Questo magnifico albero può essere interpretato come una grande opportunità per comprendere le origini delle malattie e dunque fornire strumenti potentissimi per anticiparle e contrastarle sul piano eziologico, superando la tradizionale pratica puramente sintomatologica.
La mia presa di coscienza, in merito a quanto fosse importante considerare seriamente la nutrizione e quanto l’uso sistematico di chimica (in particolar modo quella di natura farmaceutica) potesse significativamente condurre il paziente verso una progressiva deriva di malattia è uno sviluppo avvenuto nel corso del tempo.
In un primo momento è una semplice constatazione clinica (seppur molto ricorrente) ; quasi tutti i soggetti che si presentavano in studio erano sedentari, in sovrappeso, con evidente grasso addominale, un’alimentazione dis regolata, ricca di zuccheri e cibi industriali.
Il quadro clinico nel suo complesso si aggravava se i pazienti erano sottoposti a terapie chimico farmaceutiche.
Quando parlo di terapie chimiche, non mi riferisco all’antinfiammatorio o all’antidolorifico occasionale, ma piuttosto a coloro che fanno uso cronico di farmaci: i dis metabolici , gli ipertesi, gli “ipersecretori” gastrici.
Mi rendevo conto che questi pazienti, avevano mediamente maggiore difficoltà a guarire e a recepire i benefici dei trattamenti rispetto a coloro che non erano sottoposti alla chimica, e che nel medio e lungo periodo (alcuni mesi) si ripresentavano in studio con i medesimi sintomi.
Parallelamente alle constatazioni cliniche, avveniva un evento determinante, un accadimento che mi ha imposto di rivedere profondamente la modalità di azione come Terapeuta; mi riferisco al Melanoma che ha colpito mio fratello, una malattia che lo ha condotto a fine vita a soli 51 anni, nel giro di breve tempo.
Questo mi ha indotto a valutare i pazienti da un’altra prospettiva; cercare di comprendere il più possibile le malattie, intese non solo come patogenesi ma soprattutto ricercarne le cause, diveniva il primum movens. Tutt’ora, imprescindibile necessità quando incontro un paziente.
Studiare per comprendere il più possibile questi aspetti, è stato un passaggio cruciale che mi ha portato a mettere in pratica una modalità terapeutica profondamente diversa rispetto al passato.
Dal 2013 inizia, dunque, un percorso di approfondimento senza soluzione di continuità. Non trascorreva giorno che non rimanessi chino per almeno 4-5 ore a studiare dati e pubblicazioni scientifiche. Di questa grande opportunità di comprensione, concessami, non smetterò mai di ringraziare bravi ricercatori che con grande generosità rendono disponibili a tutti importanti risultanze scientifiche.
Gli approfondimenti mi condussero verso un campo relativamente nuovo in ambito delle scienze mediche, mi riferisco all’infiammazione cronica di basso grado, un evento profondamente diverso rispetto all’infiammazione acuta, tipica di una condizione infettiva.
La comprensione del fenomeno Infiammatorio Cronico di Basso Grado, mi ha dato la possibilità di poter meglio capire l’eziologia delle malattie. E’ stato per il sottoscritto un passaggio cruciale.
Mi resi conto di quanto questa fisiologica attività del nostro sistema organico, potesse trasformarsi nel principale fattore di patogenesi delle morbosità, una volta instauratasi in forma cronica.
Più approfondivo gli studi inerenti all’insorgenza delle malattie a cominciare da quelle neoplastiche e dismetaboliche (successivamente anche quelle di natura osteo articolare), più si dimostrava ricorrente il fenomeno infiammatorio cronico di basso grado.
Una sorta di denominatore comune seppur con implicazioni differenti a seconda dei tessuti coinvolti. Cercar di comprendere il perché si inneschi e si mantenga nel tempo una simile tipologia di infiammazione, si finisce per entrare a piè pari in ambito nutrizionale.
Non c’è terapia che possa prescindere dall’aspetto alimentare. Credo stia proprio qui la chiave di volta per anticipare e per molti versi curare qualsiasi forma di alterazione, sindrome o patologia.
La nutrizione è il principale fattore eziologico, non l’unico certamente, ma sicuramente quello che ricopre il maggior peso in termini di start up delle malattie e al tempo stesso di tutela per la salute.
Inizia dunque ad approfondire l’aspetto nutrizionale proprio in funzione dell’infiammazione cronica di basso grado.
