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Dr. Fabiola Branca - Studio Medico e Fisioterapico Free Mind Dott.ssa Fabiola Branca, Medico Chirurgo Specialista in Fisiatria
Dott. Marco Loiacono, Fisioterapista

16/08/2025

🛡 In difesa del progesterone: cosa dice la scienza

Negli anni, il progesterone è stato spesso accusato – ingiustamente – di aumentare il rischio di tumore al seno.
In realtà, molte ricerche confondono il progesterone naturale con i progestinici sintetici, che sono molecole diverse e hanno effetti diversi sulle cellule.

📌 La differenza fondamentale:

- Progesterone naturale (bioidentico): identico a quello prodotto dalle ovaie, con azioni protettive su seno, endometrio, cuore e cervello.
- Progestinici sintetici (come il medrossiprogesterone acetato): strutturalmente diversi, associati a un aumento del rischio di tumore al seno e a effetti cardiovascolari negativi.

📊 Cosa dimostra la ricerca:

- Meta-analisi su 86.881 donne: la combinazione di estrogeni + progesterone naturale riduce significativamente il rischio di tumore al seno rispetto agli estrogeni + progestinici sintetici.
- Il progesterone non aumenta la proliferazione delle cellule mammarie, anzi in modelli animali e in vitro inibisce la cancerogenesi e induce apoptosi.
- La carenza di progesterone (anovulazione, fase luteale breve) è legata a un aumento del rischio di tumore al seno, endometrio e ovaio, oltre a osteoporosi e malattie cardiovascolari.

💡 Altri benefici documentati:

- Protezione cardiovascolare: migliore profilo lipidico e nessun aumento del rischio di trombosi rispetto ai progestinici.
- Neuroprotezione: favorisce la rigenerazione della mielina, migliora la memoria, riduce i danni da ictus e trauma cranico.
- Azione su altri tumori: potenziale beneficio in melanoma, mesotelioma, tumore al polmone e prostata.

Lo studio di Lieberman e Curtis (2017) è chiaro: il progesterone naturale è sicuro, protettivo e clinicamente utile. La confusione con i progestinici sintetici ha creato paure infondate che la scienza oggi smonta.
Preservare l’equilibrio ormonale significa anche garantire una corretta produzione o integrazione di progesterone bioidentico, soprattutto in menopausa e in caso di deficit.

14/08/2025

📢 Testosterone, infiammazione e cuore: uno studio clinico che ribalta i pregiudizi (JCEM 2004)

🧪 Nel 2004, il Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM) ha pubblicato un trial randomizzato, in doppio cieco che ha analizzato gli effetti della terapia sostitutiva con testosterone in uomini con ipogonadismo.

🎯 Obiettivo: valutare l’impatto su citochine infiammatorie (TNF-α, IL-6, PCR) e su profili lipidici/metabolici.

🔬 Cosa hanno scoperto?

✔️ Riduzione significativa di TNF-α nei pazienti trattati con testosterone rispetto al placebo.
✔️ Tendenza alla diminuzione di PCR e IL-6 (non statisticamente significative, ma clinicamente rilevanti).
✔️ Miglioramento del profilo lipidico: riduzione di LDL e miglioramento di HDL.

👉 Questi marcatori sono associati a rischio cardiovascolare e infiammazione cronica sistemica.

⚠️ Perché è importante?

1. Molti studi osservazionali hanno generato allarmismi sul testosterone e il rischio cardiaco, ma presentano limiti metodologici.
2. Questo trial clinico, al contrario, offre dati robusti a favore di un effetto antinfiammatorio e protettivo del testosterone quando somministrato a dosi fisiologiche in uomini con carenza.
3. Lo studio suggerisce che il deficit di testosterone stesso potrebbe essere un fattore di rischio per infiammazione e danno vascolare.

🧠 Il punto chiave

➡ La terapia con testosterone non è un rischio in sé, ma un trattamento sostitutivo da utilizzare con criterio, personalizzazione e monitoraggio medico.
➡ Parlare di “pericolo testosterone” senza distinguere abuso (doping) da uso clinico fisiologico è scientificamente scorretto e pericoloso per i pazienti.

