Dottoressa Alessandra Zampilloni

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“.. Anche  oggi alcune malattie psichiche della donna possono essere causate dall’adesione a una psicologia patriarcale,...
10/04/2025

“.. Anche oggi alcune malattie psichiche della donna possono essere causate dall’adesione a una psicologia patriarcale, tradizionalmente ‘fedele’ e limitante; in esse lo sviluppo vitale determinato dall’ intrusione del transpersonale viene escluso e diventa negativo. In questo senso è possibile che per lo sviluppo individuale femminile sia necessaria la minaccia, o addirittura la rottura del matrimonio simbiotico patriarcale. Quando l’incontro, e cioè il rapporto individuale del femminile con il maschile, diviene necessario, un matrimonio nel quale predominano solamente la simbiosi e il carattere collettivo deve essere spezzato, come dimostrano non solo il gran numero di divorzi nel mondo moderno, ma anche la guarigione di molte malattie nevrotiche della donna moderna e il suo stesso sviluppo”

L’Ordine mi ricorda che sono 10 anni che esercito questa professione.Ogni giorno che passa mi sento sempre più grata per...
16/03/2025

L’Ordine mi ricorda che sono 10 anni che esercito questa professione.

Ogni giorno che passa mi sento sempre più grata per la ricchezza emotiva che i miei pazienti scelgono di mettere un po’ nelle mie mani, un po’ nelle loro, una ricchezza spesso mal interpretata, taciuta, negata. Insieme, mettiamo le “mani in pasta”. Partiamo dalla “materia grezza”, incompleta, irrisolta, nella quale però è già contenuto tutto il potenziale, che gradualmente verrà fuori.

Un lavoro che insegna come, attraverso lo sguardo dell’altro, la presenza costante senza giudizio, si possa evolvere nella conoscenza di sé, avvicinandosi alla “forma più sintonica”, già insita nell’ incompiuto. Un lavoro che insegna a stare insieme, a fare insieme, ma anche a separarsi, senza perdersi. Una professione che è un viaggio, che mette di fronte all’inatteso, fatto di contrari, di opposti. Un lavoro che è un continuo divenire, tanto per il paziente quanto per il terapeuta. Un lavoro che fa sentire tuttavia sempre un po’ al primo gradino.

Alla luce della ricorrenza di questi 10 anni, mi sento proprio così: “evoluta”, e sempre un po’ la stessa, come terapeuta, come persona.

Ogni giorno so che potrò “avvicinarmi un po’ di più” a me; ogni giorno so che sono abbastanza. Così potrei riassumere la meraviglia di questo lavoro: ogni giorno SIAMO, ogni giorno DIVENTIAMO, tra continuità, e cambiamento.

Ogni giorno ci conosciamo e ri-conosciamo un po’ di più, sentendoci sempre un po’ più al sicuro, stando e re-stando con noi stessi e con gli altri.

Profondamente riconoscente per sentirmi costantemente nutrita da sguardi, respiri, incontri, incastri, che arrivano dritti in profondità.

🎗️ 💜Parlare di DCA (disturbi del comportamento alimentare) è difficile, tanto quanto curare queste forme di sofferenza p...
15/03/2025