Era una fase della mia vita non certo favorevole dal punto di vista di salute: oltre ad un poliposi intestinale e tutto ciò che ne consegue, una serie di personali disturbi osteoarticolari iniziavano a manifestarsi con sempre maggiore insistenza . Dolori sempre più importanti e trafittivi ad entrambe le spalle in particolar modo a sinistra.
Sintomatologia alla quale vi si associavano segni e sintomi come parestesie, ipoastenia e bruciori alle mani. Era arrivato a non potermi più pettinare con la mano sinistra senza evocare forte dolore alla spalla, non riuscivo più a versare l’acqua dalla bottiglia al bicchiere, difficile diventava anche lavarsi i denti se non sopportando un forte bruciore alla muscolatura dell’avambraccio.
Anche tenere il telefono in mano per più di 2 minuti con il gomito flesso mi portava parestesie a tutto il braccio e al raffreddamento della mano interessata alla presa. Sdraiato a letto ero costretto a mantenere le braccia completamente distese perché anche una piccola flessione mi portava parestesie a tutto l’arto.
Condizioni affrontate, come sempre accade, attraverso il tradizionale approccio ortopedico-fisioterapico, dunque farmaci antinfiammatori, cortisone e fisioterapia (Tens, Tecar ecc.. ) Inutile dire che l’esito terapeutico fu pressochè nullo.
Valori elevati del Fattore Reumatoide, associati a segni e sintomi aspecifici, facevano paventare anche un’ipotesi di malattia autoimmune; l’Artrite reumatoide.
Ad oggi ho solo una diagnosi per fibromialgia. Una battaglia che credo di aver vinto o quanto meno di aver posto la malattia in totale remissione. Le invalidanti sintomatologie, eliminate integralmente.
Superfluo sottolineare che la risoluzione, dopo oltre 3 anni di dolore cronico alla spalla, è rappresentata da una sostanziale adozione di una corretta alimentazione (vedere POST “la mia personale battaglia contro la FIBROMIALGIA ”https://www.sanieinformati.com/post/la-mia-personale-battaglia-contro-la-fibromialgia )
Un’alimentazione fino ad allora basata essenzialmente su carboidrati e parzialmente anche su proteine di bassa qualità (carne da supermercato).
I tremendi dolori alla spalla non erano l’unico disturbo purtroppo, da almeno 10 anni, tre, quattro volte all’anno, avevo episodi di coliche fortissime alla colecisti (che fosse la colecisti lo si è capito solo dopo alcuni anni di sbagliate diagnosi…)
Per anni i medici le hanno interpretate come gastrite, visto il dolore localizzato all’epigastrio e mesogastrio e dunque, con la consueta superficialità, suggerivano il farmaco di turno; un gastro ”protettore” o altre inutilità chimico farmaceutiche.
Anche qui grazie all’analisi d’interessanti lavori presenti in letteratura, iniziai a fare i primi collegamenti che forse non si trattava di un problema gastrico.
Comincia dunque a studiare gli aspetti eziologici che sottendono alla formazione di calcoli alla colecisti, e più approfondivo e più mi rendevo conto di quanto l’aspetto nutrizionale giocasse un ruolo fondamentale, anche in questa affezione.
Ed infatti un esame ecografico all’addome (fatto privatamente) metteva in luce un calcolo di 15 mm (che ancora oggi conservo nella mia colecisti). Affrontare la questione sul piano nutrizionale, e non su quello chirurgico come invece mi veniva caldamente suggerito, è stata la scelta giusta. Sono orami trascorsi quasi 3 anni, e gli episodi di coliche scoparsi del tutto (potete leggere il Post specifico che ho scritto: “risolvere i calcoli alla colecisti senza chirurgia”)
Lo studio e la ricerca del “bandolo della matassa”, è stato il determinate per risalire la china e scoprire che vi erano delle serie possibilità per affrontare e probabilmente risolvere definitivamente dolori e malattie. La terapia elettiva per affrontare qualsiasi malattia e fornire alla nostra macchina biologica ciò che ha utilizzato per milioni di anni è la corretta nutrizione.
Fare questo significa rispettare il proprio codice genetico, significa mantenere efficienti i sistemi di correzione genomica, efficaci i sistemi antiossidanti, in equilibrio i rapporti neuroimmunoendocrini. Le molecole che introduciamo con gli alimenti, modulano ogni singola cellula, ogni singolo tessuto, regolano inevitabilmente la funzionalità organica complessiva.
