Dott.ssa Paola Feroni

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Dott.ssa Paola Feroni Problemi di ansia?Insoddisfazione per la tua vita? Difficoltà con il/la partner?Problemi al lavoro? Fissa un colloquio e riprendi in mano il tuo benessere.

Ciao e benvenuto/a! Mi chiamo Paola Feroni e sono una Psicologa Psicoterapeuta. Questa pagina può essere utile per capire che cos'è uno spazio psicologico e a scoprire di cosa mi occupo. Buona lettura! Il colloquio psicologico può rappresentare uno spazio e un tempo preziosi per dare un senso alla sofferenza, alle preoccupazioni e alle problematiche che la persona vive nella relazione con se stessa o con gli altri. Assieme alla persona intraprendo un percorso di individuazione e definizione di una personale condizione di benessere da raggiungere, provando ad adottare un nuovo sguardo verso la situazione attuale e mettendo in atto strategie differenti volte al presente e al futuro. Il percorso psicologico è volto alla risoluzione in tempi brevi delle difficoltà portate, dove la relazione è paritaria tra due esperti: da un lato la persona, esperta del suo problema, dall'altro la psicologa, esperta dei processi psicologici, in un clima di rispetto e desiderio comune di lavorare assieme per il superamento della difficoltà e/o il raggiungimento di propri importanti obiettivi, progetti e decisioni da prendere. Il clima che per me è fondamentale creare è di accoglienza, rispetto della persona e della difficoltà che porta. Lo spirito è di condivisione e collaborazione rispetto ad un lavoro da fare assieme, che non prevede una direzione imposta dal professionista, ma viene ragionato e creato assieme. Non esiste UNA ricetta della felicità e dello star bene, ma ognuno ne crea ed inventa una sua, unica e personalissima. Il mio compito è di sostenere ed accompagnare la persona mentre individua e crea le condizioni per raggiungerla, ma anche aiutarla ad individuare nuove modalità per superare gli ostacoli che incontra nel suo cammino verso la meta. Se ti va, clicca "mi piace" su questa pagina e continua la lettura. Grazie!

E tu quali rimpianti immagini potresti avere? 😥Su cosa puoi agire oggi, per cambiare il tuo presente e il tuo futuro? 💙 ...
17/07/2025

E tu quali rimpianti immagini potresti avere? 😥

Su cosa puoi agire oggi, per cambiare il tuo presente e il tuo futuro? 💙



Dott.ssa Paola Feroni
Studio di psicologia e psicoterapia
Via IV Novembre, 18
San Giovanni Lupatoto

Tel. 333-5366175

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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.

La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.

Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.

Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.

Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.

Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.

Alessandro D'Avenia

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30/05/2025

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Tu non balli.
È una cosa tua. Non balli.
Non importa quanto ti piaccia la musica. Non importa quanta gente stia ballando.
Tu non balli e non ballerai mai. L'hai capito abbastanza presto.
Non è servito che nessuno te lo dicesse. Ci sono cose, nella vita, che capisci subito che non fanno per te. Cose che, per quanto ti sforzi, non sarai mai in grado di fare. Ci metti una bella croce sopra e vai avanti senza troppi patemi.

Tu non nuoti.
Avevi otto anni quando l’istruttore t’ha detto: tuffati tranquillo che ti prendo io. Tu ti sei tuffato, lui si è scansato. Quando sei riemerso, ti sei trascinato fuori dalla piscina, sei sfilato davanti a mamma e senza guardarla hai detto: mai più.

Tu non canti.
Ti hanno fatto cantare alle medie. In piedi, davanti a tutta la classe. È stato orribile, era come fingere di provare un’emozione. Loro hanno riso, armonici. Tu, da allora, in silenzio.

Tu non piangi.
Da quando ti hanno spiegato che non si fa. Da quando hai deciso che hanno ragione. Da quando hai deciso che piangere è una vergogna, un’umiliazione. Piangere è pisciarsi addosso dagli occhi. E adesso ti imbarazza chi piange, lo guardi pietoso chi piange. E tieni tutto dentro che è molto più facile, molto più pratico. Non sapendo, in realtà, quanto spazio ci sia dentro. Sperando sia abbastanza.

