
28/07/2025
Ciao Massimiliano,
ti scrivo perché, dopo averci ragionato un po’, ho capito che quando ieri ti ho chiesto “come stai?” e tu mi hai risposto “non lo so”, non era una scusa…non lo sapevi davvero.
Come immagino tu non sappia se sei arrabbiato, triste o solo stanco.
Non sai se non vuoi parlare, o se ti manca semplicemente qualcuno che sappia ascoltare davvero.
Magari lo dici anche quando qualcuno ti chiede perché non vuoi uscire, perché sembri nervoso, perché scatti a caso o ti chiudi in camera tutto il giorno.
Magari anche i tuoi genitori pensano che tu lo faccia apposta. Che sei cambiato. Che sei pigro o svogliato.
Ma io so che dietro quel “non lo so” c’è molto di più. Forse senti una tensione dentro, che non sai spiegare. Ti fa male la pancia o il petto, ti manca l’aria, il cuore corre. Qualcosa c’è. Solo che non ha ancora un nome.
Succede quando impari troppo presto a trattenere.
Quando senti che se dici davvero come stai, deluderai qualcuno.
O che se ti mostri debole, ti schiacceranno.
O, semplicemente, quando nessuno ti ha mai insegnato a dare un nome alle emozioni.
Questa cosa ha un nome. Si chiama alessitimia.
È quando senti… ma non riesci a raccontare.
Quando vorresti gridare, ma non sai cosa.
Quando ti chiedi se sei rotto, o diverso, o solo sbagliato.
Ti rassicuro io: non lo sei. È solo che il tuo cervello si sta difendendo.
Ha costruito un muro tra le emozioni e le parole, per proteggerti.
Ma quel muro oggi ti isola. Ti fa sembrare freddo, distante. Anche a te stesso.
Ecco perché ti scrivo. Per dirti che non devi restare lì, nel silenzio. Puoi iniziare a tornare da me. Non ti chiederò risposte perfette, ma ti aiuterò a trovarle, piano piano.
A volte non si parte da un grande discorso. Si parte da un disegno. Da una musica. Da un nodo alla gola. Da un “non lo so” preso sul serio.
Se me lo permetterai, parlerò anche ai tuoi genitori e chiederò loro di non forzarti a parlare, di non etichettarti. Non dirti di reagire.
Dirò loro di ascoltarti anche quando taci. Perché dietro quel silenzio, c’è solo un ragazzo che ha bisogno di essere capito… prima ancora che aggiustato.
Ti va se ne parliamo, oppure no, insieme lunedì?
Io ti aspetto,
con affetto
Il tuo terapista.