Purtroppo gran parte delle persone, non considera vera terapia un qualcosa che sia troppo semplice, alla portata di tutti e troppo scontata. E’ dilagante l’erronea convinzione che un qualcosa per poter essere elevata a terapia debba necessariamente provenire da ambito medico-farmaceutico. Nulla di più infondato.
Sottovalutare l’aspetto nutrizione, credo sia il più grande errore che venga fatto in ambito medico.
Un ringraziamento a tutti i miei ex collaboratori
Se vogliamo fare un quadro ancora più completo degli accadimenti e meglio comprendere i passaggi che mi hanno condotto al cambiamento, devo necessariamente aprire una breve parentesi su una componente del mio lavoro di allora : Questa volta in qualità di imprenditore del Fitness.
Nel 2012, do vita al centro Fitness “Metropolitan club”, una bellissima struttura di oltre 2000 mq nel pieno centro di Biella. Purtroppo quella serie di eventi che vi ho appena descritto, prendono inizio proprio a partire da fine 2013 , dunque poco dopo l’apertura.
Accadimenti talmente importanti per la mia vita che mi hanno permesso di comprendere che ciò che mi interessava davvero, e non era la conduzione di un centro fitness seppur, importante e prestigioso come la Metropolitan Club.
Il mio interesse era conoscere. Conoscere sempre più in ordine all’insorgenza delle malattie, cercare di affrontarle e possibilmente anticiparle. Questa era ciò che mi interessava ed è ciò che tutt’ora mi anima.
La mia partecipazione alle attività del Centro diveniva sempre più rarefatta e il disinteresse sempre più evidente, gli esiti di una simile conduzione non potevano essermi certamente favorevoli. Dal 2015 l’allontanamento dalle attività del Centro appare sempre più manifesto.
Nel 2016 ne parlai apertamente in occasione di una riunione con i collaboratori; subito dopo abbandonai definitivamente la conduzione della struttura.
Colgo questa occasione per ringraziare, pubblicamente tutto lo Staff che, nonostante la mia ridotta presenza, e negli ultimi due anni, la mia totale assenza, ha comunque saputo dare prova di impegno e grande professionalità.
Un ringraziamento particolare lo voglio dedicare a Gianluca, un grande tecnico delle attività motorie, una persona di assolute qualità. Anche Eleonora e Cristina, le due ragazze di reception, meritano un ringraziamento speciale per impegno e dedizione.
La mia più profonda gratitudine la devo però a Carlotta; si è fatta carico di una struttura complessa, con tutto ciò che comporta gestire un’attività di questo tipo, nonostante la ridotta esperienza nel settore.
Ricordo alcuni collaboratori che mi dissero apertamente: “stai buttando via tutto è contro il tuo interesse! “
A volte, dall’esterno, non si riesce comprende cosa possa essere davvero l’interessa prioritario per una persona. La vita è bella, ed è piena di sorprese, ma t’impone di prendere delle decisioni, anche difficili o che appaiono agli occhi di molti come insensate e controproducenti. Ma questo è il destino, un susseguire di eventi che ti portano a fare delle scelte.
E per chi scrive, alcuni fattori hanno avuto una valenza ancora maggiore rispetto ai contenuti puramente economici. A volte si prendono delle decisioni impopolari e apparentemente non comprensibili ai più.
L’attuale approccio Terapeutico
Per meglio far comprendere cosa intendo come nuovo Metodo di approccio al paziente, vi porto un breve esempio:
un soggetto che si presenta in studio riferendo un dolore cronico ad un’articolazione, dimostrando di avere anche determinate caratteristiche cliniche come: sovrappeso, grasso addominale, sedentarietà e magari l’aggravante dell’uso cronico di farmaci, dopo aver effettuato i doverosi test valutativi tipici dell’osteopatia e ridotta (o possibilmente annullato) la sintomatologia sia essa di natura strutturale che viscerale, deve essere necessariamente indagato sul piano; Nutrizionale e Motorio.
Ma dopo questi 3 essenziali step terapeutici è fondamentale da parte del terapeuta adoperarsi per Informare il paziente.
E’ dovere deontologico comunicargli che continuare sulla medesima strada (stile di vita) non solo si ripresenterà inevitabilmente lo stesso problema (osteoarticolare o viscerale ecc.), ma la sua deriva verso la malattia sarà sempre più conclamata.
