22/03/2022
Per quanto si possa cercare di programmare tutto nei minimi dettagli ci sarà sempre qualcosa che sfugge al nostro controllo.
Ho cercato di percorrere con la mente ogni istante della giornata di oggi, ma la realtà andrà per conto suo e sprigionerà attimi inattesi sia nel bene che nel “non proprio bene”.
Alle sei di mattina sono già in piedi, ma in realtà ho aperto gli occhi già alle cinque, sempre che abbia effettivamente dormito...
Arriveranno da Roma per celebrare la cerimonia di apertura degli occhi del Buddha del Dojo Kaerimichi.
Alle otto si metteranno in viaggio da Roma, il Maestro Paolo Taigo Konin il nostro gigante buono, e altri tre membri del Sangha di Roma a cui sono particolarmente affezionata.
Monica Tainin, con la quale mi sento praticamente tutti i giorni, Lorenzo Taiko, a cui rompo sempre le scatole per esortarlo a cucire il suo Kesa, e Toni la donna dalle bellissime ciglia (c'è una storia dietro questa definizione, ma la racconterò un'altra volta).
Per ognuno di loro ho in serbo delle piccole cortesie, spero gli facciano piacere.
Ho giusto il tempo di pulire ogni angolo del Dojo come fosse una giovane dama che si prepara per il suo primo ballo in società.
Cerco di immaginare Sensei Taigo mentre fa sampai davanti all'altare o mentre recita i Sutra, spero che vada tutto bene e ci sia abbastanza spazio per farlo muovere.
Il Dojo Kaerimichi è un piccolo Dojo di casa con l'aspirazione di diventare forse un giorno più grande.
Per via della pandemia ultimamente siamo stati al massimo in quattro e adesso improvvisamente si animerà per l'occasione accogliendo 9 persone, non ci posso credere!
Sono le 13, abbiamo finito di fare le ultime cose e ci fermiamo per il pranzo quando arriva la loro telefonata, saranno qui verso le 14,30.
Che emozione! Sta succedendo davvero, stanno arrivando!
È da tanto che aspetto questo momento, vorrei fare mille domande a Paolo Taigo Sensei ma dubito che ce ne sarà il tempo.
Sono le 14,45 sono qui, sono arrivati!
Bene, da questo momento in poi non mi ricordo nulla di quello che è avvenuto nel dettaglio, quello che mi rimane sono sensazioni ed emozioni intense, tra alti e bassi del mio grado di preoccupazione che si manifesteranno in atteggiamenti maldestri e momenti di cura maniacale.
Non posso fare una cronistoria di quello che è avvenuto dal momento in cui sono arrivati tutti i membri del Sangha di Roma e subito dopo le persone che frequentano il Dojo Kaerimichi.
Uno dopo l'altro si sono avvicendati sulla scena.
I membri del Dojo Kaerimichi: Paolo Ostani, soprannominato da me “il tibetano” per via della sua passione per le campane tibetane; Paolo Pisanu, anche lui soprannominato da me “er Freddo” per via della sua specializzazione nel Cold Training, ultima ma non meno importante la mia cara amica Rosa, detta da me la Dama Bianca per via della sua bellissima chioma.
Una piccola danza è iniziata con assoluta spontaneità tra tutti noi, ognuno si è preso cura di un piccolo/grande compito e subito, come si fossero sempre conosciuti, i membri del Sangha di Roma e quelli di Pavia si sono fusi come un sol corpo.
Qualcuno prepara i fiori per l'ikebana dell'altare, altri approntano le offerte per la cerimonia, altri sistemano le vivande per la cena.
Le braccia della casa intera si sono aperte per questo momento speciale.
Mentre Sensei Taigo Konin si prepara nella stanza di sopra, spiego brevemente ai membri del Dojo Kaerimichi cosa sta per succedere e come muoversi durante gli attimi che seguiranno.
È la prima volta che partecipano ad una vera cerimonia e allo zazen guidato da un Maestro, è anche la prima volta che vedono altri, al di fuori di me, che vestono gli abiti da monaci.
Il Maestro è pronto, il suono del Moppan fuori nel portico suona per la prima volta nel Dojo Kaerimichi, tutti entrano varcando la soglia di legno.
Siamo tutti seduti nel silenzio dello Zazen, sono girata verso il muro e non posso vedere tutti, ma sento al loro presenza come fosse una nota vibrante nell'aria.
Suona la campana per il kinhin, un piccolo cenno del Maestro e ci disponiamo nelle due metà del Dojo, lo spazio è ristretto ma tutto sembra funzionare perfettamente, ognuno trova il suo spazio.
Di nuovo seduti per la seconda sessione dello Zazen.
Comincio a gustarmi la calma dell'abbandono, ascolto il Maestro parlare, le sue parole arrivano come un morbido sospiro sussurrando all'anima momenti di riflessione intensa.
Inizia la Cerimonia di apertura degli occhi del Buddha....