Dott.ssa Valentina Fava - Psicologa Psicoterapeuta Verona

Dott.ssa Valentina Fava - Psicologa Psicoterapeuta Verona Psicologa e Psicoterapeuta Sono la dott.ssa Valentina Fava, psicologa regolarmente iscritta all'Albo degli Psicologi del Veneto con n° Ordine 8902.

Ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia Clinica presso l'Università degli Studi di Padova nel 2012 e, in seguito, ho ottenuto il diploma di specializzazione quadriennale in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale presso l'Associazione di Psicologia Cognitiva di Verona nel 2018. Ho acquisito la competenza specifica e certificata nelle seguenti tecniche psicoterapeutiche: “Compassion Focused Therapy”, “DBT - Dialectical Behavior Therapy”, “Schema Therapy”. Dal 2014 svolgo attività in libera professione a Verona e mi occupo di disturbi d'ansia e attacchi di panico, fobie, disturbi ossessivo-compulsivi, depressione e disturbi dell'umore, disturbo da stress post traumatico, disturbi di personalità, problematiche relazionali, bassa autostima. Dal 2017 svolgo attività di supporto psicologico a bambini e adolescenti con cardiopatie congenite e alle loro famiglie prima, durante e dopo il ricovero per intervento cardiologico o cardiochirurgico presso la Cardiologia Pre-natale, Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Nel corso degli anni di formazione ho svolto tirocini presso i servizi ospedalieri e territoriali, attraverso cui ho potuto acquisire competenza ed esperienza nel settore della salute mentale in età adulta e in età evolutiva (USD Psicologia Clinica - AOUI Borgo Trento Verona; Consultorio Familiare Verona Nord; Casa di Cura Villa Santa Chiara; UOC Neuropsichiatria Infantile e Psicologia dell’Età Evolutiva - ULSS 20 Verona; UOC Cardiologia Pediatrica - Azienda Ospedaliera di Padova).

Ciascuno di noi ad un certo punto della vita si trova a dover affrontare una condizione di profonda sofferenza, ma è in ...
24/03/2025

Ciascuno di noi ad un certo punto della vita si trova a dover affrontare una condizione di profonda sofferenza, ma è in quel momento che ha la possibilità di riscoprirsi e, talvolta, di scoprire se stesso 🤍

“Abbastanza è un’illusione. Abbastanza è la parola che usiamo per torturarci. In questo periodo dell’anno in particolare...
28/12/2024

“Abbastanza è un’illusione. Abbastanza è la parola che usiamo per torturarci. In questo periodo dell’anno in particolare, quando scatta la malsana abitudine di fare bilanci. Non ho fatto abbastanza, non ho visto abbastanza, non sono stato abbastanza felice, abbastanza produttivo, abbastanza rilevante. Partite a gennaio con tutte le aspettative del mondo sulle spalle e a dicembre vi fate il processo. Lei non può darsi un punteggio. Glielo possono dare gli altri al limite, ma non cambierebbe niente. Lei è lei.”

