Sara Genny Chinnici Psicologa

Sara Genny Chinnici Psicologa Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt (Scuola di specializzazione HCC Itay) Mi occupo anche di formazione e supervisione.

CHI SONO: DENTRO E FUORI DAL LABIRINTO


DENTRO
Sono Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt in formazione (iscritta alla Scuola di specializzazione HCC Italy, sede di Milano). Collaboro con il Centro Clinico multidisciplinare In Equilibrio a Nova Milanese nell’ambito di percorsi di sostegno alla genitorialità. Ricevo privatamente per percorsi di sostegno psicologico a bambini, adolescenti, adulti, coppie e famiglie a Nova Milanese. Lavoro come Psicologa Clinica all’interno di due centri antiviolenza della Fondazione Somaschi a Milano e in provincia. Per la cooperativa sociale Koinè di Novate Milanese sono Responsabile Psico-pedagogica di quattro Asili nido, un Centro per l’Infanzia e un Servizi 0-6. FUORI
Sara Genny Chinnici, già nel mio nome, due nomi, frutto di un compromesso originario fra un padre e una madre. Psicologa, psicoterapeuta della gestalt in formazione, appassionata da sempre di educazione, di pratiche educative, di relazione. Cronologicamente educatrice, coordinatrice, responsabile pedagogica nei servizi 0-6. E ancora e soprattutto ora psicologa clinica nei Centri Antiviolenza e come libera professionista. Intendo il lavoro pedagogico e psicologico come un lavoro di relazione, come la costruzione di relazioni attraverso il fare, il sentire e l’esserci. Opero facendo domande, formulando ipotesi, per calmare e rassicurare offro a volte risposte di cui mi pento ma che osano al rischio l’altro. Amo stare dentro i contesti, contaminarmi, curiosare, perdermi, trasformarmi, per uscire poi con quegli odori addosso di casa: della cucina, delle persone che la abitano, del mio stesso odore che si trasforma mentre vivo quelle mura. "Non lo so ma vorrei saperlo, per questo ricerco ed esploro".

C’è un motto, forse il più conosciuto, per cui Alex Langer viene spesso citato: lentius, profundius, suavius ovvero più ...
06/03/2025

C’è un motto, forse il più conosciuto, per cui Alex Langer viene spesso citato: lentius, profundius, suavius ovvero più lento, più profondo, più dolce, in contrapposizione con l’olimpico Citius! Altius! Fortius! cioè Più veloce! Più in alto! Più forte! Ecco come occorre re-imparare a vivere.

05/30/2025

"Se una ragazza interrompe una relazione, è suo diritto farlo. E questo va accettato. Sempre."

Quanto accaduto a Martina Carbonaro, 14 anni, non è un’eccezione.
È l’ennesimo tragico segnale di una violenza che attraversa tutte le età. Anche le più giovani.

👉 “Martina interrompe la relazione perché le procura malessere. Lui non accetta di essere lasciato. Non è un raptus, non è malattia mentale: è possesso, cultura patriarcale.”: questo l'intervento di Elisabetta Camussi, psicologa sociale, Università Bicocca e presidente Fondazione Ossicini

Come Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, sappiamo che la prevenzione non può più attendere.
Serve educazione alle relazioni, all’affettività, al rispetto. Fin dalle scuole.

"Dobbiamo farci carico della sofferenza e del disagio dei giovani. Avremmo potuto fare di più, ma non lo abbiamo fatto. Ora però dobbiamo lavorare con la scuola per promuovere l'educazione alle relazioni, che significa educazione ai sentimenti tra pari", continua la D.ssa Camussi.

Proteggere il diritto a dire “no” è responsabilità di tutti.
Per Martina. Per chi verrà dopo di lei.

05/28/2025

“Le donne sono empatiche, gli uomini sono razionali. Le donne si prendono cura, gli uomini prendono decisioni.” Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Magari non esplicitamente, ma nelle pieghe della vita quotidiana, nei cartoni animati, nei ruoli in famiglia, nei complimenti ricevuti da bam...

05/28/2025
05/26/2025

“La barbarie della guerra non ha abbandonato il nostro mondo”, ha ricordato il Presidente Mattarella.
E noi, come comunità professionale, non possiamo tacere davanti a ciò che accade in Palestina, in particolare nella Striscia di Gaza, da un tempo che pare tragicamente infinito.

