Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta Dott. Roberto Cavaliere - Studio in Milano, Roma, Napoli e Salerno - responsabile sito www.maldamore.it - tel 320 8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.

Sapiosexual: quando l’intelligenza diventa desiderioC’è chi si innamora di un sorriso, chi di un profumo, chi di uno sgu...
24/09/2025

Sapiosexual: quando l’intelligenza diventa desiderio

C’è chi si innamora di un sorriso, chi di un profumo, chi di uno sguardo. E poi ci sono quelli che si accendono davanti a una mente brillante. È ciò che viene definito sapiosexual: l’attrazione erotica, affettiva o emotiva che nasce dall’intelligenza dell’altro.

Non è una moda, anche se il termine gira molto negli ultimi anni. È piuttosto una modalità antica di sentire. L’intelligenza che seduce non è solo capacità logica o nozionistica: è curiosità, profondità, capacità di stupire con le parole, connettere idee, raccontare il mondo in modo diverso. È la scintilla che trasforma una conversazione banale in un incontro irripetibile.

Dal punto di vista psicologico, il sapiosexual rivela quanto il desiderio sia meno legato al corpo in sé e più all’esperienza della relazione. A colpirci non è tanto l’apparenza, ma l’eco che l’altro risveglia dentro di noi: sentirci stimolati, riconosciuti, spinti un po’ più in là rispetto ai nostri confini.

Ma attenzione: l’idealizzazione di una mente brillante può nascondere insidie. Può diventare una gabbia, una dipendenza sottile: innamorarsi non della persona, ma del suo modo di farci pensare. L’intelligenza, se isolata da empatia ed emozione, rischia di trasformarsi in un fascino freddo, distante.

Forse, allora, il vero cuore del sapiosexual non è tanto “l’amare il cervello”, quanto l’incontro tra mente e presenza: l’altro che pensa e, insieme, sente. È in questa alchimia che l’intelligenza diventa desiderio vivo, nutriente, pieno.

In fondo, chi si riconosce in questo modo di amare ci ricorda una cosa semplice e potente: il corpo può attrarre, ma è la mente che ci trattiene
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

COSA È IMPORTANTE CAPIRE NELLE RELAZIONI ?Nelle relazioni ciò che ci sfida di più è l’equilibrio: prendersi cura senza p...
24/09/2025

COSA È IMPORTANTE CAPIRE NELLE RELAZIONI ?
Nelle relazioni ciò che ci sfida di più è l’equilibrio: prendersi cura senza perdersi, restare presenti senza trattenere a tutti i costi.

Si comincia dall’ascolto delle proprie aspettative: cosa chiediamo davvero all’altro? E da dove nasce il bisogno di insistere?

Il corpo e le emozioni sono alleati preziosi: stanchezza, frustrazione, rabbia o rassegnazione sono segnali che ci guidano, se impariamo a riconoscerli.

Poi arriva un passo delicato: distinguere ciò che dipende da noi da ciò che non possiamo cambiare. Spesso ci accaniamo proprio dove non abbiamo potere, e invece lasciamo andare dove la nostra presenza sarebbe necessaria.

Infine, c’è il distacco affettivo: lasciar correre non è indifferenza, lasciar perdere non è rinunciare. È una forma di rispetto per se stessi.

Un percorso psicoterapeutico breve accompagna in questi passaggi, mettendo a disposizione non solo strumenti concreti, ma anche la mia lunga esperienza professionale nel campo delle relazioni e un patrimonio personale di 60 anni di vita e ascolto.
Un bagaglio che diventa bussola condivisa.

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"Non trasformare il graffio in una ferita." EpittetoUn graffio fa male, ma guarisce presto.Il problema nasce quando lo t...
21/09/2025

"Non trasformare il graffio in una ferita." Epitteto

Un graffio fa male, ma guarisce presto.
Il problema nasce quando lo tocchiamo di continuo, lo ingigantiamo, lo trasformiamo in una ferita aperta.

Così accade anche con le parole dette male, con le piccole frustrazioni quotidiane, con le delusioni inevitabili della vita. Un episodio spiacevole può restare un graffio, o diventare una ferita che ci portiamo dentro a lungo: dipende da quanto ci aggrappiamo al dolore.

Non significa negare ciò che ci fa soffrire, ma imparare a dargli la misura giusta.
Un graffio è un graffio: riconoscilo, curalo, e lascialo andare.