2024 – Un bel lavoro.
- Prego?
2024 – È quello che mi hanno detto loro.
- Loro chi?
2024 – Quando c’è stato il passaggio di consegne e tutto il resto.
- Ah già, com’è andata?
2024 – Bene, bene. Mi hanno fatto i complimenti.
- Lo vede? E lei che era preoccupato.
2024 – Hanno detto che ho fatto un bel lavoro, “un lavoro pulito”. Così hanno detto. Un lavoro pulito. Non le sembra uno strano modo per dirlo? Un lavoro pulito.
- Non è d’accordo?
2024 – No. Non lo so. Era una piccola cosa. Un contratto a tempo determinato.
- Era comunque un impegno importante che ha assolto con grande professionalità.
2024 – Se lo dice lei.
- Non mi sembra convinto.
2024 – Lei come crede che sia andato?
- Non sta a me dirlo.
2024 – Le ho fatto del male?
- No.
2024 – Me lo direbbe, vero? Se le avessi fatto del male.
- È questo che la preoccupa?
2024 – Questo. E il dopo. Sa, a gennaio devo trovarmi qualcos’altro da fare.
- Ha già qualche idea?
2024 – So che 1980 adesso lavora tanto nella moda, 2010 e negli effetti speciali, 1929 è in politica. Ma io non credo di avere quello che serve.
- Cosa pensa che le manchi?
2024 – Non sono un anno rilevante.
- Certo che è un anno rilevante. È adesso.
2024 – Sa cosa intendo. Nel lungo periodo. Come 1789.
- È per quello che ha sparato a un CEO?
2024 – O 1492 o il 2000.
- Non possiamo essere tutti il 2000.
2024 – Quindi devo rassegnarmi alla mia mediocrità?
- Lei non è mediocre.
2024 - Sa che ero andato per scusarmi?
- Dove?
2024 – Da loro, quando ho riportato le chiavi e i documenti.
- Scusarsi per cosa?
2024 – Non lo so. Per i morti, per Trump, per i film al cinema. Per Tim Burton.
- Ne abbiamo già parlato. Quelle cose non dipendono da lei.
2024 – Hanno il mio nome sopra.
- E ce l’hanno anche le nascite, gli innamoramenti, le guarigioni. Sa che c’è gente lì fuori per cui il 2024 è stato l’anno migliore della propria vita? Lei è la cosa più bella che è capitata a qualcuno. Ci pensa mai?
2024 – Potevo fare di più. Potevo gestire meglio certe cose. Ho ammazzato Maggie Smith, cristo santo…
- Che anno ammira?
2024 – In che senso?
- Ci sarà un anno che la ispira, che le piace, che stima. Un anno che vorrebbe essere.
2024 – Il 1993.
- Perché?
2024 – E me lo chiede? Il 1993 è un anno così felice, sicuro di sé, spensierato. Il 1993 ha tutto: pace, stabilità, speranza per il futuro.
- Il 1993 è depresso.
2024 – Come lo sa?
- È un mio paziente.
2024 – No.
- Sì. Sa cosa crede il 1993? Crede di non aver fatto abbastanza.
2024 – Ma… ma… come fa a pensarlo? Non con quelle pellicole. Non col Festivalbar…
- Eppure, è così. Vede, io seguo molti anni problematici. 2001 non riesce più a viaggiare, 2008 non arriva a fine mese, 2020 è pieno di rimpianti, 1943 fa solo incubi e 476 non l’ha ancora superata. Ma seguo anche molti anni che apparentemente sembrano sereni e poi finiscono per dirmi tutti la stessa cosa. Non sono stato abbastanza. Non ho fatto abbastanza. Allora mi dica, cos’è abbastanza per lei?
2024 – Non lo so.
- È questo il punto. Nessuno lo sa. Abbastanza è un’illusione. Abbastanza è la parola che usiamo per torturarci. In questo periodo dell’anno in particolare, quando scatta la malsana abitudine di fare bilanci. Non ho fatto abbastanza, non ho visto abbastanza, non sono stato abbastanza felice, abbastanza produttivo, abbastanza rilevante. Partite a gennaio con tutte le aspettative del mondo sulle spalle e a dicembre vi fate il processo. Lei non può darsi un punteggio. Glielo possono dare gli altri al limite, ma non cambierebbe niente. Lei è lei. Con le guerre e le Olimpiadi, gli uragani e i restauri, giornate belle e giornate brutte, miracoli e tragedie. E non doveva fare abbastanza. Doveva fare. E ha fatto. Forse la gente la ricorderà, forse lo farà per i motivi sbagliati, o forse si dimenticherà di lei. Ma lei rimane lei. Si ricorda cosa mi ha detto la prima volta che ci siamo visti un anno fa?
2024 – Non sono pronto.
- Esatto. Non sono pronto. E si guardi ora. Mancano pochi giorni. Ce l’ha fatta. Ci è riuscito. Ci ha portati fino al 31 dicembre. Non era scontato.
2024 – Forse ha ragione.
- E mi faccia un favore. In questi ultimi giorni, niente conti, niente bilanci, niente abbastanza. Provi solo a essere felice per il fatto di essere qui.
2024 – Grazie. Io… ci proverò.
- La nostra ora è terminata. Mi fa un favore? Quando esce, fa entrare il prossimo appuntamento?
2024 - Certo.
- E... 2024?
2024 - Sì?
- Buon anno.
2024 - Buon anno.