🔍 Conclusione:

📊 Se diagnosticato ipogonadismo (deficit di testosterone), la terapia sostitutiva può migliorare infiammazione, lipidi e benessere generale, riducendo anche rischi cardiovascolari – a patto che sia prescritta e monitorata da un medico esperto.
⚠️ Non affidatevi a mode o paure diffuse senza verificare le evidenze cliniche serie.

13/08/2025

Progesterone: l’ormone che protegge

Oltre a regolare il ciclo e sostenere la gravidanza, il progesterone contribuisce a prevenire alterazioni cellulari che possono portare a tumori in diversi organi femminili.

Il progesterone bioidentico è molto più di un “ormone della fertilità”.
📌 "Protezione endometriale": contrasta l’azione proliferativa degli estrogeni sull’endometrio, prevenendo iperplasie e riducendo il rischio di carcinoma endometriale.
📌 "Azione sull’ovaio": studi preclinici mostrano che il progesterone può indurre apoptosi (morte programmata) nelle cellule tumorali ovariche e ridurre la neoangiogenesi, ostacolando la crescita tumorale.
📌 "Effetti sul seno": alcune ricerche indicano che il progesterone può modulare la proliferazione cellulare e promuovere la differenziazione delle cellule mammarie, riducendo la suscettibilità ai processi neoplastici.

🧬 Come agisce:
Il progesterone interagisce con recettori presenti in endometrio, mammella e ovaio, regolando il ciclo cellulare, inibendo fattori di crescita e favorendo un ambiente ormonale più equilibrato.

Fonti scientifiche da allegare o citare

1. Gompel A, et al. *Progesterone and breast cancer*. Gynecol Endocrinol. 2012;28(Suppl 2):53–61.
2. Diep CH, et al. *Progesterone action in breast, uterine, and ovarian cancers*. J Mol Endocrinol. 2015;54(2)\:R31–R53.
3. Horwitz KB, Sartorius CA. *Progestins in hormone replacement therapies respond differently in breast cancer cells*. Endocrinology. 2008;149(9):4942–4947.
4. Formby B, Wiley TS. *Progesterone inhibits growth and induces apoptosis in breast cancer cells: inverse effects on Bcl-2 and p53*. Ann Clin Lab Sci. 1998;28(6):360–369.

11/08/2025

Il testosterone nelle donne: la terapia dimenticata che può cambiare la qualità della vita

Quando parliamo di terapia ormonale sostitutiva (HRT) per le donne in menopausa, il focus si concentra sempre sugli estrogeni e, a volte, sul progesterone. Ma c'è un grande assente in questa discussione: il testosterone.

Sì, proprio quell’ormone che tutti considerano “maschile” è, in realtà, fondamentale anche per la salute e il benessere femminile.

Ed è qui che la letteratura scientifica ci mette di fronte a una realtà spesso ignorata:

🔸 Le donne producono naturalmente testosterone nelle ovaie e nelle ghiandole surrenali.
🔸 Dopo una menopausa naturale, e ancora di più dopo un’ovariectomia bilaterale, i livelli di testosterone crollano drasticamente (fino al 50%).
🔸 L’utilizzo di estrogeni orali (HRT tradizionale) può ulteriormente ridurre la quota di testosterone libero, aumentando sintomi come affaticamento, calo della libido, depressione, perdita di massa muscolare e ossea.

❓ Perché il testosterone viene ignorato nella terapia femminile?
Per decenni, la medicina ha associato il testosterone solo alla sessualità maschile.
Nelle donne, la sua funzione veniva considerata marginale o persino trascurabile.
Ma la ricerca clinica dimostra il contrario:

✅ Funzione sessuale (desiderio, eccitazione, soddisfazione)
✅ Energia e vitalità
✅ Tono dell’umore e resilienza emotiva
✅ Massa muscolare e metabolismo
✅ Densità ossea
… sono tutte aree influenzate direttamente dalla disponibilità di androgeni.

📊 Cosa dice la scienza?

L'articolo “Can Male Hormones Really Help Women?” raccoglie evidenze che mostrano come una corretta integrazione di testosterone bioidentico a dosi fisiologiche:

Migliora la qualità della vita nelle donne con carenza androgenica.

Non aumenta i rischi cardiovascolari o epatici, se assunto per via transdermica.

Riduce sintomi sessuali e non sessuali resistenti alla sola terapia estrogenica.

Gli effetti collaterali (irsutismo, acne) sono molto rari se non vi è squilibrio metabolico.