Tu non ti arrabbi.
Non t’incazzi, non alzi la voce.
C’era già abbastanza gente a casa che lo faceva al posto tuo.

Tu non ti lamenti.
Non importa se stai male, se non dormi. Tu reggi, somatizzi. Accogli la gastrite come una vecchia amica, il bruxismo come un parente. Perché lamentarsi per te è chiedere un abbraccio durante un incendio: fuori luogo, forse persino pericoloso. E anche non ci fosse l’incendio, tu una cosa ormai l’hai decisa: in questa vita, non vuoi disturbare.

Tu non dici di no.
Una volta te l’hanno detto e tu sei stato malissimo. Da allora, niente no. Il termine tecnico sarebbe people pleaser. La banale verità è che sei convinto di dover dimostrare a tutti di meritarti la permanenza sul pianeta.

Tu non ti prendi mai una pausa.
Perché l'orrore vero è l’horror vacui. Perché stare fermo significa ascoltare il tempo che passa. Perché finché hai qualcosa a cui dedicarti, hai una scusa per non dedicarti a te.

Tu non sogni.
Per abitudine, per comodità, per autoconservazione. Perché dopo una certa età diventa imbarazzante.

Tu non chiedi aiuto.
Non è più orgoglio ormai, è istinto. Ti sei fatto quest’idea che chiedere aiuto sia il modo più veloce per certificare il fallimento. E tu non puoi essere un fallito, perché chi mai vorrebbe bene a un fallito? Quindi fai tutto da solo. E fai casini. E ti logori. E rispondi sempre: “tutto a posto”. Finché non ci credi pure tu.

E così, senza accorgertene, la tua vita è diventata un labirinto di divieti.
Un corridoio lungo fatto di porte che hai deciso essere chiuse prima ancora di provare ad aprirle.

A forza di dirti chi non sei, hai smesso di scoprire chi potresti essere.
E magari va bene così. Meglio una vita già vista che un’umiliazione nuova ogni volta che esci dal tracciato. Incastrato nell'autoipnosi dei "sei abbastanza", del positivismo spiccio.

Poi un giorno succede qualcosa.
Poca roba.
Una persona ti guarda. Ti ascolta. Ti fa una domanda semplice, una domanda a cui di solito rispondi in automatico.
E tu stai per ti**re fuori uno dei tuoi trucchi, dei tuoi diversivi, dei tuoi alibi, delle tue cazzate. Ma quella volta qualcosa si inceppa.

Magari succede in una stanza con un estraneo che prende appunti. O sul divano di un’amica. O durante una serata a cui non volevi neanche andare.
Succede che qualcuno, qualcosa – uno sguardo, una voce, la domanda giusta – riesce a scardinare uno di quei “non”.
E all’improvviso tutto cambia.

Tu non balli.
Non balli mai. Non hai mai ballato.
Non balli perché non sai ballare. Non balli perché hai il baricentro dalle parti del collo. Non balli perché riesci a malapena a camminare decentemente, figurarsi muovere tutte quelle cose a ritmo di musica.
Non balli perché quando balli non è semplicemente brutto. È grottesco.
Sembri una di quelle strane bestie dei quadri di Bosch. O uno dei primi anfibi che faticosamente ha lasciato gli oceani per conquistare la terra ferma. O uno struzzo che rotola giù dalle scale.
No.
Nessun ballo. Niente ballo. Mai.
Poi un giorno lei ti chiede di ballare.
E tu dici di sì.
E balli con lei.
E sembri davvero il goffo abominio anfibio che temevi saresti stato.
Ma lei non ride.
Lei ti guarda negli occhi e balla con te.
E alla fine dice: “Sai che balli benissimo?"
E tu, perdutamente scemo, le credi pure.
E cominci a fare cose che avevi deciso di non fare per tutto il resto della tua vita.
Tipo ballare.