La saggezza sta nel non permettere alle piccole cose di diventare grandi prigioni
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

“Bisogna stare attenti che un sì detto agli altri non si trasformi in un no detto a noi stessi.”Questa frase tocca un no...
18/09/2025

“Bisogna stare attenti che un sì detto agli altri non si trasformi in un no detto a noi stessi.”

Questa frase tocca un nodo delicato: il confine tra generosità e annullamento.
Dire sì agli altri può essere un atto di cura, un gesto d’amore. Ma quando quel sì nasce dalla paura di deludere, dall’ansia di essere rifiutati o dal bisogno di compiacere, rischia di diventare un tradimento silenzioso verso di noi.

Ogni volta che accettiamo qualcosa che non sentiamo davvero, stiamo rinunciando a una parte della nostra autenticità. E, a lungo andare, quella somma di piccoli “no” a noi stessi può trasformarsi in fatica, risentimento, vuoto.

Imparare a dire no non è egoismo: è igiene emotiva. È proteggere lo spazio vitale che ci permette poi di dare un sì pieno, convinto, libero.
Un sì che nasce da dentro non pesa, non logora, non lascia rimpianti.

👉 Forse la vera domanda è: a chi stiamo dicendo sì, in questo momento?
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

Il distacco strategico nelle relazioni disfunzionaliNelle relazioni malsane, disfunzionali o segnate da dipendenza affet...
17/09/2025

Il distacco strategico nelle relazioni disfunzionali

Nelle relazioni malsane, disfunzionali o segnate da dipendenza affettiva, una delle difficoltà maggiori è la capacità di prendere distanza dall’altro. Non si tratta soltanto di un distacco definitivo – spesso impensabile nelle prime fasi – ma anche di riuscire a separarsi per brevi periodi.

Molte persone faticano a tollerare perfino un’assenza momentanea: la paura del vuoto, del rifiuto o dell’abbandono rende quasi impossibile creare uno spazio personale. Eppure, proprio qui può entrare in gioco il concetto di distacco strategico.

Pensato come una “prova” o una manovra consapevole, il distacco strategico può avere due possibili effetti:

da un lato, può indurre una risposta nell’altro, facendo emergere se vi sia un cambiamento reale nella relazione;

dall’altro, e forse ancor più importante, diventa una strategia verso se stessi. Mostrarsi in grado di reggere un periodo di separazione significa dimostrare che si possiede già, almeno in parte, la forza necessaria. È un piccolo allenamento che prepara, passo dopo passo, anche a un eventuale distacco definitivo.

Naturalmente, non esiste una formula universale. Ogni relazione e ogni persona richiedono valutazioni attente: tempi, modi e condizioni del distacco devono essere concordati e calibrati con il supporto di un terapeuta esperto, capace di leggere i rischi, le resistenze e le opportunità del percorso.

Il distacco strategico non è un gesto impulsivo, ma un esercizio di consapevolezza. È il tentativo di creare uno spazio in cui la persona possa respirare, osservarsi e riconoscere risorse che, fino a quel momento, sembravano irraggiungibili.

Se sente che la sua relazione la intrappola in schemi che non le permettono di vivere serenamente, potrebbe essere il momento di chiedere un aiuto professionale. Un percorso terapeutico può darle gli strumenti per valutare se e come introdurre un distacco strategico, e per scoprire quale libertà interiore può nascere da questa esperienza.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta
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AMORE, UMORE O...TUMORE ?Nelle relazioni di coppia ci si incontra prima di tutto nell'amore. È l’energia che unisce, il ...
09/09/2025

AMORE, UMORE O...TUMORE ?
Nelle relazioni di coppia ci si incontra prima di tutto nell'amore. È l’energia che unisce, il desiderio di condividere, di costruire, di prendersi cura. Ma cosa succede quando l’amore viene costantemente influenzato – o meglio, contaminato – dall’umore?

L’umore è naturale. Tutti abbiamo giornate no, momenti di stress, tristezze che ci attraversano. Ma quando il clima emotivo interno di una persona diventa il meteo fisso della coppia, allora qualcosa si inceppa. L’amore smette di fluire liberamente, e inizia a zoppicare. Ogni gesto, ogni parola, ogni scelta viene filtrata dal tono emotivo del momento. Il partner inizia a camminare sulle uova, a regolarsi sull’instabilità dell’altro. In questa fase, l’amore non è più amore. È umore.

