07/03/2025
L’immagine mostra una sezione anatomica dell’anca, un’articolazione sinoviale enartrosi (o sferoidea) che rappresenta uno dei fulcri biomeccanici più complessi e affascinanti del corpo umano. La sua funzione è garantire stabilità e mobilità, permettendo movimenti come la flessione, l’estensione, l’abduzione, l’adduzione, la rotazione interna ed esterna, oltre a combinazioni di questi (circonduzione).
Strutture chiave dell’anca
Testa del femore e acetabolo
La testa del femore (caput femoris) si articola con l’acetabolo del bacino, una cavità rivestita da cartilagine ialina che assorbe gli impatti e distribuisce il carico durante i movimenti. L’acetabolo è completato dal labrum acetabolare, una struttura fibrocartilaginea che aumenta la profondità dell’articolazione, migliorando la congruenza tra i capi ossei.
Capsula articolare e legamenti
L’anca è stabilizzata da una capsula articolare molto robusta e da legamenti forti come:
Iliofemorale (di Bertin): il più resistente, limita l’iperestensione.
Pubofemorale: controlla l’eccessiva abduzione.
Ischiofemorale: limita la rotazione interna e stabilizza posteriormente.
Muscoli e sinergie funzionali
L’immagine evidenzia l’interazione di più gruppi muscolari:
Flessori dell’anca: iliopsoas, retto femorale, sartorio, tensore della fascia lata
Estensori: grande gluteo, ischiocrurali (bicipite femorale, semitendinoso, semimembranoso)
Abduttori: medio e piccolo gluteo, tensore della fascia lata
Adduttori: gracile, adduttori (lungo, breve, grande), pettineo
Rotatori interni: tensore della fascia lata, medio gluteo (fasci anteriori), piccolo gluteo
Rotatori esterni: piriforme, otturatore interno ed esterno, gemelli, quadrato del femore, grande gluteo
Biomeccanica dell’anca e prevenzione degli squilibri
L’anca è un punto di transizione tra la colonna lombare e gli arti inferiori, quindi alterazioni posturali o squilibri muscolari in questa zona possono ripercuotersi sia verso l’alto (lombalgia, instabilità del bacino) sia verso il basso (ginocchio valgo/varo, sovraccarico della caviglia e del piede).
Disfunzioni comuni
Sindrome del piriforme: il muscolo piriforme ipertrofico o retratto può comprimere il nervo sciatico, causando sciatalgia.
Coxartrosi: degenerazione della cartilagine articolare, spesso legata a sovraccarico o instabilità.
Conflitto femoro-acetabolare (FAI): alterazioni ossee tra il collo femorale e il bordo acetabolare che riducono la mobilità e possono provocare dolore.
Instabilità del medio gluteo: debolezza di questo muscolo può portare a un’eccessiva adduzione dell’anca e al segno di Trendelenburg (caduta del bacino dal lato opposto in appoggio monopodalico).
Il ruolo della prevenzione
Mantenere un corretto equilibrio tra forza, flessibilità e controllo neuromuscolare è essenziale per la salute dell’anca. Lavorare sulla stabilità del core, sulla mobilità dell’anca e sul rinforzo specifico può prevenire problematiche croniche e migliorare la performance motoria.
🔍 Se l’anca è in difficoltà, il corpo compenserà, e spesso il dolore apparirà in un’altra zona!