🔍 La chiave? Dosi fisiologiche e monitoraggio personalizzato.

Parliamo di dosi di testosterone, calibrate sul profilo ormonale della paziente.
Non si tratta di “mascolinizzare” le donne, ma di restituire al corpo una componente ormonale essenziale che la natura ha tolto troppo presto o in modo drastico.

🩺 Conclusione: non c'è equilibrio ormonale senza androgeni

Non possiamo più parlare di salute ormonale femminile ignorando il testosterone.
Per molte donne in menopausa, il solo estrogeno non basta.
La carenza androgenica femminile esiste, è reale, e si può trattare con risultati straordinari.

👉 E tu, sapevi che il testosterone è importante anche per le donne?

“Terapia ormonale per la prevenzione primaria delle condizioni croniche nelle persone in postmenopausa: dichiarazione di...
10/08/2025

“Terapia ormonale per la prevenzione primaria delle condizioni croniche nelle persone in postmenopausa: dichiarazione di raccomandazione della task force per i servizi preventivi degli Stati Uniti”

LEGGETE CON ATTENZIONE:

La menopausa è definita come la cessazione del ciclo mestruale di una persona. Viene definita retrospettivamente, 12 mesi dopo l'ultimo ciclo mestruale. La perimenopausa, o transizione menopausale, è il periodo di alcuni anni che precede l'ultimo ciclo mestruale di una persona ed è caratterizzata da una crescente variabilità della durata del ciclo mestruale e da periodi di amenorrea, e spesso da sintomi come la disfunzione vasomotoria. La prevalenza e l'incidenza della maggior parte delle malattie croniche (ad esempio, malattie cardiovascolari, cancro, osteoporosi e fratture) aumentano con l'età e negli Stati Uniti si prevede che le persone che raggiungono la menopausa vivano in media più di altri 30 anni.

Obiettivo: per aggiornare la sua raccomandazione del 2017, la US Preventive Services Task Force (USPSTF) ha commissionato una revisione sistematica per valutare i benefici e i danni della terapia ormonale sistemica (vale a dire orale o transdermica) per la prevenzione delle condizioni croniche nelle persone in postmenopausa e se i risultati variano in base all'età o al momento dell'intervento dopo la menopausa.

Popolazione: persone asintomatiche in postmenopausa che stanno prendendo in considerazione la terapia ormonale per la prevenzione primaria di condizioni mediche croniche.

Valutazione delle prove: la USPSTF conclude con moderata certezza che l'uso di estrogeni e progestinici combinati per la prevenzione primaria di patologie croniche nelle donne in postmenopausa con utero intatto non ha alcun beneficio netto.

La USPSTF conclude con moderata certezza che l'uso di soli estrogeni per la prevenzione primaria di patologie croniche nelle donne in postmenopausa sottoposte a isterectomia non ha alcun beneficio netto.

Raccomandazione: La USPSTF sconsiglia l'uso di estrogeni e progestinici combinati per la prevenzione primaria di condizioni croniche nelle donne in postmenopausa. (Raccomandazione D)

La USPSTF sconsiglia l'uso di soli estrogeni per la prevenzione primaria di condizioni croniche nelle donne in postmenopausa che hanno subito un'isterectomia. (Raccomandazione D).

The USPSTF recommends against the use of combined estrogen and progestin for the primary prevention of chronic conditions in postmenopausal persons. (D recommendation) The USPSTF recommends against the use of estrogen alone for the primary prevention of chronic conditions in postmenopausal persons w...

09/08/2025

🌸 Perché molte donne restano scettiche sulla terapia ormonale sostitutiva?

Nonostante la menopausa porti con sé disturbi fastidiosi — vampate, secchezza vaginale, insonnia, osteoporosi — tante donne over 60 scelgono ancora di non usare la TOS con ormoni bioidentici.
Ma perché?

Un’indagine pubblicata su "Geriatrics" nell’agosto 1996 (Older women still unconvinced of the benefits of ERT, Geriatrics, 51(8):16) ha cercato di rispondere a questa domanda.
Intervistando oltre 9.000 donne con più di 65 anni, i ricercatori hanno fatto emergere motivazioni molto chiare 👇

📌 Le ragioni del no:

- “Non ne ho bisogno”
Il 30% delle donne ha dichiarato di non aver mai sentito la necessità di iniziare. I sintomi erano sopportabili o già superati. E quindi? Nessuna motivazione per iniziare una terapia.

