14/11/2025
I LIVELLI DELL’AMORE
C’è una fase, all’inizio di molte relazioni, che viene spesso scambiata per amore ed è quella in cui l’altro sembra incarnare tutto ciò che stavamo aspettando.
Non si tratta ancora di un incontro reale tra due esseri coscienti, ma di una attivazione del corpo astrale, cioè la parte energetico-emotiva che vive di impulsi, proiezioni e desideri.
In quella fase siamo sotto l’effetto di un’onda che ci sovrasta: non riusciamo a vedere l’altro per com’è, perché ci stiamo guardando attraverso di lui.
Ciò si presenta come una forma di euforia, ma al tempo stesso è anche di ipnosi.
Qui non c’è ancora libertà: c’è bisogno… non c’è contatto, ma solo attrazione.
Il fatto è che il corpo astrale non è stabile, non conosce equilibrio, ma solo picchi. Il problema sta nel fatto che ciò che sale troppo velocemente, inevitabilmente precipita.
Per questo motivo, lo stesso meccanismo che ci ha fatto idealizzare l’altro, col tempo ci fa cambiare polarità:
dall’idealizzazione alla delusione,
dall’attaccamento all’irritazione,
dal desiderio all’allontanamento.
Molte relazioni non finiscono per incompatibilità, ma per crollo dell’illusione in quanto il legame non era costruito su qualcosa di reale, ma su un investimento astrale reciproco e, quando l’energia emotiva si consuma, resta il vuoto… o peggio, il rancore.
Chi prima era “tutto”, ora diventa “il problema” e nel momento in cui il legame si rompe, fa male come se ci strappassero qualcosa di vivo:
perché un legame astrale, quando si spezza, lacera.
Poi c’è un altro tipo di esperienza: quella fisica.
Questo tipo di relazione viene spesso disprezzata da chi si dichiara spirituale, ma in realtà è quantomeno più pura di quella emotiva.
L’incontro fisico tra due corpi può essere diretto, istintivo, naturale…non ha pretese, non ha bisogno di giustificazioni metafisiche.
Semplicemente il corpo cerca unione, rilascio, piacere e in sé, questo movimento è neutro:
diventa problematico solo quando si aggancia all’emotivo, cioè quando si comincia ad aspettarsi qualcosa, a chiedere garanzie, a pretendere ruoli.
Il dramma non è nel corpo… il dramma nasce quando l’atto fisico diventa pretesto per costruire legami emotivi/astrali.
Ma esiste un altro amore che non nasce né dall’emotivo né dal bisogno fisico, ma da un riconoscimento animico.
Questo è un amore lucido che non chiede che l’altro ci riempia e non viene usato per colmare un’assenza, ma riconosce l’altro come essere autonomo e lo ama proprio in virtù della sua libertà.
Non cerca di trattenerlo, lo sostiene nel suo cammino.
L’amore cosciente non dice “stai con me perché ne ho bisogno”.
Dice: “Se la tua anima fiorisce accanto a me, restiamo. Altrimenti, vai”.
È un amore che si prende cura, ma non controlla, che non si misura in parole dolci, ma in presenza reale…non è dipendenza emotiva.
Questa è la vera differenza:
nell’amore emotivo, chiedi che l’altro si comporti in un certo modo per non stare male tu.
Nell’amore consapevole, desideri che l’altro realizzi sé stesso, anche se questo significasse perderlo.
La maggior parte delle relazioni oggi si muove tra il piano emotivo e quello fisico, con qualche illusione spirituale che copre la dipendenza… ma se non si attraversano questi due primi livelli con lucidità e verità, non si arriva mai a quello autentico.
L’amore vero non ti fa perdere la testa.
Ti fa trovare te stesso… e non perché l’altro ti completa, ma perché accanto a lui… ricordi chi sei.
Maria Rayka
PH - Per mare e per terra