02/12/2022
𝙍𝙖𝙨𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖 𝙎𝙩𝙖𝙢𝙥𝙖 𝟭 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙢𝙗𝙧𝙚 𝟮𝟬𝟮𝟮 𝙏𝙍𝙔𝘿𝙀 - 𝘿𝙄𝙍𝙀
Un ringraziamento all'𝘼𝙜𝙚𝙣𝙯𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙎𝙩𝙖𝙢𝙥𝙖 Dire.it per l'attenzione mostrata nei confronti del nostro progetto.
DISABILITÀ. RIABILITAZIONE EQUESTRE, FISE: SFIDA È CAVALLO IN CAMICE BIANCO /FOTO
PROGETTO TRYDE TRACCIA BUONE PRATICHE IN EUROPA, ITALIA PUNTA SU FORMAZIONE
(DIRE) Roma, 1 dic. - Il cavallo non giudica, per lui tutte le
persone sono uguali, non c'è distinzione di genere, di pelle o di
disturbi intellettivi. Con il cavallo è possibile costruire una
relazione "che cura". Non si può negare che il ruolo del cavallo
si è evoluto nel tempo: "Da guerriero a trasportatore e da
sportivo a terapeutico", spiega Marco Di Paola, presidente della
Federazione sport equestri (Fise). "Lavorare con un cavallo
insegna la collaborazione, l'assenza di violenza e di forza. La
prossima frontiera sarà vedere sempre di più il cavallo impegnato
stabilmente nella riabilitazione di persone con problemi
cognitivi, come nell'autismo. La sfida è avere il cavallo in
camice bianco".
Purtroppo, però, in Europa la cultura della Riabilitazione
Equestre si presenta a macchia di leopardo, ma per tracciare una
mappatura delle best practices esistenti è partito due anni fa il
progetto TRYDE (TRY to Ride - Therapeutic Riding for Youth and
Children with Intellectual Disabilities), cofinanziato dal
programma europeo Erasmus + Sport. In Tryde hanno lavorato gomito
a gomito professionisti, esperti e università di quattro nazioni
europee: Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, che lunedì scorso
si sono ritrovate a confrontarsi a Roma, nel corso della
conferenza finale di progetto, nella sede della Commissione
europea in Italia.
L'Italia con le sue linee guida approvate nel 2015 è davvero
molto in avanti rispetto all'Europa. "Solo nel 2021 risultavano
abilitati 7.870 professionisti, e quelli che lavorano con i cani
sono oltre il 30%", fa sapere Franco Mutinelli, direttore del
Digital Pet e del Centro di referenza nazionale per gli
Interventi assistiti con gli animali (Crn Iaa) - Istituto
Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. La prospettiva
futura? "Aggiornare la formazione e aumentare il numero di
operatori per i profili meno rappresentati nelle équipe
multidisciplinari, puntare sulla formazione continua obbligatoria
e sui corsi per le professioni sanitarie- continua il direttore-
fare un'analisi dei fabbisogni del settore della riabilitazione
equestre e mantenere sempre vivo il confronto con gli
stakeholder".
Passando alla Grecia, la formazione universitaria negli Iaa è
riconosciuta ma non c'è nulla a livello socio-sanitario. In
Spagna la formazione va invece peggio: "Ci sono solo 8 università
che lavorano con gli Iaa- afferma Nuria Rajadell, decana di
Psicopedagogia dell'Università di Barcellona- c'è quindi poca
formazione universitaria. Sono soprattutto corsi". A puntare
sull'aggiornamento della formazione è anche il Centro di
riabilitazione equestre Cre de Marco, partner del progetto Tryde:
"Siamo una onlus e abbiamo 70 utenti autistici, c'è bisogno di
aiuti economici e di formazione- aggiunge la vicepresidente
Carmelita Corea, che lancia un appello- la Regione Lazio faccia
come la Lombardia, l'Emilia Romagna o il Veneto sostenendo
maggiormente questi interventi".
Il progetto Tryde ha avuto il pregio di tracciare l'esistente.
"È stato molto impegnativo e altamente sfidante. Negli ultimi due
anni i partner si sono impegnati nel portare avanti questa
battaglia di innovazione sociale legata agli Interventi assistiti
con gli animali, in particolare con la terapia a mezzo cavallo",
spiega Silvia Prati, presidente di Maedeleo for children (Mfc),
responsabile della comunicazione del progetto Tryde e
coordinatrice della Rete N-DSA. "Come Rete N-DSA-N - network
internazionale di progettazione partecipata sulla
neuropsichiatria infantile e, in generale, sulla salute mentale -
abbiamo deciso che non ci fermeremo qui. Sull'onda dei risultati
e del lavoro svolto all'interno del progetto Tryde, lanceremo dal
primo gennaio 2023 un tavolo stabile di lavoro, a livello
nazionale, sulle terapie assistite con gli animali. Vogliamo dare
un contributo concreto anche allo sviluppo di nuove politiche in
questo ambito". Perché il connubio "sport e riabilitazione-
aggiunge Prati- sta facendo può far fare al nostro paese passi in
avanti sul trattamento delle disabilità intellettive". L'incontro
con il cavallo permette alle persone di cambiare ottica nella
relazione: "Si entra nella dimensione delle potenzialità di
sviluppo e non della prestazione. Nella relazione con il cavallo
si ritorna all'intelligenza emotiva. Non c'è più il 'vado bene,
non vado bene', c'è l'empatia", conclude Giulia Maffioli,
presidente dell'Associazione nazionale pesicologi e
psicoterapeuti (Anapp).
(Rac/ Dire)