- “Ho paura degli effetti collaterali”
Il 38% era preoccupata per i possibili danni degli estrogeni: tumori, sanguinamenti, gonfiori, problemi cardiovascolari. Spesso timori non basati su esperienze personali, ma su “voci”.

- “Nessuno me ne ha parlato”
Il consiglio del medico è stato determinante per iniziare. Ma se il medico tace o non è aggiornato, la donna non si informa. Ancora oggi succede.

- “Mi sento bene così”
Per alcune, la menopausa rappresenta una liberazione, non una malattia da curare. E questo è un punto di vista legittimo… ma che può chiudere la porta a soluzioni utili.

💡 Eppure i benefici ci sono:

✅ Riduzione del rischio di osteoporosi e fratture
✅ Miglioramento del sonno e dell’umore
✅ Pelle più tonica, mucose più sane
✅ Vita sessuale più soddisfacente
✅ Prevenzione di alcuni disturbi cognitivi e metabolici

Ovviamente, la terapia va studiata su misura, monitorata e seguita da chi ha competenza in ormoni bioidentici.

🎯 In sintesi:

Lo studio del 1996 metteva in luce un dato importante: la diffidenza verso la terapia ormonale non era solo una questione medica, ma culturale.
Tabù, scarsa informazione, pregiudizi e mancanza di dialogo con i medici erano (e in parte restano) i principali ostacoli.

Oggi, però, la situazione è cambiata. Conoscere meglio gli ormoni significa poter scegliere in modo consapevole, senza paura e senza rassegnazione.

09/08/2025

💪 TESTOSTERONE BASSO E RISCHIO CARDIOVASCOLARE: LO STUDIO CHE HA CAMBIATO LA VISIONE (Barrett-Connor, 1995)

Per decenni si è pensato che il testosterone alto fosse pericoloso per il cuore.
La scienza, però, ci racconta una storia diversa.

Uno studio pionieristico di Elizabeth Barrett-Connor pubblicato su "Diabetes & Metabolism" già nel 1995 ha evidenziato una correlazione importante:
👉 Uomini con bassi livelli di testosterone presentano un profilo metabolico e cardiovascolare più a rischio.

🔍 I PUNTI CHIAVE DELLO STUDIO:

Gli uomini con bassi livelli sierici di testosterone mostravano:

- Maggiore incidenza di obesità viscerale (grasso addominale).
- Livelli più bassi di colesterolo HDL (“colesterolo buono”).
- Maggiore insulino-resistenza ➔ step iniziale verso il diabete tipo 2.
* Questo pattern metabolico si traduce in un aumento del rischio cardiovascolare.

❗ PERCHÉ È IMPORTANTE?

Lo studio di Barrett-Connor ha ribaltato il mito secondo cui il testosterone sarebbe “nemico” del cuore.
In realtà, una carenza di testosterone:

* Peggiora il profilo lipidico (HDL basso, trigliceridi alti).
* Aumenta la resistenza insulinica.
* Favorisce la sindrome metabolica, che è un terreno fertile per infarto, ictus e diabete.

🧬 IL RUOLO DELLA TERAPIA CON ORMONI BIOIDENTICI

Oggi, grazie agli ormoni bioidentici, possiamo correggere in modo fisiologico la carenza di testosterone, ottenendo:
✅ Riduzione della massa grassa viscerale;
✅ Miglioramento dei lipidi (HDL in aumento);
✅ Maggiore sensibilità insulinica;
✅ Incremento della vitalità e del benessere psicofisico.

Ma attenzione: il testosterone bioidentico deve essere calibrato e monitorato da un medico esperto, valutando anche i parametri ematici cardiovascolari (ematocrito, PSA, lipidogramma).

🩺 TESTOSTERONE & CUORE: NON È IL NEMICO, MA UN ALLEATO

Il vero nemico è la carente valutazione ormonale dell’uomo over-40, che viene spesso sottovalutato fino a che i fattori di rischio metabolico non si manifestano in patologie conclamate.

✋ Uomini, non aspettate che sia “troppo tardi”.

Misurare il testosterone non è un vezzo estetico. È un atto di prevenzione cardiovascolare.

