23/10/2025
Le ferite del maschile e del femminile
L’uomo e la donna non si incontrano mai da adulti, davvero.
Dietro ogni innamoramento c’è un bambino e una bambina che cercano ancora la carezza che non hanno avuto.
E così, molto spesso, non si ama la persona che si ha davanti:
si ama l’immagine di ciò che ci è mancato.
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E così, i due feriti si abbracciano, ma non si incontrano.
Si cercano per guarire, ma finiscono per sanguinare di più.
Ognuno cerca nell’altro la medicina del proprio dolore, ma nessuno può guarire al posto tuo.
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L’amore adulto nasce solo quando si riconosce che l’altro non è un genitore mancato,
non è un salvatore, non è un risarcimento.
È una persona.
E amare una persona significa accettare di non essere più bambino.
Le ferite del maschile e del femminile
La paura di amare davvero
✒️ Dr. Carlo D’Angelo – Psicologo e Psicoterapeuta. Voce delle Soglie
C’è qualcosa di sacro nel modo in cui uomini e donne si cercano.
Ma c’è anche qualcosa di tragico, di incompiuto, di spaventato.
È come se — da millenni — ci rincorressimo per guarire una ferita antica,
una ferita che non è dell’amore, ma dell’origine.
L’uomo e la donna non si incontrano mai da adulti, davvero.
Dietro ogni innamoramento c’è un bambino e una bambina che cercano ancora la carezza che non hanno avuto.
E così, molto spesso, non si ama la persona che si ha davanti:
si ama l’immagine di ciò che ci è mancato.
Lui, il maschile ferito, cerca nella donna la madre che non ha avuto.
Vuole essere accudito, compreso, assolto.
Vuole un ventre in cui potersi rifugiare, un grembo che lo accolga senza giudizio.
Ma nessuna donna può essere madre del proprio uomo.
E quando lei smette di accudirlo, lui si sente tradito.
Non si accorge che la ferita non è nel presente, ma nel passato.
Lei, il femminile ferito, cerca nell’uomo il padre che non c’è stato.
Vuole sentirsi protetta, scelta, riconosciuta.
Vuole che qualcuno finalmente la veda e le dica: “sei abbastanza”.
Ma nessun uomo può colmare quel vuoto antico.
E quando lui non riesce a proteggerla, lei si sente di nuovo abbandonata.
E così, i due feriti si abbracciano, ma non si incontrano.
Si cercano per guarire, ma finiscono per sanguinare di più.
Ognuno cerca nell’altro la medicina del proprio dolore, ma nessuno può guarire al posto tuo.
L’amore adulto nasce solo quando si riconosce che l’altro non è un genitore mancato,
non è un salvatore, non è un risarcimento.
È una persona.
E amare una persona significa accettare di non essere più bambino.
Molti uomini non sanno amare perché non hanno mai imparato a stare nella loro fragilità.
Si sono costruiti su un modello di forza, di controllo, di competenza.
Ma l’amore non si domina: si riceve.
E così, di fronte alla donna reale — con la sua intensità, la sua libertà, la sua sensibilità —
l’uomo si spaventa.
Si chiude, scappa, svaluta.
Perché amare davvero significa esporsi, e l’esposizione è la più grande paura del maschile.
Molte donne, invece, non riescono ad amare senza perdersi.
Hanno confuso l’amore con il sacrificio, la dedizione con la cancellazione di sé.
Si danno, si adattano, si plasmano, fino a non sapere più chi sono.
E poi, un giorno, si svegliano vuote, arrabbiate, deluse.
Perché amare non è rinunciare a sé, ma condividere da sé.
La ferita del maschile e quella del femminile si incontrano, si toccano, si attraggono.
Ma solo se ognuno accetta di curare la propria parte, può nascere un amore che non sia simbiosi né guerra.
L’amore maturo è un incontro tra due libertà che non si temono.
È il luogo dove si può restare interi anche nell’intimità.
Dove nessuno deve essere salvato, ma entrambi si possono salvare a vicenda semplicemente restando veri.
Clinicamente, lo vediamo spesso:
i legami si ammalano quando diventano compensazioni.
Ma si guariscono quando diventano rivelazioni.
Quando l’altro, invece di colmare, mi rivela dove ancora manco a me stesso.
Spiritualmente, tutto questo ha un sapore profondo:
la ferita del maschile e del femminile è la nostalgia dell’intero,
è il desiderio del ricongiungimento.
Amare è tornare all’unità originaria, non per fusione, ma per incontro.
E allora sì: amare davvero è un atto di coraggio.
Perché significa disarmarsi.
Significa mostrarsi nella propria incompletezza e dire:
“Non ho bisogno che tu mi salvi.
Voglio solo camminare con te nella verità.”
✒️ Dr. Carlo D’Angelo – Psicologo e Psicoterapeuta. Voce delle Soglie