09/10/2025
C’è in giro tanta superficialità nei giudizi .
Quante volte nei casi di cronaca nera i giornalisti chiedono notizie dell’assassino ai vicini di casa e tutti rispondono che era un bravo ragazzo o una brava ragazza o che era una famiglia normale …
Talvolta le vittime rischiano di non essere credute proprio perché le persone si affidano a giudizi di superficie .
Il mostro non è necessariamente quello che puzza o si veste male, quello antipatico o scontroso , talvolta il mostro e’ quello che vi saluta con il sorriso plastico e sembra un soggetto semplice che all’apparenza non farebbe male ad una mosca per poi trasformarsi in casa sua .
Dobbiamo cercare di stare attenti ai dettagli, ai racconti delle persone e a non basarsi su meri giudizi basati su un pregiudizio in questo caso positivo .
Il “diavolo” sa nascondersi sotto mille maschere anche apparentemente innocenti .
La differenza principale tra disturbo antisociale e disturbo narcisistico è che il soggetto narcisista cerca costantemente ammirazione e soffre se l'immagine di sé viene minacciata, mentre la persona con sociopatia non sente il bisogno di approvazione ed agisce senza rimorso, oltre ad essere spesso più impulsiva, irresponsabile, mostrando disprezzo per la sicurezza e le norme sociali, nonchè irritabile.
Il narcisismo può portare ad una forte grandiosità, sovente celante un pofondo senso di inferiorità ed a difensivi sentimenti di superiorità, mentre la sociopatia è caratterizzata da un disprezzo per le regole e i diritti altrui.
Ciò nonostante i due disturbi condividono alcuni tratti come l'assenza di empatia, comportamenti manipolatori ed ingannevoli, irresponsabilità e strumentalizzazione dell'altro priva di rimorso, possibili reazioni di rabbia ed aggressività.
Disturbo Antisociale e Disturbo Narcisistico possono coesistere, creando un quadro complesso di personalità che presenta tratti di entrambi.
A cosa può condurre l'assenza di scrupoli e di autentico rencriscimento, uniti alla conduzione di vite parallele, lo si può vedere nel drammatico caso della famiglia Watts.
"Colorado: il «bravuomo» che sterminò la famiglia per l’amante
di Federico Ferrero
Nelle foto e nei video di famiglia, i Watts sfoggiavano sorrisi radiosi. Marito, moglie e figliole infanti erano nel pieno della vita, la loro casa era un turbinio di energie e di progetti. Tutto pareva fortemente voluto e desiderato: dalla bella abitazione nella cittadina di Frederick, Colorado, alla quotidianità che si erano costruiti con il lavoro. Lui, Chris, 33 anni al tempo dei fatti, era impiegato come operaio specializzato alla Anadarko Petroleum. Lei, Shanann Rzucek, di un anno più grande, era impegnata nella americanissima faccenda del marketing multilevel. Si erano conosciuti su Facebook: lui era un ragazzo mansueto: lo stesso carattere del padre, Ronnie, che lo ricorda come «un figlio di cui nessuno si era mai lamentato, sempre gentile, educato, riservato». Lei, più esuberante ed estroversa, aveva un matrimonio fallito alle spalle e aveva deciso di raccontare, proprio su Facebook, come si fosse liberata del suo triste passato e dei problemi alimentari. Grazie a Chris: spiegava che per tutti c’è una speranza, e che la sua era stata l’uomo che l’aveva conosciuta per caso e accettata per quella che era. I Watts, sposi nel 2012, avevano allargato il nucleo famigliare piuttosto alla svelta: nel 2013 era nata Bella; Celeste, detta CeCe, era arrivata un anno e mezzo dopo.
Incinta di 15 settimane del suo terzo figlio
Il mattino del 18 agosto 2018 Nickole Atkinson, amica e collega di Shanann, telefona alla polizia. La notte precedente erano tornate insieme da un viaggio di lavoro in Arizona; quel giorno, Shanann aveva in programma una visita medica perché incinta di 15 settimane del suo terzo figlio, Nico. Ma non rispondeva al telefono, né si era presentata in clinica. L’agente, davanti a casa Watts, trova l’amica e un vicino di casa, Nate Trinastich. Filma tutto con la bodycam, si fa dare le prime informazioni. La casa è muta. Telefonano a Chris, che è al lavoro al pozzo petrolifero Cervi 319, a una cinquantina di minuti di automobile. Gli dicono che la moglie è irreperibile. Lui torna a casa, cordiale, calmo. Apre la porta e permette a tutti di entrare per ispezionarla. La videocamera dell’agente mostra Chris Watts tranquillo, quasi distaccato. Di tanto in tanto dialoga con l’agente, offre risposte vaghe. È lui a trovare l’anello nuziale di Shanann, posato sul comodino. Gli viene chiesto se sussistono problemi matrimoniali: risponde di sì, che i due «stanno per separarsi, ma civilmente», nonostante lei sia incinta di tre mesi e mezzo.