09/08/2025

💤 Dormire bene per guarire meglio: il sonno è il miglior alleato del sistema immunitario 🌙🦠

👉 Sapevi che una sola notte di sonno ridotto può diminuire l’attività delle cellule NK (natural killer) fino al 70%?

Dormire poco o male non significa solo sentirsi stanchi: vuol dire indebolire le difese immunitarie, aumentare l’infiammazione e rallentare i processi di guarigione, soprattutto nelle malattie autoimmuni o nelle patologie oncologiche.

💡 Durante il sonno profondo:
• Aumenta la produzione di citochine antinfiammatorie.
• Si potenzia la memoria immunologica, cioè la capacità del sistema immunitario di “ricordare” virus e batteri.
• Diminuisce il cortisolo, l’ormone dello stress che inibisce l’attività immunitaria.

📉 Al contrario, la privazione di sonno cronica è stata associata a:
• Maggiore suscettibilità alle infezioni virali (es. raffreddore, influenza).
• Peggioramento dei sintomi autoimmuni.
• Maggiore rischio di infiammazione sistemica e malattie croniche.

🌱 Se stai seguendo una terapia per una malattia autoimmune, ricordati che il sonno non è un lusso, ma una parte attiva del trattamento.

Se sei in pre o in menopausa e stai avendo problemi di insonnia, sappi che è pericoloso!

📚 Fonti scientifiche:
1. Irwin MR. Sleep and inflammation: partners in sickness and in health. Nat Rev Immunol. 2019.
2. Besedovsky L et al. Sleep and immune function. Pflugers Arch. 2012.
3. Prather AA et al. Behaviorally assessed sleep and susceptibility to the common cold. Sleep. 2015.

Livelli di ormoni sessuali endogeni e funzione cognitiva negli uomini anziani: esiste un livello ottimale?Obiettivo dell...
08/08/2025

Livelli di ormoni sessuali endogeni e funzione cognitiva negli uomini anziani: esiste un livello ottimale?

Obiettivo dello studio: determinare se i livelli di ormoni sessuali endogeni sono associati al funzionamento cognitivo negli uomini.

Metodi: Le prestazioni cognitive sono state valutate in 400 uomini indipendenti di età compresa tra 40 e 80 anni in uno studio trasversale basato sulla popolazione. Sono stati calcolati punteggi composti per la funzione mnemonica, la capacità/velocità di elaborazione e la funzione esecutiva. Il Mini-Mental State Examination è stato utilizzato come misura della funzione cognitiva globale. L'associazione aggiustata di testosterone ed estradiolo con i punteggi dei test neuropsicologici nel gruppo totale e nei sottogruppi è stata valutata mediante analisi di regressione lineare e logistica.

Risultati: Sono state osservate associazioni curvilinee tra T e prestazioni mnemoniche e capacità/velocità di elaborazione, suggerendo livelli ottimali di ormoni sessuali. Non è stata trovata alcuna associazione tra E2 e funzionamento cognitivo. Dopo aver suddiviso la popolazione in quattro decadi di età, è rimasta un'associazione lineare tra T e funzionamento cognitivo nella fascia di età più anziana. Non è stata trovata alcuna associazione nelle altre decadi di età. Livelli di T biodisponibile più bassi sono stati associati a punteggi più bassi su capacità/velocità di elaborazione e funzione esecutiva.

Conclusioni: Livelli più elevati di testosterone sono associati a migliori prestazioni cognitive nella fascia d'età più avanzata. Apparenti associazioni curvilinee tra T e determinate funzioni cognitive negli uomini suggeriscono un livello ormonale ottimale per particolari compiti cognitivi e sono spiegate da associazioni lineari nella fascia d'età più avanzata

Higher testosterone (T) levels are associated with better cognitive performance in the oldest age category. Apparent curvilinear associations between T and certain cognitive functions in men suggest an optimal hormone level for particular cognitive tasks and are explained by linear associations in t...

08/08/2025

🌿 MENOPAUSA E DEPRESSIONE: IL RUOLO DEGLI ORMONI BIOIDENTICI 🌿

La transizione alla menopausa è un periodo di profonde variazioni ormonali che può esporre le donne a un aumento del rischio di depressione e ansia.

🔬 Uno studio pubblicato su “Menopause” (Freeman, 2010) ha dimostrato che le donne in perimenopausa hanno una probabilità significativamente più alta di sviluppare sintomi depressivi, soprattutto se hanno una storia di depressione pregressa.