🎗️ 💜Parlare di DCA (disturbi del comportamento alimentare) è difficile, tanto quanto curare queste forme di sofferenza psichica. Infatti ciò che determina queste patologie cambia da persona a persona, anche se apparentemente queste sindromi dai criteri diagnostici specifici, sembrerebbero assomigliarsi tutte, ed infatti sono simili per il carico di sofferenza individuale che portano, per i rituali comuni, che sembrano convogliare nella medesima matrice di conflittualità tra dipendenza-indipendenza.
Nonostante i numerosi studi, ancora oggi non è chiaro quali specifichi aspetti psicologici aumentino la propensione allo sviluppo di un rapporto alterato col cibo. La maggior parte dei clinici e dei ricercatori quali Goldbloom (1989), ritengono che l’eziologia sia multifattoriale e che includa variabili e vulnerabilità biologiche, psicologiche, familiari e socioculturali.
Attualmente numerose ricerche hanno messo in risalto come questi molteplici fattori eziologici possano essere integrati con successo all’interno di una teoria, che concettualizza i disturbi dell’alimentazione fondamentalmente come disturbi della REGOLAZIONE EMOTIVA.
Hilde Bruch (1962) osserva che i pazienti con anoressia nervosa “esperiscono le proprie emozioni in maniera sconcertante e sono spesso incapaci di descriverle”.
Alla luce di quanto detto, per quanto riguarda il trattamento dei disturbi alimentari, é fondamentale avere in mente, soprattutto nella fase preliminare, un intervento volto ad aiutare i pazienti ad entrare in contatto con le loro emozioni, a verbalizzarle, anziché agirle nei confronti del cibo.
Prendendo in esame il ruolo del contesto familiare, la letteratura ha messo in luce come incidano significativamente, tanto la madre -spesso esperita come “fusionale e fagocitante”, quanto il padre -vissuto come “assente”-.
Alla luce di quanto detto, per il trattamento dei DCA è bene avere in mente un approccio multidisciplinare, che preveda il coinvolgimento di diversi professionisti (psicoterapeuti, psichiatri, nutrizionisti, educatori), nonché la possibilità di lavorare sull’intero sistema familiare.
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‘Identità & femminile’  “Ovunque sia lo sguardo, la donna punta sempre verso il cielo, verso l’alto, verso quello che no...
08/03/2025

‘Identità & femminile’

“Ovunque sia lo sguardo, la donna punta sempre verso il cielo, verso l’alto, verso quello che non si può vedere… però lo sentiamo. Noi siamo collegate con le stelle, per questo sentiamo tutto”.

Una giornata, che nasce dal desiderio di parlare di femminile, dalla possibilità di uscire fuori da schemi e ruoli rigidi e pre-impostati.
Donne non si nasce, si diventa, mettendo insieme “i pezzi” in modo coerente, stabile e integrato.

È’ importante corrispondere all’idea che si ha di sé, avvicinarsi alla propria autenticità, sentirsi in diritto di mostrare il proprio volto senza maschere.
E’ fondamentale avere consapevolezza di sé, delle proprie risorse, quelle che ci insegnano a procedere il cammino dopo le cadute, talora improvvise.

Non bisogna aver paura di mettersi in discussione, destrutturare una rappresentazione identitaria che nel tempo ha riflettuto le aspettative sociali. Si può ri-significare, imparando a calzare le vesti desiderate.

Grazie a tutti quelli che, a tal proposito, oggi hanno scelto di mettersi in discussione, ascoltando ed interagendo attivamente.
Grazie alle colleghe dell’Associazione Includiamo

08/03/2025
In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, Includiamo APS, proporrà un incontro di in-formazion...
01/03/2025

In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, Includiamo APS, proporrà un incontro di in-formazione e confronto su un tema ampiamente dibattuto quale quello dell’identità.
Affronteremo, nello specifico, le conflittualità del femminile nell’assunzione dei molteplici ruoli della donna. Ci soffermeremo sulla fatica integrativa interna ed esterna.
Comprenderemo la difficoltà nell’ affermarsi discostandosi da convenzioni sociali radicate, nonché la possibilità di mettere insieme i vari “pezzi identitari”, senza cadere in scissioni assolutistiche e totalizzanti.
Favoriremo un clima di confronto attivo e partecipativo per riappropriarci della “nostra femminilità”.
Comprenderemo come accedere alla molteplicità senza sentirsi difettose in una veste o nell’altra, ma in armonia, facendo spazio.
Sarà un’occasione di rispecchiamento, riflessione su di sé e sull’ altr/a.

L’incontro prevederà diversi momenti di immedesimazione e discussione:
• “Costruzione dell’identità integrando i ruoli sociali del femminile”, dott.ssa Alessandra Zampilloni

• “Cinematerapia “favorire identificazioni di genere attraverso un breve excursus della filmografia attuale”, dott.ssa Alessandra Zampilloni, dott.ssa Fulvia Urru, dott.ssa Beatrice Serafini e dott.ssa Gabriellla Berardini.

