
09/08/2025
"Una profonda amicizia".
Così li ha definiti il sacerdote durante l’omelia.
Gianni Grossi e Mario Paglino erano una coppia nella vita e nel lavoro, unita da anni di amore e creatività. Sono morti insieme, tragicamente, su un’autostrada. Ma nella chiesa dove si è celebrato il loro funerale, il loro amore è stato cancellato con cura.
Davanti all’altare di San Gaudenzio, a Novara, c’era la foto del loro matrimonio. Una dichiarazione d’amore chiara, limpida, indelebile. Eppure, per don Renzo Cozzi, erano solo “due amici che si volevano bene”.
Ha poi dichiarato: "Non volevo che diventasse una celebrazione gay. La Chiesa non lo permette."
E allora mi chiedo: di cosa ha paura la Chiesa?
Di due uomini che si sono amati? Di due esseri umani che hanno generato bellezza, affetto, comunità, proprio come fa ogni coppia che si ama e costruisce insieme una vita?
Essere fecondi non significa solo avere figli. Significa lasciare un segno, generare amore, creare relazioni.
E Gianni e Mario, con la loro vita, lo hanno fatto. Con il loro amore, lo hanno fatto.
Questa non è una polemica. È un invito.
A riconoscere l’amore quando c’è. A non trasformare l’ipocrisia in dottrina.
A capire che l’amore, quando è vero, non ha bisogno di permessi per essere nominato.
Solo di essere onorato.
Anche in una chiesa.