Chris nelle immagini di sorveglianza
In casa non manca nulla, se non le copertine delle figlie. Il telefono della donna è posato su un tavolo. ll primo a capire è il vicino di casa, Nate. Ha installato un sistema di sorveglianza e, insieme a Chris, i tre si spostano nel suo soggiorno per rivedere le immagini. Non si nota alcunché di strano. Fino a quando Chris, poco dopo le cinque del mattino, compare nell’inquadratura. Fa retromarcia con il suo pickup e lo piazza davanti alla soglia di casa. Sembra caricare qualcosa, prima di andarsene. Mentre il filmato procede, l’unico a non guardare lo schermo è Chris. Digita ancora, compulsivamente, messaggi su WhatsApp. Quando lo si vede passare e salire sul veicolo, si mette le mani sulla testa e ancheggia, nervoso. Nate prende da parte l’agente e lo avverte: «Non si sta comportando normalmente. Se fosse sparita la mia famiglia, e qualcuno mi stesse mostrando il video della mia porta di casa, starei con gli occhi fissi sullo schermo».
La svolta: «Ho fatto del male»
Il giorno dopo l’inspiegabile scomparsa di moglie e figlie, mentre i nonni — che vivono lontani — stanno convergendo su Frederick, Chris si presta per un’intervista televisiva. Si dice speranzoso che «Shanann e le bambine tornino a casa sane e salve», e lo afferma con la stessa noncuranza con cui si chiacchiera del vento o della pioggia. La polizia lo invita negli uffici, lui concede loro di sottoporsi alla macchina della verità. Non sa ancora di aver fallito miseramente la prova mentre, al comando, arriva Ronnie Watts. Lo chiudono in sala colloqui col figlio e registrano tutto: gli inquirenti hanno già capito. Sperano che almeno le bambine possano essere salvate. Non è così. Dopo qualche ora, Chris Watts cede. È stato lui. «Ho fatto del male», sceglie queste parole, a Shanann, ma solo «perché lei aveva strangolato le bambine nella notte», come gesto di vendetta per la sua intenzione di divorziare. Non ci vuole molto per scoprire che non è così.
Le piccole soffocate con la copertina
Gli agenti rintracciano Nichol Kessinger, l’amante di Chris. Per lei, lui aveva perso 20 chili ed era ormai ossessionato dall’esercizio fisico. Viene interrogata e la sua versione è considerata attendibile. Lei consegna il suo telefono perché possano essere verificate le sue affermazioni, e cioè che lui le aveva fatto credere di essere ormai separato in casa, e che non aveva idea del fatto che Shanann fosse incinta. Intanto Chris cede, passo passo, su tutta la linea. Non è vero che sua moglie ha ucciso le bambine. La notte della strage, i due sì discutono ma solo perché lui le confessa l’esistenza dell’amante, di cui Shanann sospettava, e annuncia di volersene andare. Dalle urla, passa alle mani. Le bambine, svegliate dal trambusto, chiedono al padre cosa sia successo a mamma. Lui replica che devono andare in ospedale, perché non sta bene. E così, all’alba, carica il corpo di Shanann e mette sul sedile posteriore Bella e Celeste. Le porta a Cervi 319. Butta il ca****re della donna in una buca, poi torna e soffoca CeCe con la sua copertina preferita. Dopodiché tocca a Bella, che ha capito e gli chiede — sono parole riferite in confessione — di «non farle quello che hai appena fatto a lei». Invece lo fa, e si disfa dei corpi nei silos del greggio.
Non “sente” le emozioni e il peso del bene e del male
Al processo, si baratta l’esclusione della pena di morte con l’accordo per cinque sentenze a vita senza condizionale. Con il patteggiamento, si rinuncia a ragionare sul movente: come può, un bravo ragazzo, aver deciso di annichilire la sua famiglia pur di vivere la sua storiella con la nuova fiamma, senza un accenno di rimorso? Uno specialista chiama in causa una sociopatia a lungo silente: Chris Watts non riesce a fingere sensi di colpa perché non li prova. Non “sente” le emozioni e il peso del bene e del male come una persona comune, anche se sembra un ragazzo qualunque. Tant’è che, a distanza di due anni dal crimine, ha già trovato una nuova fidanzata con cui sta cercando di ottenere l’annullamento delle condanne, con l’argomento della confessione forzata. Nichol Kessinger non si chiama più così. È stata inserita nel programma di protezione dei testimoni, ha cambiato Stato e identità. Casa Watts è all’asta, e nessuno la vuole comprare."
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