Nuovo Campo della Psicologia

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Nuovo Campo della Psicologia In questa crisi storica della Psicologia, qui la si rinnova. É un campo di ricerca e d’azione.

SIAMO TORNATI COME PRIMA MA NON SIAMO PIÙ COME PRIMAHo l’impressione generale, confermata da una certa osservazione atte...
28/05/2025

SIAMO TORNATI COME PRIMA MA NON SIAMO PIÙ COME PRIMA

Ho l’impressione generale, confermata da una certa osservazione attenta, che nell’insieme si è voluto dimenticare cosa è avvenuto con la pandemia e l’emergenza che si è attivata.
Comprensibile. Comprensibile voglio dire che si tenda a voler dimenticare.

Ma dimenticare non è rielaborare, e non è superare. Parlo a livello collettivo, di una rielaborazione culturale.
A livello collettivo quel " non ricordo " assomiglia più a una allucinazione passata. È come se ci portassimo dietro nell’esperienza collettiva una sorta di memoria di una " allucinazione passata ".
E mai come in questo caso si può dire collettiva, poiché davvero è un qualcosa che è avvenuto e ha riguardato tutti e tutto il mondo.

Tuttavia non è avvenuta solo la pandemia.
Di seguito, ancora non concluso del tutto l’allarme, vi è stata una crisi energetica che ha scosso profondamente animi, società ed economia … e conseguente impennata dei prezzi, mai rientrati ( qualche giorno fa ho visto ciliegie a 22 E al kg, tradotto: siamo poveri ).
Un terzo colpo in serie è arrivato dallo scoppio di una terribile guerra nel cuore dell’Europa che vede coinvolta una superpotenza ( una sola superpotenza? )
E poi, ora, tralasciando ma non dimenticando altri conflitti, i terribili e inauditi fatti tra Israele e Palestina.

Il tutto in un mondo che cambia sotto la spinta sopratutto delle tecnologie computerizzate ecc.
Cambiamenti accompagnati da una sempre più chiara e diffusa percezione del cambiamento.
Percezione di cambiamento che si accompagna alla crescente percezione sull’incertezza del « verso dove » porti questo cambiamento ………

Da quella pandemia abbiamo voluto uscire dimenticando il più rapidamente possibile e come niente fosse accaduto ritornare semplicemente a « come eravamo prima » che tutto fosse fermato.
Sotto la spinta delle urgenze economiche si è ri avviato il tram tram, e lo show, senza ripensare minimamente la nostra cultura scossa da quello choc.

Siamo così tornati come prima ma non siamo più come prima. E questo scollamento, anche, si farà sempre più percepire.
Il mondo sociale, collettivo, alla coscienza appare, in quello scollamento, sempre più come distante, e in quella distanza una farsa.

[ In immagine il dipinto di Ciro D’alessio ]

27/05/2025

L’ATTUALITÀ E L’INCONSCIO / L’ESEMPIO DELLA SCUOLA

Poco importa se già prima di Freud la filosofia aveva già usato il termine inconscio o fatto riferimento a processi non allineabili direttamente agli esiti dei processi di pensiero consapevoli.
Importa poiché, semmai, ciò può corroborare la scoperta freudiana, può cioè essere una delle argomentazioni condotte su ampia scala che contribuiscono a chiarire e a rendere solida la novità della psicoanalisi rispetto alla straordinaria storia millenaria.
Poco importa cioè nel senso che se si volesse affermare una semplice continuità tra psicoanalisi e filosofia quell’argomento sarebbe falso e fuorviante.
È infatti in tutt’altro contesto che le scoperte freudiane avanzano, e da tutt’altro terreno che scaturiscono, e in un paradigma e quadro concettuale del tutto differente che quel scoperte avvengono e con la psicoanalisi viene data attenzione a processi e fenomeni inediti nella storia culturale precedente ( per esempio « resistenza », « transfert » … ecc. ).
È necessario ribadir questo poiché quella riduzione della psicoanalisi alla filosofia precedente avviene spessissimo, ed è una delle strategie da una parte minimizzanti se non squalificanti la portata psicoanalitica e dall’altra di consolidamento dell’autorità istituzionale adoperate da filosofi nel contesto appartato delle aule universitarie o nel discorso pubblico.
Teniamo presente anche questo.