- Mi dica tutto.
2025 – Non sono pronto.

Il testo è di Nicolò Targhetta e la grafica di Amandine Delclos.

~ 𝒯ℯ𝓂𝓅ℴ 𝒹𝒾 𝒸𝒶𝓂𝒷𝒾𝒶𝓂ℯ𝓃𝓉𝒾 ~Questo mese ho chiuso la porta dello studio in cui ho svolto l’attività libero professionale in ...
29/06/2024

~ 𝒯ℯ𝓂𝓅ℴ 𝒹𝒾 𝒸𝒶𝓂𝒷𝒾𝒶𝓂ℯ𝓃𝓉𝒾 ~
Questo mese ho chiuso la porta dello studio in cui ho svolto l’attività libero professionale in questi anni, lo studio in cui mi ero spostata nel 2019 e che è stato il primo che ho potuto sentire davvero “mio”, arredandolo secondo il mio personale gusto in ogni angolo. Non è stata una decisione semplice, come avviene per qualsiasi tipo di cambiamento, che inevitabilmente porta con sé aspetti positivi e aspetti negativi, emozioni piacevoli ed emozioni meno piacevoli. Quante parole, quanti silenzi, quante lacrime e quanti sorrisi si sono spesi dentro a queste mura, su queste due poltroncine poste l’una di fronte all’altra e, talvolta, a distanza. Tanti percorsi iniziati, alcuni conclusi, altri che proseguiranno non appena ne avrò la possibilità, in quel luogo che dal 2012 occupa un’altra stanza del mio cuore, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e, in particolare, dal 2017, la Cardiologia Pediatrica, con borse di studio finanziate prima dall’associazione Il Grande Cuore di Moreno Odv, poi da Cariverona, fino
ad arrivare ad oggi, in cui mi è stata offerta la possibilità di assunzione dal 1 luglio. È stata una posizione che ho desiderato per talmente tanto tempo che non credevo sarebbe stata più possibile da raggiungere, ma sono entusiasta di poter tornare ad occuparmi dei miei piccoli pazienti e delle loro famiglie che tanto mi hanno dato negli anni ospedalieri, insegnandomi quanta forza e quanto coraggio possano esserci anche dentro alla sofferenza umana più profonda.
Ma, quando ho chiuso dietro di me la porta del “mio” studio, non ho potuto fare a meno di commuovermi e provare estrema gratitudine per ogni persona che in questi cinque anni si è affidata a me, affrontando, seduta dopo seduta, la propria sofferenza, svelando poco a poco, in primis a se stessa, le proprie fragilità e, al contempo, rendendo me custode depositario di dolorosi frammenti della propria vita. Per cui, grazie di cuore a ciascun paziente che all’interno di queste mura mi ha dato fiducia e la possibilità di crescere professionalmente, ma soprattutto umanamente.
Che sia soltanto una piccola pausa e un arrivederci, in un altro luogo ❤️

Un percorso di psicoterapia implica l’incontro di due anime che entrano in empatia e in risonanza l’una con l’altra ❤️  ...
07/06/2024

Un percorso di psicoterapia implica l’incontro di due anime che entrano in empatia e in risonanza l’una con l’altra ❤️