Il testo è di Nicolò Targhetta e la grafica di Amandine Delclos.

Riprendi in mano il tuo benessere. 🪷Percorsi di sostegno psicologico e psicoterapia per adulti e giovani adulti.Studio a...
06/05/2025

Riprendi in mano il tuo benessere. 🪷

Percorsi di sostegno psicologico e psicoterapia per adulti e giovani adulti.

Studio a S. Giovanni Lupatoto, in via IV novembre, 18.

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Tel. 333-5366175
Dott.ssa Paola Feroni

Bellissima riflessione. 💙
16/05/2023

Bellissima riflessione. 💙

Amarsi è “appartenersi”

Aver utilizzato il verbo “appartenersi” per intitolare un libro sull’amore di coppia, ad alcuni ha fatto storcere il naso. “Appartenersi” però è la parola che non avremmo mai cambiato con nessun’altra, per dare il titolo ad un libro che mette al centro il valore della coppia e dell’amore stabile. Si confonde spesso il concetto di possesso con quello di appartenenza. Il possesso trasforma l’altro in una cosa mia. L’appartenenza invece è trasformare me e te in un sistema in cui si diventa “noi”. La coppia si regge sul sentirsi appartenenti ad un “noi” che va oltre la propria individualità. Non smetto di essere me stesso quando sono in coppia con te. Non smetti di essere “tu” quando sei in coppia con me. Però insieme io e te diventiamo molto di più. Nell’amore, diventare reciprocamente appartenenti alla coppia permette di andare al di là dei propri confini, per trovare nell’incontro con l'altro ciò che da soli, nel nostro stato di “persone singole”, non avremo mai. L’amore trasforma e fa evolvere. Certo, bisogna entrarci e viverlo con consapevolezza e un senso di sicurezza e adeguatezza di sé: se ci riusciamo però scopriremo che la coppia amorosa diventa un luogo che favorisce e permette un’evoluzione e trasformazione comparabile solo a quella della genitorialità.
In un tempo in cui l’amore è diventato tutto e niente, che celebra la liquidità delle relazioni, parlare di “amore per sempre” può sembrare reazionario. Invece, è davvero rivoluzionario. E’ intorno a questi temi che io e Barbara Tamborini abbiamo sviluppato un progetto editoriale fatto di due libri, pubblicati da Mondadori: “Appartenersi” e “L’Amore cos’è”. Sono due testi per tutti gli apprendisti in amore. Noi due lo siamo da quasi trent’anni. In questi due libri abbiamo cercato di condividere ciò che la nostra professione e la nostra esperienza di vita ci hanno fatto comprendere per fare sì che la coppia non sia vissuta, col trascorrere degli anni, solo come un luogo di fatica e routine, ma continui ad essere uno spazio di ricerca, nutrimento e meraviglia.
Se volete bene a qualcuno, se conoscete qualcuno che si sta interrogando sull’amore…… aiutatelo a comprendere la bellezza di “appartenersi” e condividete con lui/lei questo post.
(L’illustrazione è di Ilaria Zanellato, tratta dal volume “L’amore cos’è” di A. Pellai e B.Tamborini).

Il comune di Verona organizza una serie di eventi interessanti per singoli e famiglie LGBTQ+, che diffondo con piacere. ...
12/05/2023

Il comune di Verona organizza una serie di eventi interessanti per singoli e famiglie LGBTQ+, che diffondo con piacere.

Iniziative come queste possono promuovere sempre più conoscenza, inclusione e cambiamento culturale 🌈 😍 🥰

Arrivata da una gentile collega, condivido volentieri questa immagine sulla gentilezza sul posto di lavoro.❤️E tu quale ...
01/05/2023

Arrivata da una gentile collega, condivido volentieri questa immagine sulla gentilezza sul posto di lavoro.❤️
E tu quale di questi piccoli gesti riservi ai colleghi? Quali vuoi iniziare a fare? 😊

Buon 1° maggio a tutti noi 🙏

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