22/08/2025
Niente spreco di tirzepatide - la penna multiuso (multidose) permetterebbe di evitarlo
Come ho già detto e scritto in numerose circostanze, questa pagina ha un intento divulgativo e nessun finalità promozionale a favore di chicchessia.
Nei paragrafi a seguire, parlerò di un farmaco che in questo momento è sempre più utilizzato da chi ha diabete tipo 2, rimborsato dal nostro servizio sanitario nazionale. Il suo successo clinico dipende dalla grande efficacia su glicemia e peso, oltre che da ben documentati benefici cardiovascolari e renali e sulla mortalità per tutte le cause.
Quello che scriverò permetterà a chi ha il farmaco prescritto e rimborsato dal nostro servizio sanitario nazionale di non sprecarne nel caso in cui debba ridurne la dose per effetti indesiderati gastrointestinali come nausea, raramente vomito o disturbi dell’alvo (discretamente frequenti nei primi tempi della terapia: ne soffre circa 1 persona ogni 5).
Il principio attivo si chiama tirzepatide e il suo nome commerciale è Mounjaro. Diversamente da quello che accade in altri paesi il farmaco in Italia è disponibile in penne multiuso (multidose) per una somministrazione settimanale della durata di circa un mese. Le penne sono allestite per 4 somministrazioni, una per settimana, quindi per circa un mese di terapia (una iniezione ogni settimana x 4 volte = 28 giorni).
L’uso della penna prevede che si ruoti il pistone che dovrà essere poi premuto fino in fondo per eseguire l’iniezione, una volta posizionato l’ago ed eliminate eventuali piccole bolle (vedi istruzioni con figure allegate alla confezione del farmaco). Dalla finestrella con il numero 0 si deve ruotare molte volte il pistone fino a che nella finestrella non compare il numero 1 (vedi immagini a corredo). Poi si inietta. In questo modo, la dose erogata con l’iniezione è quella scritta sulla scatola e anche sull’etichetta della penna (nelle immagini 10 mg). Può essere 10 mg oppure 2,5, 5, 7,5, 12,5 oppure 15 mg perché esistono penne con diverse concentrazioni del farmaco. La raccomandazione è di iniziare la terapia con la dose più bassa e poi salire dopo un mese, salire dopo un altro mese e così via, ma secondo necessità. Non tutti devono salire alla dose di 15 mg, anzi moltissimi pazienti ottengono i risultati pianificati con dosi più basse (5 o 10 mg).
Importante è sapere che per arrivare alla finestrella con il numero 1 si ruota, scatto dopo scatto (ben udibile), per un totale di 60 scatti (non di più) e che la penna da 4 iniezioni permette quindi un massimo di 240 scatti (4 iniezioni da 60 scatti l’una). Sessanta scatti equivalgono alla quantità scritta sulla scatola e sull’etichetta della penna (nel caso dell’immagine 10 mg). Chi si inietta la dose scritta sulla confezione e sull’etichetta della penna non deve comunque contare gli scatti ma semplicemente ruotare il pistone da 0 a 1 per predisporre la giusta dose da iniettare.
Il punto chiave è che l’iniezione in realtà è possibile anche se si ruota il pistone senza arrivare alla finestrella con il numero 1. Se si ruota per 30 scatti si eroga una quantità di farmaco pari alla metà di quella scritta sulla scatola. Se si ruota per 15 scatti si eroga un quarto. Ad esempio 30 scatti della penna da 10 mg equivalgono a 5 mg e 15 scatti equivalgono a 2,5 mg. E così via. Per sapere quanti mg sono erogati con un singolo scatto bisogna dividere per 60 la quantità nominale della penna. Se la penna è da 10 mg uno scatto equivale a 10 diviso 60 (=0,166 mg). Se la penna è da 5 mg uno scatto equivale a 5 diviso 60 (=0,083 mg) e così via.
Perché scrivo questo? Perché ci sono pazienti che sono saliti con il dosaggio (es da 2,5 a 5 oppure da 5 a 10 mg) ma non riescono a tollerare quella quantità di farmaco e potrebbero (vorrebbero) tornare al dosaggio più basso che invece tolleravano bene. Hanno però in casa una o più penne con il dosaggio che non tollerano (es. 10 mg). Ovviamente potrebbero farsi fare una prescrizione di una penna con un dosaggio più basso, quello che tolleravano bene (es. 5 mg). In questo caso, però, sprecherebbero il contenuto residuo della penna da 10 mg (1-3 dosi a seconda di quante iniezioni sono già state fatte con quella penna) e anche le eventuali ulteriori penne non ancora utilizzate da 10 mg già in casa (è un esempio). E dovrebbero anche tornare dal medico prescrittore (medico di famiglia, specialista) per farsi fare la ricetta di una penna con il dosaggio più basso.
Come avete intuito da quanto scritto sopra, esiste però un’alternativa che evita questo spreco di un farmaco fra l’altro molto costoso e di peregrinare per procurarsi la ricetta. Per iniettarsi 5 mg con la penna da 10 mg già disponibile in casa, si può ruotare il pistone per 30 scatti invece che arrivare alla finestrella con il numero 1. E ripetere quest’operazione anche nelle iniezioni settimanali successive, fino ad esaurimento della penna. Poi, di intesa con il proprio medico curante, si potrà decidere come proseguire e quindi che penna utilizzare.
Ho fatto l’esempio di una riduzione di dose avendo a disposizione penne da 10 mg ma lo stesso può essere fatto con tutti i tipi di penna. Con tutte le penne 30 scatti equivalgono a metà dose, 15 scatti equivalgono a un quarto della dose, 45 scatti equivalgono a tre quarti della dose. Faccio un altro esempio: 30 scatti di una penna da 15 mg equivalgono a 7,5 mg e 20 scatti equivalgono a 5 mg. Basta fare un po’ di conti per iniettare la dose ritenuta appropriata. E in alcune circostanze per evitare sprechi.
Esiste un aspetto che va comunque sottolineato. La scheda tecnica del farmaco suggerisce di eliminare la penna dopo un mese dal primo utilizzo. Credo che come per tutti i farmaci ci sia un ampio margine di validità ed efficacia del farmaco anche oltre quel periodo. Chiunque utilizza penne da insulina e si somministra piccole quantità, sa bene che superando i fatidici 30 giorni dalla prima iniezione, l’efficacia delle iniezioni resta immutata. Credo che siano ben pochi pazienti che dopo un mese dall’inizio dell’utilizzo di una penna da insulina la elimino anche se contiene farmaco per molte ulteriori iniezioni.
Ritengo comunque appropriato, se si programma di superare i 30 giorni di utilizzo di una penna di Mounjaro una sua conservazione in frigorifero e non a temperatura ambiente (comunque inferiore ai 30°). Importante è che la penna sia portata a temperatura ambiente prima di ogni iniezione. Dopo quest’ultima la penna potrà tornare a essere conservata in frigorifero a 4°.
IMPORTANTE. Questo utilizzo particolare e fuori scheda tecnica della penna va sempre concordato con il proprio medico curante. Mai fare da soli.
PS Questo post non è pensato per fare pubblicità a Mounjaro ma per evitare sprechi dello stesso a carico del nostro caro SSN. Meglio ribadirlo agli irriducibili malpensanti.