📊 Questo rischio è stato collegato ai drastici cali e fluttuazioni di estrogeni e progesterone, ormoni che influenzano direttamente i neurotrasmettitori della serotonina e della dopamina, regolando il tono dell’umore.

❓ E ALLORA PERCHÉ NON BASTA “ASPETTARE CHE PASSI”?

Perché la depressione menopausale non è solo una questione “psicologica”, ma una manifestazione di uno squilibrio ormonale che va valutato e trattato in modo personalizzato.

Gli ormoni bioidentici, identici a quelli prodotti dal nostro corpo, rappresentano oggi una delle soluzioni più fisiologiche e sicure per ripristinare un equilibrio neuro-endocrino, con benefici anche sull’umore e la qualità della vita.

✅ PERCHE’ GLI ORMONI BIOIDENTICI FANNO LA DIFFERENZA:

1. Agiscono sui recettori come gli ormoni naturali ➔ migliorano il tono dell’umore riducendo la sintomatologia depressiva.
2. Non sono “a dosi standard" ➔ il trattamento viene calibrato sui tuoi reali livelli ormonali e sui sintomi.
3. Riduzione del rischio di effetti collaterali rispetto a terapie ormonali convenzionali.
4. Migliorano anche la qualità del sonno e la vitalità, spesso compromesse durante la menopausa.

🔎 LO STUDIO CHE DOVREBBERO LEGGERE TUTTI I PROFESSIONISTI

> Freeman EW. Associations of depression with the transition to menopause. *Menopause*. 2010 Jul;17(4):823-7. PMID: 20531231.

Lo studio sottolinea come sia fondamentale non trascurare i sintomi emotivi nella menopausa, e come il supporto ormonale possa essere parte integrante di un approccio medico centrato sulla donna.

✋ NON È SOLO UNA QUESTIONE DI “ETÀ”

Ogni donna ha il diritto di vivere la menopausa in salute, serenità e pieno benessere psico-fisico.

🎯 Ecco perché la valutazione dei livelli ormonali e l’uso mirato di ormoni bioidentici può cambiare radicalmente la qualità della vita in questa fase.

07/08/2025

https://www.goodhormonehealth.com/Chapter%204%20Hypothyroidism.pdf

Questo interessantissimo studio parla della presenza di sintomi tiroidei pur assumendo terapia per ipotiroidismo.

🔬 **IPOTIROIDISMO: NON È SOLO STANCHEZZA. È UN RISCHIO PER IL CERVELLO, IL CUORE E LA QUALITÀ DELLA VITA**

Molti pensano che l’ipotiroidismo sia una semplice “questione di metabolismo lento”. La realtà è ben diversa. Quando la tiroide lavora poco, tutto il corpo rallenta, dal cervello al cuore, e le conseguenze possono essere serie, anche in chi ha valori “nel range”.

📚 Il Capitolo 4 della Good Hormone Health lo spiega con chiarezza:

* 17% delle donne sopra i 60 anni e 9% degli uomini soffrono di ipotiroidismo.
* La causa principale non è lo iodio (come si credeva un tempo), ma una malattia autoimmune: la Tiroidite di Hashimoto.

Cosa succede se l’ipotiroidismo non viene trattato?

Quando il corpo non riceve abbastanza ormoni tiroidei (T3 e T4):

* Il cervello rallenta: nebbia mentale, perdita di memoria, depressione resistente
* Il cuore soffre: colesterolo alto, arterie rigide, rischio cardiovascolare aumentato
* Il metabolismo si blocca: aumento di peso, ritenzione, digestione lenta
* Gli ormoni sessuali si alterano: infertilità, irregolarità mestruali, libido ridotta

E tutto questo può accadere anche con valori di TSH considerati “normali”, perché il TSH da solo non basta a raccontare lo stato di salute della tiroide.

🧠 Ipotiroidismo Centrale e Subclinico: i “grandi dimenticati”

Non tutte le forme di ipotiroidismo nascono nella tiroide. Alcune hanno origine più a monte:

* Ipotiroidismo Centrale (Ipofisario/Ipotalamico): il TSH può essere basso o normale, ma il corpo non produce abbastanza T3 e T4.
* Ipotiroidismo Subclinico: TSH lievemente aumentato (tra 3-5), T4 normale, ma sintomi evidenti. Spesso liquidato come “non significativo”, ma può evolvere verso forme più gravi se ignorato.