E se l’umore diventa cronico, se l’andamento della relazione dipende sempre da ciò che uno dei due sente e impone, allora si entra in un territorio più serio. Il rapporto comincia ad ammalarsi. Diventa tumore: qualcosa che cresce in modo disfunzionale, che invade, che consuma, che chiede continuamente ma restituisce poco o nulla.

Il passaggio da amore a tumore spesso è silenzioso. Ci si abitua. Ci si giustifica (“è solo un periodo”, “ha avuto un’infanzia difficile”, “quando sta bene è meraviglioso”). Ma il prezzo è alto: si perde sé stessi, si diventa servitori dell’umore altrui, si spegne il desiderio, si soffoca la spontaneità.

Amare non vuol dire farsi carico dell’altro a ogni costo, né tantomeno diventare il parafulmine dei suoi squilibri emotivi. Amare è incontrarsi da adulti responsabili del proprio mondo interiore, capaci di contenere e condividere, non di scaricare.

Se ti accorgi che la tua relazione sta scivolando dal terreno dell’amore a quello dell’umore, o peggio, verso il tumore, fermati. Rifletti. Chiedi aiuto. Perché un amore sano non cresce nella paura, nell’instabilità o nel controllo, ma nella libertà, nella reciprocità e nella cura consapevole
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

In Sila, un cabrio e una chiesetta di legno: quando il viaggio incontra il silenzio.(Una delle mie due cabrio: Audi A3 )...
08/09/2025

In Sila, un cabrio e una chiesetta di legno:
quando il viaggio incontra il silenzio.
(Una delle mie due cabrio: Audi A3 )

“Non cercare la forza per sopportare, ma la forza per lasciare andare.”Sopportare spesso diventa sinonimo di immobilità:...
06/09/2025

“Non cercare la forza per sopportare, ma la forza per lasciare andare.”

Sopportare spesso diventa sinonimo di immobilità: resistere a tutti i costi, anche quando quel peso ci schiaccia. È un’illusione di forza, che in realtà nasconde paura di cambiare.

La vera forza non è stringere i denti, ma aprire le mani. È scegliere di non restare intrappolati in ciò che non nutre più, in dinamiche che logorano, in legami che chiedono solo sacrificio.

Lasciare andare significa riconoscere che non tutto va trattenuto. È dare fiducia al futuro, al movimento naturale delle cose, a quel vuoto che diventa spazio per respirare e ricominciare.

👉 E tu, cosa stai ancora sopportando che forse sarebbe tempo di lasciare andare?
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

PERCORSO DI PSICOTERAPIA PER SUPERARE IL TRAUMA DA TRADIMENTO Superare un trauma da tradimento attraverso la psicoterapi...
05/09/2025

PERCORSO DI PSICOTERAPIA PER SUPERARE
IL TRAUMA DA TRADIMENTO
Superare un trauma da tradimento attraverso la psicoterapia è un percorso complesso e delicato. Ecco alcune fasi e aspetti comuni che possono caratterizzare il processo terapeutico:

1. Accettazione del dolore e validazione delle emozioni
La prima fase consiste nel riconoscere e accettare il dolore causato dal tradimento. Il terapeuta aiuterà a esplorare le emozioni più profonde, come rabbia, tristezza, frustrazione, paura e senso di colpa. È essenziale validare queste emozioni per comprendere la loro origine e normalizzarle.

2. Comprensione del trauma
Il tradimento può essere vissuto come un trauma relazionale, minando la fiducia e la sicurezza emotiva. In questa fase, la terapia si concentra sull'esplorazione di come il tradimento ha impattato l'individuo, la sua autostima, e la sua percezione delle relazioni.

3. Ricostruzione della fiducia in sé e negli altri
Il tradimento può danneggiare gravemente la fiducia sia in sé stessi che negli altri. Attraverso il lavoro terapeutico, si impara a distinguere tra il comportamento del partner che ha tradito e la propria autostima. La persona viene supportata nel recuperare fiducia nelle proprie capacità di giudizio e nella possibilità di creare relazioni sane in futuro.