14 Febbraio, Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite 🫀
14/02/2024

14 Febbraio, Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite 🫀

Oggi, 14 febbraio, San Valentino, è la giornata mondiale delle cardiopatie congenite ❤️‍🩹
Le cardiopatie congenite sono le più frequenti malformazioni riscontrabili alla nascita e hanno un'incidenza in Italia di 8-10 neonati per 1000 nati vivi.
È la missione de Il Grande Cuore di Moreno Odv sensibilizzare e informare la comunità per imparare ad accogliere chi ne è affetto.
Grazie alla ricerca e ai sempre più complessi progressi scientifici, molti bimbi sono diventati adulti cardiopatici che cercano il loro posto nel mondo e nella società.
La famiglia, però, è il luogo più fragile e indifeso, teatro dei sacrifici e delle speranze di tutti.
Il cuore che batte, forse a metà, trova un rifugio tra chi ama.
Vogliamo che nessuno si senta portatore di un "difetto"!
Continuiamo a diffondere il nostro messaggio di amore e impegno.
Grazie a chi crede e continua a sostenere la nostra speranza ❤️


Celebriamo ogni conclusione perché apre inevitabilmente le porte a nuovi inizi,brindiamo alle opportunità insite nel cam...
01/01/2024

Celebriamo ogni conclusione perché apre inevitabilmente le porte a nuovi inizi,
brindiamo alle opportunità insite nel cambiamento 💫
Tanti auguri di un sereno 2024 ♥️

Grazie a Il Grande Cuore di Moreno Odv ❤️
06/12/2023

Grazie a Il Grande Cuore di Moreno Odv ❤️

𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲Riconoscere che c’è violenza è doloroso.Vederla spesso è difficile...
25/11/2023

𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲

Riconoscere che c’è violenza è doloroso.

Vederla spesso è difficile. Difficile perché fa male. Difficile perché all’interno di relazioni intime. Difficile perché a volte subdola, invisibile.

Non solo schiaffi, segni e lividi, ma forme diverse di violenza, psicologica e morale.

Il femminicidio non nasce dal nulla: è alimentato da fiumi, talvolta sotterranei, ma molto più spesso evidenti e tollerati, che narrano la violenza domestica, economica, psicologica, assistita come normale manifestazione di "amore".

Come psicologhe e psicologi dobbiamo imparare a riconoscere tutti questi segnali e insegnare a farlo: è un'operazione difficile perché impatta su una cultura che questa violenza la usa da sempre e la trova "normale".

Una volta per tutte abbiamo bisogno di nuovi occhiali che ci consentano di riconoscere la violenza degli uomini sulle donne e di farla vedere: è un nostro compito di professioniste e professionisti "ampliare" di default la nostra percezione e rovesciare la narrazione negazionista di chi riduce la violenza ad un conflitto fra pari poteri.

E lavoriamo senza stancarci affinché il NO ad una relazione sia percepito come un diritto, anche se doloroso, da accettare.

Tutte le donne devono poter guardare al futuro senza più paura.

❤️duole

𝘊𝘰𝘯𝘴𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘕𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘖𝘳𝘥𝘪𝘯𝘦 𝘗𝘴𝘪𝘤𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪

Insieme a Olimpia e ai suoi genitori, insieme a tutti quei bambini e a quei genitori che vivono “sospesi” ♥️
17/10/2023

Insieme a Olimpia e ai suoi genitori, insieme a tutti quei bambini e a quei genitori che vivono “sospesi” ♥️

