeutica.
6- E' impossibile risolvere problemi concreti solo parlando: sbagliato! Probabilmente le persone che hanno questa opinione non si rendono conto che tutta la nostra vita è incentrata sul comunicare con sé stessi (dialogo interiore) e con gli altri, e forse si immaginano una seduta terapeutica come una conversazione tra amici, basata su scambi e consigli. La realtà è ben diversa, un colloquio psicologico è uno strumento di indagine e di valutazione finalizzato a raccogliere tutte le informazioni utili per comprendere e aiutare una persona. Lo psicologo ha competenze teoriche e esperienza per usare il colloquio come forma di conoscenza dell’altro. Pone tutta la sua attenzione con un ascolto privo di giudizio e distaccato, sebbene con sincera partecipazione, su ciò che il soggetto dice, su come lo dice, e sulle modalità relazionali. In più, in un percorso psicologico-psicoterapeutico non esistono solo le parole, ma anche la relazione stessa che diventa, insieme al dialogo, lo strumento principe per il raggiungimento del benessere. Infatti, attraverso le parole il paziente acquisisce una maggior consapevolezza di sé e del proprio funzionamento, imparare a conoscersi e ad osservarsi, ma è attraverso la relazione, instaurata con il terapeuta, che può fare anche esperienze emozionali correttive: può vivere nel momento del qui ed ora scenari abituali, guardandoli senza paura o giudizio con l'aiuto del professionista che non reagirà nel "solito modo" degli altri, amici, parenti o conoscenti, ma si incuriosirà e aprirà la strada all'esplorazione proprio attraverso il dialogo.
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Buona Festa dei Lavoratori! 😀