4. Gestione dei pensieri intrusivi
Il tradimento spesso porta pensieri ossessivi o intrusivi riguardo a ciò che è accaduto. Con varie tecniche psicoterapeutiche, si lavora per ristrutturare i pensieri negativi e sviluppare strategie di coping per gestire meglio i flashback emotivi e mentali.

5. Elaborazione del perdono (facoltativo)
Non sempre è necessario o possibile perdonare chi ha tradito, ma in alcuni casi il perdono, che può essere sia nei confronti dell'altro che verso sé stessi, aiuta a liberarsi dal peso del risentimento. Il terapeuta guiderà questa fase con delicatezza, se la persona è pronta a farlo.

6. Lavoro sull'autostima
Il tradimento può minare profondamente la percezione del proprio valore. Durante il percorso terapeutico, si lavora su aspetti di autostima e autoaccettazione, aiutando la persona a riappropriarsi della propria identità, indipendentemente dall'evento traumatico.

7. Ricostruzione delle capacità relazionali
Una volta che la fiducia in sé è stata recuperata, si esplora come costruire o migliorare future relazioni, insegnando competenze come la comunicazione efficace, la gestione dei conflitti e la capacità di stabilire confini sani.

8. Tecniche di rilassamento e mindfulness
Spesso, in casi di traumi emotivi, si accompagna il percorso terapeutico con tecniche di rilassamento, meditazione e mindfulness, per aiutare a ridurre l’ansia e promuovere il benessere psicofisico.

9. Supporto nel prendere decisioni
Nel caso in cui il tradimento coinvolga la fine di una relazione o la scelta di continuare o meno con il partner, il terapeuta può fornire uno spazio sicuro per riflettere su queste decisioni, senza forzare o giudicare.

Il percorso varia a seconda della persona, della gravità del trauma e delle risorse emotive già presenti. Il supporto costante di un terapeuta qualificato è essenziale per guidare la persona verso una guarigione completa.

È possibile effettuare tale percorso in presenza presso gli studi del Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta siti in Milano, Roma e Salerno o Tramite sedute in Videochiamata

✅L'immagine che segue rappresenta simbolicamente il trauma da tradimento.
Le crepe, il cuore spezzato e la figura che si allontana evocano il dolore e la perdita di fiducia, mentre i toni scuri riflettono la tristezza e la solitudine. Ma allo stesso tempo c'è una luce che tenta di illuminare dentro e fuori: la luce che il trauma può essere superato

Autunno 1969, campagna francese. Henri e Madeleine Lefèvre, settantacinquenni, dopo una vita di lavoro — lui ferroviere,...
01/09/2025

Autunno 1969, campagna francese. Henri e Madeleine Lefèvre, settantacinquenni, dopo una vita di lavoro — lui ferroviere, lei maestra — decidono di concedersi un desiderio coltivato per decenni: una Citroën DS 21 Cabriolet.

Avevano visto quella vettura per la prima volta anni prima, a Biarritz. Elegante, futuristica, sembrava un sogno irraggiungibile. Lo chiamavano “lo sfizio”, come un segreto condiviso. Poi, un giorno, davanti a un bicchiere di vino, Madeleine propose: “E se ce lo togliessimo?”

Pochi giorni dopo, entrambi vestiti con cura, entrarono in concessionaria. Non erano clienti “tipici”, ma il loro sorriso e i risparmi pazientemente messi da parte bastarono. La scelta cadde su un modello color champagne, con interni chiari e capote nera.

La DS non fu solo un’auto, ma un simbolo di libertà e di giovinezza ritrovata. Con lei percorsero le strade della Loira, i vigneti, la costa atlantica. Madeleine annotava ogni viaggio su un diario, mentre Henri guidava con calma, gustando il vento e gli sguardi ammirati.

Una sera, sotto le stelle del Mont Saint-Michel, Madeleine sussurrò: “Non avrei mai pensato di vivere qualcosa di così bello a questa età.” Henri rispose: “Non è mai troppo tardi per l’ultimo sogno.”

Quando, anni dopo, se ne andarono a pochi mesi di distanza, il nipote trovò quel diario. All’ultima pagina, una frase:
“La giovinezza non è un tempo della vita. È uno stato d’animo. Nella nostra DS siamo stati giovani per sempre.”

La cabriolet restò lì, intatta, come testimone silenziosa di un amore che aveva saputo sfidare il tempo. 🚘✨
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

Indirizzo

Via De Marinis 49
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