02/06/2016
Caro Collega,
ci rivolgiamo a giovani e meno giovani, a tutti coloro che amano l’Interventistica e che sperano nel futuro di questa disciplina. Ci rivolgiamo a voi tutti perché questa speranza non si riveli alla fine una ingenua ed inutile illusione.
Mai come, in questo momento, occorre essere realisticamente oggettivi sulla drammaticità dell’attuale momento della Radiologia Interventistica italiana; il concreto realismo è la sola base di supporto concessaci per la progettazione non utopistica del nostro futuro, è la sola concreta via d’uscita.
Oggi, ad oltre quaranta anni dalla sua nascita, la Radiologia Interventistica in Italia vede:
· Progressivamente ridursi fino quasi a scomparire le UO (semplici o complesse) autonome
· Nei prossimi due-tre anni saranno quasi del tutto assenti i cattedratici universitari di estrazione o con predisposizione interventistica
· Non esistono ancora DRG specifici di interventistica
· Nel PNE (programma Nazionale Esiti) non esiste alcuna voce riferibile alla interventistica, fatta eccezione per la PTA della carotide definita come “procedura chirurgica”. Pertanto, nessuno a livello “centrale” è in grado di conoscere quale sia la entità numerica del nostro lavoro né di apprezzarne gli esiti clinici
· Non c’è alcun programma coordinato di formazione e perfezionamento post-universitario
· Non esiste alcun programma razionale di divulgazione delle nostre potenzialità terapeutiche per medici di altre aree e discipline
Di chi è la colpa di tutto ciò? Della fatalità? Del destino? Dei “politici incompetenti”?
No!!! la colpa è solo nostra, di tutti noi, nessuno escluso. Siamo vittime di una comoda assuefazione attendista che demanda ad “altri” il compito delle scelte più difficili e responsabili. Nessuno può sentirsi al riparo dalle proprie responsabilità. I più vecchi che non sono stati in grado di prevedere o adeguarsi ai cambiamenti imposti viceversa dai tempi nuovi; i più giovani che pigramente hanno accettato sulla propria pelle tutto questo e che ancora non hanno il coraggio o la voglia di farsi sentire.
Sulla base di tali amare considerazioni, sarebbe da scoraggiare un giovane che volesse oggi manifestare il proprio interesse per la nostra disciplina.
Ma il coraggio, la fiducia, la razionalità non devono mai venir meno, specie in gente che, come noi, è stata sempre abituata a combattere contro le difficoltà quotidiane che il nostro lavoro ogni giorno ci propone.
La IESIR è nata con questa ambizione: dare voce e qualche opportunità di farsi sentire a tutti i Radiologi Interventisti italiani.
§ Dobbiamo crescere numericamente per poter acquisire più forza e peso politico: attualmente siamo 150 iscritti, insufficienti per poter avere forza rappresentativa adeguata ed efficiente organizzazione interna
§ Occorre maggior energia da parte di tutti; non possiamo demandare nulla agli altri o al comitato di presidenza; tutti devono proporsi per lavorare insieme e avanzare proposte. Basterebbe che ogni Socio attualmente iscritto dedicasse 5 minuti del proprio tempo giornaliero alla vita societaria (entrare nel sito, verificare e segnalare eventuali lacune, contattare altri potenziali soci, suggerire iniziative concrete al Comitato Esecutivo, contattare politici ed amministratori per il riconoscimento della nostra Disciplina, diffondere le nostre metodiche etc etc) per raggiungere un cumulo di oltre 3200 ore lavorative/anno. Un potenziale enorme! Al comitato direttivo il compito di convogliare le forze, di razionalizzare gli sforzi, ma da solo il comitato di Presidenza e Direttivo non potranno mai colmare il ritardo organizzativo e gestionale della nostra disciplina
§ Dobbiamo fare in modo che la nostra attività sia palese a tutti, dobbiamo istituire registri nazionali di attività, unica base concreta per poter efficacemente, con qualche speranza di essere ascoltati, confrontarci con i politici
§ Dobbiamo chiedere con sempre maggior insistenza incontri programmatici con le nostre istituzioni regionali e nazionali
§ Dobbiamo normalizzare il percorso formativo e di perfezionamento di chi vuol fare questo ”mestiere”
Dobbiamo in altri termini acquisire adeguata consapevolezza del nostro ruolo e della nostra importanza nella Sanità italiana.
Abbiamo bisogno del tuo supporto, del tuo aiuto concreto di idee e di lavoro concreto !!.
Un caloroso saluto a tutti
Carlo Ferro, Francesco Florio, Franco Orsi