🧬 Perché il TSH da solo non basta?

La tiroide lavora in un asse complesso:

1. Ipotalamo → produce TRH
2. Ipofisi → produce TSH
3. Tiroide → produce T4 (precursore) e T3 (ormone attivo)

🔄 Se uno di questi livelli non funziona correttamente, la produzione ormonale si altera, ma il TSH potrebbe non riflettere immediatamente il problema. Ecco perché è fondamentale valutare:

* TSH
* FT3 (libero)
* FT4 (libero)
* Anticorpi anti-tiroide (Anti-TPO, Anti-TG)

💊 Il trattamento: non solo T4

Il trattamento standard è la Levotiroxina (T4). Tuttavia, alcuni pazienti non convertono efficacemente il T4 in T3, e continuano a soffrire di sintomi nonostante una “buona” terapia.

In questi casi può essere utile:

- Aggiungere T3 (Liotironina) a basse dosi distribuite nella giornata
- Valutare l’uso di tiroide secca, sotto controllo medico

🚨 Conclusione: Non accontentarti di sentirti “normale”

Il vero obiettivo della terapia non è avere analisi “nel range”, ma sentirsi bene, con:
✔ Energia
✔ Concentrazione
✔ Peso stabile
✔ Umore equilibrato
✔ Funzioni vitali in equilibrio

Se soffri di sintomi persistenti e ti senti dire che “va tutto bene”, potrebbe essere il momento di rivedere la tua diagnosi in modo più completo.

📚 Fonte: Good Hormone Health – *Chapter 4: Hypothyroidism*

🔎 SERTRALINA + T3 (Liotironina): UN APPROCCIO POTENZIANTE NELLA DEPRESSIONE MAGGIOREUno studio clinico randomizzato, in ...
07/08/2025

🔎 SERTRALINA + T3 (Liotironina): UN APPROCCIO POTENZIANTE NELLA DEPRESSIONE MAGGIORE

Uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ha testato l’efficacia dell’associazione tra sertralina (un SSRI) e liotironina (T3) in pazienti adulti con disturbo depressivo maggiore senza psicosi.

📋 Modalità dello studio

Durata: 8 settimane.
Trattamenti:

Gruppo 1: sertralina +
liotironina
Gruppo 2: sertralina + placebo

Obiettivo principale: risposta clinica (≥ 50% di miglioramento su scala Hamilton).
Obiettivo secondario: remissione (Hamilton ≤ 6 punti).

📊 Risultati

Risposta maggiore con sertralina + T3 → 70% vs 50% nel gruppo placebo.

Remissione nel 58% dei pazienti con T3 vs 38% con solo sertralina

TSH: valori basali più bassi correlavano con remissione nel gruppo T3; la risposta era legata a una riduzione significativa del TSH durante il trattamento

Effetti collaterali: nessuna differenza significativa tra i gruppi; la T3 è risultata ben tollerata

🧠 Interpretazione clinica

L’aggiunta di T3 accelera e potenzia l’efficacia antidepressiva della sertralina, con tassi di remissione significativamente superiori.

Il TSH basale più basso nei remittenti suggerisce un coinvolgimento dell’asse tiroideo nei meccanismi antidepressivi.

Il profilo di tollerabilità è buono, senza aumento di effetti collaterali con T3.

⚠️ Avvertenze

Questo approccio è mirato a pazienti che non hanno ricevuto precedenti antidepressivi e hanno disturbo depressivo maggiore non complicato.

Serve monitoraggio ormonale regolare, con valutazione di TSH, FT3 e FT4.

✅ Conclusioni

Il trattamento con T3 rappresenta una strategia valida per aumentare le remissioni nei pazienti trattati con SSRI.

Può essere utile in casi di depressione resistente iniziale o lenta risposta.

Richiede però consapevolezza clinica, monitoraggio e collaborazione tra gli specialisti.

📚 Fonti principali

* Cooper‑Kazaz et al., *Archives of General Psychiatry*, 2007;64(6):679–688. PMID 17548749 ([Europe PMC][1]).

These results demonstrate enhancement of the antidepressant effect of sertraline by concurrent treatment with liothyronine without a significant increase in adverse effects. The antidepressant effect of liothyronine may be directly linked to thyroid function.

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