Ho conosciuto Giulia qualche giorno fa. Siamo tutte e due di Verona, abbiamo più o meno la stessa età. Come me lei ha un figlio piccolo. Una figlia, per la precisione, che si chiama Olimpia e ha tre anni e mezzo.
Da questo punto in poi, però, la storia cambia del tutto. Perché quello che Giulia sta vivendo da quando è rimasta incinta io non lo posso nemmeno immaginare.
Olimpia, infatti, ha un problema al cuore da quando è in pancia. Adesso si trova in ospedale, a Borgo Trento, in attesa che qualcuno le regali un cuore nuovo.
E’ ricoverata da quasi sei mesi.
Quando lo chiedo, qualche giorno fa, Giulia mi risponde “da 168 giorni e due ore”. Senza pensarci, come se il tempo le scorresse in caratteri luminosi sotto le palpebre. E’ un conteggio che parla di paura, di speranza, di attesa. Così tante cose tutte insieme che faccio fatica ad immaginarmele.
Abbiamo parlato tanto. Giulia mi ha raccontato della malattia di Olimpia, dei tre anni e mezzo che le hanno portate fino a qui. Di suo figlio, quello più grande, che le cambia la prospettiva. Mi ha detto che è fortunata perché può tornare a casa tutti i giorni a farsi la doccia. Perché va a pilates comunque, due volte alla settimana. Perché ci sono persone, come lei, che non hanno l’ospedale vicino a casa e devono cambiare città per aiutare i propri figli. E nel dolore di una malattia ci sono famiglie che così si spezzano.
Mi ha detto poi una cosa che a me, che sono mamma da quattro mesi appena, ha fatto ve**re da piangere. Mi ha detto che lei, per il futuro di sua figlia, non prega. Cosa devo pregare? mi ha chiesto. Che muoia un altro bambino perché dia la vita alla mia? Non posso farlo. Preferisco pensare che forse il destino di Olimpia sarà la vita e che quindi, prima o poi, arriverà per lei un regalo.
E’ così che siamo finite a parlare di donazione di organi in età pediatrica. Che fa male solo a pronunciarla ma è una realtà con cui tanti, da una parte o dall’altra, devono fare i conti.
Non so come sia in altri paesi, ho scoperto però che in Italia i donatori sono pochissimi.
Nemmeno la metà di chi potrebbe.
Non sto scrivendo per fare processi a nessuno, figuriamoci, men che meno a chi fa i conti con il dolore più grande di tutti.
Penso però che di questa cosa si debba parlare.
Che si debba cominciare a fare informazione. A dire “guardate, forse il vostro dolore può avere un senso”. Non è una riparazione, macché, la riparazione non esiste, ma è forse un modo per non rendere sterile tutta quella sofferenza. Non so chi dovrebbe farsi carico di tutto questo. Credo però che sia importante pensarci. Trovare un modo, come Ospedale, come Regione, come Comune, non so, per mettere davanti le famiglie a questa realtà. Magari non nel momento della perdita, ma prima. Per creare dei genitori informati. Genitori che sappiano che c’è Olimpia, in ospedale, e che di Olimpia ce ne sono tante in tutta Italia. Bambine che hanno una mamma che non prega ma che sono lì, da centinaia di giorni, in attesa di un regalo.

Il dono più bello di questa prima puntata?F: “Stamattina non volevo ve**re perché credevo mi sarei annoiato, invece sono...
14/11/2021

Il dono più bello di questa prima puntata?
F: “Stamattina non volevo ve**re perché credevo mi sarei annoiato, invece sono felice di esserci stato, mi sono davvero divertito!”
La spontaneità dei bambini ❤️

Quando percepiamo un pericolo si attiva in noi, in modo automatico e inconsapevole, il sistema di difesa che prevede una...
12/09/2021

Quando percepiamo un pericolo si attiva in noi, in modo automatico e inconsapevole, il sistema di difesa che prevede una sequenza di quattro distinte risposte, comuni in tutti i mammiferi: 𝐟𝐫𝐞𝐞𝐳𝐢𝐧𝐠 (congelamento), 𝐟𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 (fuga), 𝐟𝐢𝐠𝐡𝐭 (attacco), 𝐟𝐫𝐢𝐠𝐡𝐭 (immobilità tonica). Nella nostra specie, se l’individuo avverte di non avere alcuna possibilità di sopravvivenza può rispondere alla minaccia con una quinta risposta estrema, il 𝐟𝐚𝐢𝐧𝐭, una brusca riduzione del tono muscolare (sincope vaso vagale) che si accompagna alla disconnessione tra i centri superiori e quelli inferiori determinando un distacco dall’esperienza e possibili sintomi dissociativi. Nel lungo periodo la mancata integrazione dell’evento traumatico nella memoria cosciente può rappresentare un fattore di vulnerabilità per lo sviluppo di diverse psicopatologie, come il Disturbo da Stress Post Traumatico. Per tali disturbi il trattamento psicoterapico elettivo, supportato empiricamente ed evidence-based, è l’𝐄𝐌𝐃𝐑 - 𝐄𝐲𝐞 𝐌𝐨𝐯𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭 𝐃𝐞𝐬𝐞𝐧𝐬𝐢𝐭𝐢𝐳𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 𝐚𝐧𝐝 𝐑𝐞𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐠 che, attraverso i movimenti oculari o altre forme di stimolazione ritmica come il tapping, consente all’individuo di portare alla memoria ed elaborare l’evento traumatico integrandolo nella propria coscienza e ricollocandolo nel passato.

