Hélène-Françoise Lizotte, psychosynthèse

Hélène-Françoise Lizotte, psychosynthèse Une intervenant à l'écoute des êtres, de leur musique et du mouvement et micro-mouvement dans le corps.

Et si je faisais comme si...
05/09/2023

Et si je faisais comme si...

TECNICA DELL’AGIRE “COME SE”
Essa consiste nell’agire come se si possedesse lo stato d’animo voluto. Questa tecnica si basa sul fatto che la volontà può agire direttamente sugli atteggiamenti del corpo e sugli atti esterni. Così, ad esempio, se siamo tristi o depressi, è difficile diventare lieti e sereni con un atto diretto di volontà, con uno sforzo diretto. Invece è in nostro potere spianare la fronte, sollevare il capo, atteggiare le labbra a sorriso, e pronunciare parole di armonia, di ottimismo, di fiducia e di gioia.
Possiamo cioè comportarci “come se” fossimo lieti e fiduciosi. Fare questo ci dà una grande libertà interna, ci dà il senso e la prova che non siamo schiavi delle nostre mutevoli emozioni, dei nostri “stati d’animo” che possono dipendere da tante cause esterne o interne: ad esempio da condizioni meteorologiche, da suggestioni dell’ambiente, dall’influsso di certe persone, dalla difficoltà o incertezza di una data situazione. Noi possiamo agire, comportarci, e quindi realmente “essere in pratica”, come vorremmo essere; “come se” possedessimo le qualità e avessimo gli stati d’animo positivi che ci spingerebbero naturalmente ad agire nel modo giusto.
Ma vi è di più: usando questa tecnica non solo agiamo come vogliamo, ma cambia anche lo stato emotivo. A poco a poco, e qualche volta rapidamente, anche lo stato emotivo segue, si adegua e si intona all’atteggiamento interno e al comportamento esterno. Ciò è basato su un’importante legge psicologica:
“Gli atteggiamenti fisici e gli atti esterni suscitano le idee, le immagini e gli stati d’animo ad essi corrispondenti”.
Roberto Assagioli
Archivio Assagioli - Firenze

La bonne humeur
05/08/2023

La bonne humeur

UNA TECNICA DELLA PSICOSINTESI: IL BUON UMORE
Questo tema può forse sorprendere qualcuno e indurlo a domandarsi come mai il buon umore, che è uno stato d’animo, una disposizione interna, possa ve**re considerato una «tecnica». Spero che riuscirò a dimostrare che il buon umore può esserlo, o più precisamente che può essere suscitato, sviluppato o mantenuto con esercizi psicologici — e ce n’è molto bisogno, specialmente ora! Ma vi è di più: il buon umore è connesso direttamente con il tema della volontà.
Ciò richiede un chiarimento. Alcuni infatti potrebbero fare l’obiezione pregiudiziale che il buon umore è uno stato d’animo, che si ha o no, e che non può essere creato artificialmente con la volontà. Questa obiezione solleva il problema generale dei rapporti fra la volontà e le altre condizioni e attività psichiche, e particolarmente dei rapporti fra volontà da un lato ed emozioni e sentimenti dall’altro.
È vero che non si possono cambiare i nostri stati d’animo direttamente, con un’imposizione volontaria. L’uso imperativo e repressivo della volontà suscita spesso reazioni contrarie e fallisce al suo scopo. Questo è il grande errore commesso dai moralisti e dagli educatori autoritari con l’uso dei metodi basati sui divieti, minacce, condanne e punizioni. Invece si può esercitare un’azione efficace su tutte le funzioni psichiche, e si possono cambiare le disposizioni di stati d’animo, mediante tecniche psicologiche adatte che sono messe in opera da una volontà illuminata e abile. Cercherò di dimostrarlo riguardo al buon umore.
Il buon umore ha stretti rapporti e affinità con l’umorismo. Il buon umore potrebbe essere in effetti definito come un «fratello minore» dell’umorismo: l’uno tende a suscitare l’altro e ne favorisce le manifestazioni. Però essi sono diversi: ...ci può essere umorismo senza buon umore, e buon umore senza umorismo. L’umorismo può essere satirico, ironico, e talvolta anche mordente; invece il buon umore è sereno, calmo e sorridente.
Il buon umore può anche essere considerato come un fratello minore della gioia; le apre la via, ne favorisce la manifestazione e, inversamente, la gioia include uno stato d’animo di buon umore. Ne parlerò più avanti trattando della letizia francescana.
Anche i rapporti del buon umore con il gioco sono intimi; il gioco promuove il buon umore, e questo dispone al gioco.
Ma vediamo quello che più importa: come si può suscitare, coltivare e mantenere il buon umore? Ci sono due gruppi di metodi: il primo comprende le tecniche per eliminare gli ostacoli che ne impediscono l’espressione; il secondo è formato dalle tecniche per la sua evocazione diretta.
Uno dei maggiori ostacoli alla sua espressione è l’irritazione. Anche nel caso dell’irritazione, il combatterla direttamente mediante l’imposizione della volontà non serve o, se riesce momentaneamente, può avere effetti nocivi e produrre poi reazioni violente. Il modo più diretto per eliminare l’irritazione, i sentimenti di ostilità e gli impulsi aggressivi collegati ad essa, è quello della «catarsi», cioè scaricare l’irritazione mediante attività innocue che abbiano un significato simbolico
In Giappone si attribuisce molta importanza al controllo di gruppo e all’autocontrollo individuale. Nell’ultramoderno stabilimento della Matsush*ta Electric c’è appunto una sala dove gli operai che covano sentimenti repressi vanno a ritrovare l’autocontrollo. Chiunque, quando ne sente la necessità, può lasciare il posto di lavoro per andare in quella sala, e 15 o 20 persone al giorno se ne servono liberamente. In essa ci sono due fantocci rivestiti di grossa tela, e dei bastoni con i quali colpirli. Il più piccolo dei due fantocci è stato talmente malmenato che attraverso la paglia si intravede l’armatura in fil di ferro della testa, e sullo stomaco la tela mostra un largo squarcio. Il fantoccio non raffigura un superiore, ma il proprio ego.
Un altro modo per scaricare l’irritazione è lo scrivere lettere di recriminazione, critiche e anche ingiurie contro le persone che hanno suscitato la nostra ostilità… e poi non mandarle. Tutti questi metodi sono efficaci, perché le soddisfazioni simboliche spesso appagano quanto quelle reali. Questa è una delle utilità dei simboli.
Roberto Assagioli