Il paziente va quindi prima trattato per dargli sollievo in termini di sintomatologia e poi va informato su cosa dovrebbe fare per conservare e tutelare la propria Salute tutta la vita.
E doveroso quindi da parte del terapeuta, spiegargli come fare per adottare una semplice alimentazione antinfiammatoria, e mettere in pratica una moderata ma costante attività fisica.
Questo credo sia l’approccio terapeutico-educativo che necessariamente deve essere fatto, se vogliamo arrivare davvero al bandolo della matassa. Diversamente si rischia di fare ancora una volta un trattamento poco più che sintomatologico.
E’ vero che un dolore ad un’articolazione, per esempio ad una spalla, può avere un’origine non locoregionale, come ci insegna abilmente la medicina osteopatica, mettendo per esempio in relazione ad una disfunzione del diaframma ad un’alterazione temporo-mandibolare, ma non è necessariamente così.
Una condizione degenerativa è prettamente loco regionale, un’artrosi, un’osteofitosi, una tendinite sono pur sempre alterazioni tissutali locali. Ecco quindi la necessità di ricercare il perché, di queste frequenti degenerazioni osteo articolari e peri articolari. La risposta la troviamo nella nutrizione.
Credo sia deontologicamente e forse anche umanamente corretto, che la persona venga messo di fronte alla verità delle cose, anche a costo di perderla come paziente-cliente. E’ essenziale fornirgli tutti gli strumenti affinchè possa fare la vera terapia, tutta la vita e in forma autonoma.
Questo per il sottoscritto significa essere d’aiuto al paziente e funzionale all’anticipazione delle malattie (siano esse osteoarticolari, dismetaboliche, autoimmuni o di qualsiasi altra natura).
L’altro punto fermo in ambito d’informazione è che il paziente deve essere consapevole che l’assunzione in forma cronica di sostanze chimico-farmaceutiche, costituisce un significativo contributo alla malattia e non alla salute.
Le terapie chimiche devono esser viste in un’ottica transitoria e non definitiva ma parallelamente ad esse, è necessario adottare un piano nutrizionale antinfiammatorio. Solo in questo modo sarà possibile ripristinare la fisiologia perduta e abbandonare gradualmente i farmaci.
Una cosa che mi sento di dire con ragionevole certezza è che i farmaci per il controllo della dislipidemia, glicemia, pressione e “acidità gastrica”, non sono affatto ausili essenziali da mantenersi tutta la vita.
Un’altra grande batteria di farmaci puramente sintomatici sono quelli adoperati in tutte le malattie autoimmunitarie. Si passa dai semplici inibitori delle ciclo-ossigenasi come gli antinfiammatori e i cortisonici, ai più “raffinati” “biologici”. Su questi ultimi, non mi dilungo, chi vuole saperne di più, potrà consultare alcuni Post che troverà nei LINK sotto.
Dico solo che non sono farmaci risolutivi, ovvero non mettono realmente in Remissione la malattia, perchè (ancora una volta) non affrontano le cause delle malattie, ma semplicemente si fermano sugli effetti. In buona sostanza inibiscono parte della funzionalità immunitaria evitando in questo modo Iper-risposte di danneggiamento dei propri tessuti. Dunque, io paziente non percepirò più i dolori causati dalle lesioni, ma l’origine della malattia, ovvero una continua affluenza di batteri patogeni e loro prodotti derivati (PAMPs) continueranno a circolare, liberi di poter aggredire un’altro tessuto a loro piacimento: è lo sviluppo della seconda malattia autoimmune.
https://www.sanieinformati.com/post/malattie-autoimmuni-3-meccanismi-che-distruggono-i-nostri-tessuti?fbclid=IwAR04kLUzK7k8aIBvaIq0znNzV6xnl6t3AMLpKRTvkaO-7RjZDROAIOx2Z9E
https://www.sanieinformati.com/post/intestino-e-malattie-autoimmuni-parte-1
https://www.sanieinformati.com/post/malattie-autoimmuni-non-cadete-nell-inganno
La nostra esperienza, ma soprattutti molti dati di letteratura, ci suggeriscono esattamente questo: soluzioni efficaci, eziologiche e prive di effetti avversi ci sono già, basta accoglierle.
Buona salute a tutti