09/04/2021

Egregio Presidente Draghi,

le Psicologhe e gli Psicologi in questa pandemia sono stati (e sono) in prima linea.

A curarsi di un Paese emotivamente in frantumi.
Sono stati lì, a rimettere insieme i pezzi delle famiglie smarrite.
A sostenere i bambini con disabilità grave, i ragazzi in DAD, gli anziani fragili e isolati.
Le donne vittime di violenza.
I malati terminali.
I pazienti emotivamente stremati da mesi di lockdown, perdite di lavoro, rotture di rapporti affettivi.
Hanno curato il paese, si sono curati dell'Italia nelle RSA, negli ospedali, nei consultori, negli studi professionali, nelle Scuole.

Proprio il Decreto che porta il suo nome pochi giorni fa ha previsto l'obbligo di vaccino per tutti gli psicologi, assieme a tutti gli altri professionisti sanitari italiani.
Lascia quindi interdetti che, ora, Lei citi proprio la nostra categoria come esempio negativo per l'accesso ai vaccini, come se fossimo un po'... dei "Sanitari a Metà".

Come categoria siamo subito finiti su tutti i giornali, additati come esempio di chi forse si dovrebbe vergognare di qualcosa.
Ma di che cosa, non mi è chiaro.

Presidente, di questa categoria al servizio di un Paese sofferente io invece sono ORGOGLIOSO.
E se conoscesse meglio le mille storie di Cura quotidiana che la animano, in contesti spesso drammatici e profondamente dolorosi, lo sarebbe anche Lei.

Chi "SI PRENDE CURA", per noi non è e non sarà mai un "Sanitario a Metà".

Con immutata stima, ma con altrettanta chiarezza: questa volta, Presidente, ha scelto l'esempio sbagliato.

Luca Pezzullo
Presidente dell'Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto

Indirizzo

Verona

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Chi sono

Sono la Dott.ssa Valentina Fava, psicologa psicoterapeuta regolarmente iscritta all'Albo degli Psicologi del Veneto, sezione A n° 8902. Ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia Clinica presso l'Università degli Studi di Padova nel 2012 e, in seguito, ho ottenuto il diploma di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale presso l'Associazione di Psicologia Cognitiva di Verona nel 2018. Ho acquisito la competenza specifica e certificata nelle seguenti tecniche psicoterapeutiche: “EMDR - Eye Movement Desensitization and Reprocessing”, “DBT - Dialectical Behavior Therapy” per il Disturbo Borderline di Personalità, “Schema Therapy”, “Compassion Focused Therapy”.

Dal 2014 svolgo l’attività in libera professione a Verona. Mi occupo di: disturbi d'ansia, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell'umore, disturbo da stress post traumatico, disturbi di personalità, bassa autostima, problematiche relazionali.

Attualmente ho un assegno di ricerca presso l’UOC Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona, finanziato dall’Associazione Onlus Il Grande Cuore di Moreno, attraverso cui svolgo l’attività di supporto psicologico a bambini e adolescenti con cardiopatie congenite e alle loro famiglie, prima, durante e dopo l’ospedalizzazione.

Nel corso degli anni di formazione ho svolto numerosi tirocini presso i servizi ospedalieri e territoriali attraverso cui ho potuto acquisire competenza ed esperienza clinica nel settore della salute mentale in età adulta e in età evolutiva (USD Psicologia Clinica - AOUI Borgo Trento Verona; Consultorio Familiare Verona Nord; Casa di Cura Villa Santa Chiara; UOC Neuropsichiatria Infantile e Psicologia dell’Età Evolutiva - ULSS 20 Verona; UOC Cardiologia Pediatrica - Azienda Ospedaliera di Padova).