27/03/2025
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“Comportamenti problema” – Problema per chi?
Si avvicina la Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo e, come ogni anno, vedo locandine di corsi, convegni e webinar che parlano di comportamenti problema. Ma problema per chi?
Se un bambino si copre le orecchie, si lancia a terra, urla o evita il contatto visivo, non sta “avendo un problema”. Sta comunicando un bisogno, sta cercando di regolare il proprio stato interno, sta reagendo a un ambiente che forse non tiene conto delle sue esigenze.
🔎 Cosa ci dice la ricerca?
Gli studi di Whelan et al. (2021) e Anderson et al. (2018) evidenziano che i comportamenti definiti come “problema” sono spesso strategie adattive di autoregolazione o comunicazione.
Secondo la prospettiva della Neurodiversità (Singer, 1998; Silberman, 2015), il problema non è il comportamento in sé, ma la difficoltà della società nel comprendere e accogliere le persone autistiche.
In Terapia Occupazionale e Integrazione Sensoriale, il focus non è sull’eliminare il comportamento, ma sul capire la causa, modificare l’ambiente e offrire strategie di supporto.
💡 E se smettessimo di parlare di “problemi” e iniziassimo a parlare di bisogni?
✍️ Anche voi avete notato quante volte si usa ancora questa terminologia? Cosa ne pensate?