E due attività esperienziali, dott.ssa Alessandra Zampilloni, dott.ssa Monica D’Alonzo, dott.ssa Fulvia Urru dott.ssa Giulia Cruciani.

📍Dove? Sede Includiamo Aps, via G.Rossini 18/A
🗓️ Quando? Sabato 8 marzo, ore 15,30

Necessaria la prenotazione.

Per info:📞3517239363
💻associazioneincludiamo@gmail.com
E su fb ➡️ Includiamo

Lavorare in sinergia. Trattare il femminile. Mettere insieme i ruoli, integrare il “fuori con il dentro”. Dare continuit...
01/03/2025

Lavorare in sinergia. Trattare il femminile. Mettere insieme i ruoli, integrare il “fuori con il dentro”. Dare continuità al sé e ai legami.

Noi ci siamo .fulvia

‘Femminile e identità: tra conflitti e possibilità integrative’

Work in progress..
Vi aspettiamo l’8 Marzo!

“Un tema sicuramente triste, quello del lutto. Eppure è proprio nel lutto che sembra trovarsi la più piena conferma di q...
05/02/2025

“Un tema sicuramente triste, quello del lutto. Eppure è proprio nel lutto che sembra trovarsi la più piena conferma di quella dimensione relazionale che fonda la natura umana. É il lutto a sottolineare da un lato quanto l’esistenza umana sia intersoggettiva, dall’altro a mettere in luce quanto -una volta formatisi- i legami davvero significativi e importanti nella nostra vita possano infondo solo trasformarsi, mai finire nel nulla. Nemmeno con la morte.”

Formazione e Supervisione con le mie tirocinanti Giulia e Gabriela, presso l’Associazione ‘Includiamo’“Siamo tutti Narci...
30/01/2025

Formazione e Supervisione con le mie tirocinanti Giulia e Gabriela, presso l’Associazione ‘Includiamo’

“Siamo tutti Narciso, per sopravvivere a voragini di dolore“
(V. Lingiardi)

25/01/2025

Il corso si suddivide in:
32 ORE FRONTALI
6 ORE TIROCINIO
TEST FINALE

Il programma verrà così suddiviso:

*15 MARZO*
9 - 13
Dott.ssa Antonella Di Nardi
Dott.ssa Sharon Di Nardi
Presentazione del corso e dell'associazione: Aspetti emotivi e relazionali del tutoraggio.
14 - 18
Dott.ssa Valeria Ciancarelli
Disturbi specifici degli apprendimenti: aspetti teorici.
*16 MARZO*
9 - 13
Dott.ssa Adelaide De Nobili
Rapporto tra Funzioni Esecutive, Disturbi di Linguaggio e DSA.
*29 MARZO*
9 - 13
Dott.ssa Valeria Ciancarelli
La valutazione psicodiagnostica in età evolutiva, lettura di una relazione, pei e pdp, legge 170.
14 - 18
Dott.ssa Cristina Albertini
Implicazioni emotive nei DSA: cosa è importante sapere e come tenerne conto nella pratica.
*30 MARZO*
9 - 13
Dott.ssa Anna Di Giovanni
Dott.ssa Fulvia Urru
Oltra la diagnosi: il trattamento dei DSA. Potenziamento cognitivo e Tutoraggio.

*12 APRILE*
9 - 13
Dott.ssa Anna Di Giovanni
Il ruolo del Tutor DSA. Supportare l'apprendimento e l'autonomia degli studenti con DSA.
14 - 18
Dott.ssa Fulvia Urru
Trattamento DSA. Casi clinici e strumenti di intervento per il potenziamento.

DAL 14 AL 19 APRILE
TIROCINIO FORMATIVO presso la sede Includiamo

Dal 2015 intervengo attivamente sul territorio dei Castelli Romani, informando e sensibilizzando, in qualità di professi...
25/11/2024

Dal 2015 intervengo attivamente sul territorio dei Castelli Romani, informando e sensibilizzando, in qualità di professionista della Salute Mentale, alla prevenzione della Violenza di Genere.

Discutere di questo tema, è principalmente parlare di relazioni “violente”.

