31/08/2025
Conflitto Femoro-Acetabolare (FAI): quando l’anca non gira più liscia.
Hai un paziente giovane, sportivo, con dolore all’inguine, rigidità o blocchi durante la flessione dell’anca?
Potrebbe esserci un conflitto femoro-acetabolare, noto anche come FAI (Femoroacetabular Impingement).
Nell’immagine, una chiara rappresentazione delle 3 varianti principali (inclusa la forma mista).
Cos’è il FAI?
Il FAI è un conflitto meccanico tra la testa del femore e l’acetabolo, causato da anomalie morfologiche che provocano impingement durante i movimenti dell’anca, specie in flessione e rotazione interna.
In un’anca sana la testa del femore è perfettamente sferica, l’acetabolo la accoglie senza attriti e il movimento è fluido, senza dolore.
Nella forma CAM, è presente una deformità della giunzione testa-collo femorale. Durante la flessione, la testa irregolare impatta contro il bordo acetabolare. Più frequente nei maschi giovani, sportivi, calciatori, crossfitter.
Nella forma PINCER è presente una sovracopertura acetabolare, dove il labbro acetabolare viene compresso. Segue dolore e degenerazione. Più comune nelle femmine, danza, yoga, e ipermobilità.
Nella forma MISTA di verifica la combinazione di CAM + PINCER ed è la più frequente nella pratica clinica (60–70% dei casi).
E le conseguenze cliniche?
Dolore all’inguine o laterale dell’anca, con rigidità in flessione e rotazione interna, difficoltà ad accovacciarsi, salire scale, guidare e in alcuni casi cric, scrosci, o senso di “blocco articolare”.
Può evolvere nella lesione del labbro acetabolare o generare artrosi precoce.
Ricorda: il FAI può esistere anche in assenza di dolore. Studi mostrano CAM o PINCER asintomatici in molti atleti o adulti attivi.
Il dolore dipende anche dal contesto sportivo o lavorativo, da una storia di sovraccarico o iperuso, da fattori psicologici e aspettative, paura del movimento e strategie di evitamento.
Non basta vedere un CAM per indicare chirurgia. Serve una valutazione funzionale globale: carico, stabilità, controllo, adattabilità.
Cosa può fare il fisioterapista?
Educazione del paziente, perché non tutti i conflitti fanno male.
Esclusione differenziale (pubalgia? psoas? sacroiliaca?) e invio allo specialista medico.
Programma di esercizi terapeutici per migliorare il controllo motorio, rinforzo glutei, core, mobilità selettiva, con ritorno progressivo all’attività sportiva.
E collaborazione col medico ortopedico se c’è indicazione chirurgica.
Ironia clinica: “Dottore, mi hanno detto che ho un FAI!”
“Sì, ma hai anche glutei deboli, core spento e paura di piegarti. Iniziamo da lì?😅”