Ogni giorno, il genocidio di civili inermi, bambini, donne, famiglie è di una violenza disumana che devasta corpi e menti. I traumi della guerra non si esauriscono con le armi. Restano, si trasmettono, segnano generazioni.

Come psicologi, sappiamo che la guerra distrugge anche l’identità, il senso del sé, la speranza. La Pace va costruita, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone partendo dalle macerie che tutto il mondo osserva dal 7 ottobre 2023.

Questo è il tempo del coraggio e della coscienza.
Perché la pace non accade. Si sceglie.

📎 Leggi il comunicato completo su https://www.psy.it/gli-psicologi-dicono-basta-alla-morte-che-vive-a-gaza/

L’AUTOLESIONISMO IN ADOLESCENZA. I tagli, le cicatrici non sono solo segni fisici, ma simboli di una lotta interiore vol...
05/07/2025

L’AUTOLESIONISMO IN ADOLESCENZA. I tagli, le cicatrici non sono solo segni fisici, ma simboli di una lotta interiore volta a trovare un equilibrio tra aspetti problematici ma reali del Sé e un ’immagine ideale, irraggiungibile. L’autolesionismo può rispondere sia al bisogno di punire il corpo, percepito come responsabile della sofferenza, sia al desiderio di riappropriarsene per affermare la propria esistenza. Il dolore fisico provocato dai tagli, dalle bruciature o da altri attacchi al corpo può rappresentare un modo per “sentirsi vivi”, contrastando l’angoscia del vuoto e della solitudine. In questo senso, il gesto autolesivo assume una doppia valenza: da un lato, esprime il tentativo di riprendere il controllo di un corpo vissuto come estraneo; dall’altro, diventa un mezzo per imprimere sulla pelle sentimenti e aspirazioni. L’articolo è di Sara Baroni e Alessandra Marcazzan e lo potete leggere qui https://www.osdgenova.it/l/kairos-numero-2-maggio-2025/

L’AUTOLESIONISMO IN ADOLESCENZA. I tagli, le cicatrici non sono solo segni fisici, ma simboli di una lotta interiore vol...
05/07/2025

L’AUTOLESIONISMO IN ADOLESCENZA.

I tagli, le cicatrici non sono solo segni fisici, ma simboli di una lotta interiore volta a trovare un equilibrio tra aspetti problematici ma reali del Sé e un ’immagine ideale, irraggiungibile. L’autolesionismo può rispondere sia al bisogno di punire il corpo, percepito come responsabile della sofferenza, sia al desiderio di riappropriarsene per affermare la propria esistenza. Il dolore fisico provocato dai tagli, dalle bruciature o da altri attacchi al corpo può rappresentare un modo per “sentirsi vivi”, contrastando l’angoscia del vuoto e della solitudine. In questo senso, il gesto autolesivo assume una doppia valenza: da un lato, esprime il tentativo di riprendere il controllo di un corpo vissuto come estraneo; dall’altro, diventa un mezzo per imprimere sulla pelle sentimenti e aspirazioni.

Condividiamo l'articolo di Alessandra Marcazzan e Sara Baroni pubblicato sulla rivista Kàiros (maggio 2025) N. 2/2025 - Rifugi della mente (S. Baroni, S. Carboni, S. Fusi, A. Marcazzan, Z. Mehrnoosh, S. Messina, E. Regis, R. Rolla, R. Rota ) Abstract L'autolesionismo adolescenziale è un fenomeno c...

Sul fallimento.  Non riuscire non significa fallire. L’unico fallimento è non assimilare l’esperienza. Falliamo se non r...
04/05/2025

Sul fallimento.
Non riuscire non significa fallire. L’unico fallimento è non assimilare l’esperienza. Falliamo se non riusciamo a nutrirci di ciò che stiamo facendo mentre viviamo. Non accettare di fallire significa non essere aperti alla crescita.

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Chi sono: dentro e fuori al labirinto

Dentro

Sono Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt in formazione (iscritta alla Scuola di specializzazione HCC Italy, sede di Milano).

Collaboro con il Centro Clinico multidisciplinare In Equilibrio a Nova Milanese nell’ambito di percorsi di sostegno alla genitorialità.

Ricevo privatamente per percorsi di sostegno psicologico a Nova Milanese.