Tuttavia con questo post puntavo a indicare un’altra questione ( anche se in qualche modo, anche importante, legata a quella resistenza filosofica ).
Poco importa se nella cultura circola il termine « inconscio », questo volevo ora sottolineare, se la cultura in cui viviamo non ha fatto, in fondo, suo il senso di ciò che è indicato come inconscio.

Poco importa, per farmi capire con un esempio, se la scuola non sa, nella sua programmazione e organizzazione, nulla di questa questione dell’inconscio nè nulla ne vuole sapere.
Se ogni discorso rivolto alla scuola in quei termini viene immediatamente ritradotto a livello dei processi consapevoli o tuttalpiù ad automatismi.
Poco importa cioè se per esempio si dicesse alla scuola, o a un’insegnante, in un ipotetico dialogo ( che tra l’altro non c’è ) che la scuola dovrebbe partire, tenendo cioè solidamente come punto fermo, il desiderio dell’alunno …. se in un attimo ti viene restituito: “ ma si, ecco qua la solita psicologa buona … sappiamo …"

Nemmeno per un attimo passa l’idea che si stia parlando del desiderio inconscio, dei processi inconsci implicati con il desiderio nel cuore della soggettività e non di quel buonismo che vorrebbe accontentare ogni voglia.

Certo, la comunità della psicologia non aiuta la comprensione culturale istituzionale di ciò visto che essa stessa, in più modi, non la ha fatta sua, ha preso anzi proprio esistenza in quanto modo della resistenza a quelle scoperte e opera e parla di processi di livello della consapevolezza o tuttalpiù degli automatismi.

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Vero è che tutto ciò non è casuale.
Nel modo più profondo e costruttivo, cioè al di là di cedimenti dettati da interessi di parte vari, è ascrivibile proprio alle difficoltà del “ trattare " con l’inconscio, e testimonia proprio della potenza e del senso delle resistenze.

Non poco importa tutto ciò.

22/05/2025

Questo spazio si rimette in moto. Come un fiume carsico ritorna a fluire in superficie. Il centro del discorso rimane « la questione psicologia », su cui ci continueremo a interrogare e che cercheremo di penetrare.

Questo spazio si fonda SULL’IMPEGNO ETICO RICHIESTO DALLA SFERA PUBBLICA.

Se vogliamo cogliere fin d’ora un punto che può dare il senso che qui si già sostiene: si tratta di sviluppare una riflessione adeguata capace di portare in luce la particolarissima articolazione tra " psicologia " e sfera pubblica.

21/05/2025

PER DIRLA SEMPLICE: CRISI E CRITICA DELLA PSICOLOGIA

Provo a dire in modo semplice che cosa in questo spazio si sta facendo e si farà. Si sta sviluppando un discorso, un ricerca. La ricerca, attraverso lo sviluppo del discorso, di un « punto ».
Un punto particolare, Archimedeo.

Potrebbe finire qua per dirla semplice e far sintesi.

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Ma aggiungiamo un minimo di contenuto.

Abbiamo visto, seppur di sfuggita, che un tratto saliente di Basaglia è stato quello di " saper stare nella crisi ", di sostare nella crisi ( in quel caso della psichiatria e di tutto ciò che comportava e comporta ).
Questo è solo un esempio, seppur illustre, di un valore. Un valore in disuso ma fondamentale nel campo della scienza.

Quindi noi siamo in un campo della psicologia e ne leggiamo la crisi. Non solo quindi la indichiamo, tantomeno ce ne lamentiamo, vi stiamo dentro, la studiamo continuamente e vi svolgiamo la critica necessaria.
Una critica-produttiva.