 Soffermandomi sulla persona, non differenziando i ruoli (attivo\passivo), (carnefice/ vittima) che si vanno a “giocare” nei rapporti, il vero primo grande passo è lavorare su di sè, sulla consapevolezza e presenza a se stessi. Il partner, in un caso o nel suo opposto. non è un prolungamento di sé. È altro.
Un’affermazione che può sembrare superficiale, ma che poi nel profondo determina modalità relazionali malsane.

È fondamentale riconoscer-si come soggetti, senza cadere in incastri che prevedano l’indispensabilità dell’altro per autodeterminarsi.
Ciò vale sia per chi esercita un ruolo attivo, di sopraffazione, disconfermando l’altro per confermare il proprio valore personale.

Lo stesso, in misura opposta e polare, vale per chi subisce la coercizione del partner, proponendosi bisognoso, o di contro “salvifico”.

Il cosiddetto vantaggio secondario sarebbe il medesimo: portare avanti il legame nella disfunzionalità.

In un rapporto intimo é necessario lavorare costantemente sulla gestione delle distanze.

Una sana vicinanza prevede la possibilità di salvaguardare i propri confini identitari, nonché di contrastare la sensazione di non poter vivere senza l’altro; ciò vale sia per chi “incapsula” , che per chi inconsciamente si lascia incapsulare, non sentendosi degnamente meritevole di una relazione fondata sul rispetto e valorizzazione della propria soggettività.

È di fondamentale importanza che ciascun soggetto senta profondamente di poter mettere insieme il vivere qualitativamente “bene” con sé, e con l’altro. Non si tratta di prospettive escludentisi: “o con te, o senza di te”. Parliamo di possibilità di integrazione fondate sul riconoscimento reciproco, che contemplano una “dipendenza funzionale”, e non simbiotica.
Come direbbe Lingiardi:
“Un’indipendenza autentica poggia sulla capacità di dipendere da altre persone, e di permettere ad altre persone di dipendere da noi”

Un mia lettura del film “Parthenope”, scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Chi è Parthenope?La bellezza in “superficie...
10/11/2024

Un mia lettura del film “Parthenope”, scritto e diretto da Paolo Sorrentino.

Chi è Parthenope?

La bellezza in “superficie”, che fa da paracadute, ad una profondità emotiva vertiginosa.

Parthenope è quel femminile incompreso, che potrebbe essere visto solo all’apparenza … “così frivola”, come lei medesima si definisce; ma al tempo stesso così “triste”… così in contatto con la sua sofferenza… “così determinata”… così decisamente orientata verso la sua strada, fatta di movimento, a tratti evitamento e salvezza … di fronte ad un dolore stridente….
E ancora “così svogliata”, così affaticata dalla possibilità di raggiungere davvero ciò che non sente di meritarsi ....

Parthenope che ha sempre chiari in mente “l’irrilevante” e il “decisivo”, si veste di sensualità, straborda seduzione, e maschera serratamente un’interiorità che avverte come pericolosa..Il suo corpo la supporta, confonde…nasconde la sua essenza.

Parthenope oscilla tra le sue conflittualità, tra i suoi opposti, tra le sue contraddizioni…
Si maschera, si difende …vorrebbe continuare a falsificarsi, forse fare l’attrice la sosterrebbe in questo, ma cede alle sue passioni più intellettive. Almeno quelle se le concede.

Parthenope è quel femminile che non si sente mai “profondamente” amabile …e che si avvicina, ma poi si allontana per paura di “amare” smisuratamente..
È quel femminile che “ama troppo o troppo poco”…. Tanto vicina fisicamente, tanto difensivamente lontana affettivamente…
Parthenope è la colpa del “sopravvissuto”…

È l’esemplificazione di chi non sente di avere il diritto di vivere una vita non costellata dal profondo dolore.
Parthenope non si perdona… non subito…
Poi torna a sé… torna alla possibilità di buttare via le maschere… non ha più la giovinezza e un “corpo seducente” per continuare a “mettere distanza”… torna alle sue “radici, alla sua autenticità”, per starci dentro, per elaborare…

Per perdonarsi, forse.

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