Non vediamo nella crisi della psicologia solo un “ negativo " che occupa, copre e intralcia. Ma più propriamente una straordinaria occasione per approfondimento, una via privilegiata.
Lo sforzo della psicologia di costituirsi come scienza, come ambito disciplinare autonomo, come corpo sociale professionale, va colto come uno sforzo, storico, di straordinaria importanza e compreso nelle problematicità affrontate, di vario tipo, e nelle soluzioni istituite.
Cogliere questo sforzo dal punto privilegiato della sua crisi è metodo.
Senza quello sforzo, e la crisi a cui ha portato, non potremmo giungere alla critica produttiva necessaria.

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La storia della psicologia, stando su una direttrice generale, un arco maggiore di fondazione del suo campo, si regge su due pilastri principali: uno è la psicologia sperimentale ( che potremmo anche dire di base ) fortemente caratterizzata dal metodo scientifico sperimentale ( la sua storia, interessante ecc. inizia grosso modo alla metà dell’800 e via via … in una storia da seguire e raccontare che giunge solida nell’università fino ad oggi ), e l’altro è la così detta “ psicologia clinica ", che ha una storia certamente intrecciata con quella della psicologia sperimentale ma anche in un certo senso indipendente e con un’identità che ha cercato di chiarirsi via via e di istituzionalmente legittimarsi.

“ Psicologia sperimentale " e " psicologia clinica " costituiscono due modi generali di fondazione della psicologia e dei suoi sforzi di legittimazione.
Queste sue prospettive convergono, solo in apparente sintesi, nel grade calderone della psicologia e del riconoscimento giuridico-amministrativo-professionale.

Ritornare su questa storia, stare nella crisi, cogliere la tensione e le contraddizioni degli esiti di questi sforzi è l’unico modo per fondare realmente la posizione dello psicologo e il senso del suo operare.

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Psicologia sperimentale e psicologia clinica sembrano poter esaurire la verità della vita psichica, essere complementari.
Ma esse in verità coprono e saturano la via d’accesso a quel punto notevole, particolare, archimedeo.

Divengono puro ostacolo, “ inerzia negativa “, nel momento in cui invece questo sforzo di fondazione della psicologia non si dà nella sua criticità e non si accompagna alla critica. E, magari, si vuole tradurre direttamente o indirettamente ( per esempio attraverso il loro travaso, quantomeno della cornice epistemologica, nel campo delle psicoterapie ).

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La storia della psicoanalisi per quanto nel dopo Freud è stata ampiamente attirata dal centro gravitazionale della psicologia, e piegata in quel senso, alterata, decapitata ecc. è una storia Altra rispetto al campo che si è andato a costituire della psicologia e delle psicoterapie.
Il ritorno a Freud, di cui abbiamo talvolta detto necessità, indica il punto a cui criticamente necessariamente si giunge.

La problematica della psichiatria ha in sé, implicitamente o esplicitamente queste questioni.
Averla presente e approfondirla ci aiuta a situare nel concreto e a dar peso all’argomentazione. Oltre che offrire una via critica convergente.

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Basaglia?
Basaglia rimane, anche con il suo saper stare nella crisi, un punto di riferimento.
Lui, la sua specifica storia-azione ha saputo, fin che ha potuto, stare nella crisi ma non ha avuto capacità di sviluppare la parte critica-produttiva.
Lo stare nella crisi si è tradotta, per ragioni che possono essere seguite e divenire ulteriore tesoro da cui ripartire differenziandosi, in mera negazione: come abbiamo più volte indicato, negazione dei saperi, ma fondamentalmente, al cuore, negazione della psicologia ( psicoterapia ecc.). E per le giuste ragioni che cerchiamo di portar in luce noi oggi 50 anni dopo.

Senza cioè però giungere oltre, atttraverso la critica, verso quel punto archimedeo ma fermandosi sul sociale-politico, la tradizione Basagliana è implosa nella contraddizione che è ampiamente testimoniata dal giorno d’oggi.
La storia basagliana non ha avuto la forza, la capacità, di stare nella crisi fino in fondo e di sviluppare una critica produttiva.
Oppure ha scelto così.

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Tutto ciò. E altro.
Tocca a noi.
O, comunque al nostro tempo.

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Ciò sotto, e sopra uno sterminato polverone di variopinti, consulenti, motivatori, coach, santoni, ballerine .. massaggiatori e massaggiatrici, maestri di saggezza.

NB: nello stesso campo psi, quasi nessuno fa più un lavoro critico del genere, e la stessa istituzione universitaria non lo promuove. Anzi.
E buona parte della comunità professionale è alla deriva … doppia deriva: in senso scientista non meno che , e tutto sommato non diversamente, dell’altra che in fondo opera, in un modo o nell’altro, con il fascino della magia, della persuasione del ruolo.

21/11/2024

CAMPO DELL’ARTE, INCONSCIO COLLETTIVO ….

Energia al lavoro.
L’opera e il suo campo.
L’opera produce campo, e il campo alimenta l’opera.

Opera viva, e opera morta.

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Campo dell’arte:

campo : continuazione, estensione, della vita delle piante.

campo : campo di forze.

campo : campo di gioco

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Nucleo energetico incandescente.

19/11/2024

MALE-DETTA PSICOLOGIA : PRIMI CENNI PER UN MANIFESTO CRITICO DEL CAMPO DELLA PSICOLOGIA

La maggior parte della psicologia, e quindi degli psicologi, non si dedica alla psiche umana, la evita con premeditazione, ostinatamente, e massima cura e prudenza.
Non è, naturalmente, malevola intenzione: questa premeditazione è chiamata epistemologia, o metodologia, o mero imbarazzante tecnicismo.
No, non che la maggior parte degli psicologi la mastichi questa cosa chiamata epistemologia, la solo subisce in silenzio, la replica nella propria disperata e ristretta quotidianità, senza saperne.

Quell’altra parte, quella che resta, piccola parte, senza orecchie e occhi, sopratutto senza discorso, solo anima …. crede d’essere, brontola.
Ma non è.
Inconsistenza.
È nel modo dell’ingombro.

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Da ciò si deduce l’importanza della " Psicologia ".
Si deve dedurre.
Punto cruciale.

Storia del presente.
Fare la storia.

Dal « negativo » si impara. Se si impara.
Si supera. Lo si supera, cioè, poiché si è dato.
Se lo si supera.

SPAZIO ARTE E PSICHE Una pinacoteca virtuale? Uno spazio di ricerca artistica? Una memoria collettiva ..? Un posto che f...
13/11/2024

SPAZIO ARTE E PSICHE

Una pinacoteca virtuale? Uno spazio di ricerca artistica? Una memoria collettiva ..?
Un posto che ferma? O che muove?
« Spazio arte e psiche » è uno spazio in fase nascente.

[ In figura alcune opere tra quelle esposte in quello spazio.
Opere di: Alessia Scarpi, Ciro D'Alessio, Claudia Pretto, Mariateresa Pirillo e Vanessa Di Lodovico ). ]

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Chiediamo a tutti di invitare i propri amici in quello spazio, naturalmente se ne hanno piacere.

19/09/2024

Questo spazio, questo nuovo campo della psicologia è fermo. È fermo per mancanza di collaborazione. L’energia necessaria sembra disperdersi mentre c***a contro un muro.

Sono quindi per ora solo.
E solo riprendo a pubblicare anche qui.
In verità la riflessione non si è mai interrotta.

La descrizione di questa situazione, e del muro su cui si c***a, fa parte, parte con specifico interesse, del movimento di pensiero che si cercherà di sviluppare.

Un ben ritrovate e ritrovati a tutti e tutte

( vedo, mi manda Facebook ogni tanto il dato, che comunque ci sono continue visualizzazioni )

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