UNA TECNICA DELLA PSICOSINTESI: IL BUON UMORE
(Archivio Assagioli - Firenze)

05/08/2023

Psicosintesi : l’avventura dell’uomo
Agli inizi del secolo, mentre Sigmund Freud a Vienna elaborava la
Psicanalisi, il suo ex allievo Roberto Assagioli in Italia tesseva le linee della Psicosintesi, ipotesi psicologica che, oggi più di ieri, richiama l’interesse di chi è attratto da un approccio umanistico
all’essere umano.
Assagioli non si oppose alle altre psicologie, anzi le integrò e sostenne la necessità che si rintracciassero e studiassero dell’uomo
non soltanto le sue pulsioni istintuali, i suoi conflitti, le sue perversioni e le sue relazioni, ma anche i suoi valori superiori, i suoi ideali, i suoi significati esistenziali.
L’apparente semplicità delle sue proposte si lascia svelare lentamente e a patto di essere disponibili a concedervi tempo, impegno, riflessione, e ad includere più che escludere.
La sua psicologia non promette ‘tutto e subito’ o ‘ l’usa e getta’, richiede per essere compresa uno sforzo personale costante, e la
messa in discussione e un riesame di ogni concetto della cultura acquisita.
In una lettera Freud scrive :‘Io mi occupo solo del sottosuolo
dell’essere umano. Ciò è comprensibile poiché egli indagava i livelli
psichici dove si incistano le patologie dell’inconscio inferiore e, altresì, le forze luminose dell’inconscio superiore verso cui è diretto l’essere umano nella sua evoluzione. l’intero edificio dei suoi mondi interiori. Va oltre le sue malattie e focalizza l’attenzione anche sulla sua normalità, sulla sua creatività e sul suo incessante dive**re. Esplorare i contenuti oscuri dell’inconscio inferiore e, altresì, le forze luminose dell’inconscio superiore verso cui è diretto l’essere umano nella sua evoluzione.
Le sue tecniche ed i suoi metodi facilitano l’accesso ad ogni livello
umano dal sottoscala dell’inconscio inferiore, al primo piano delle relazioni sociali, alle terrazze da cui si volge lo sguardo verso la cupola stellata del firmamento. E’ una psicologia che si apre in tutte le direzioni con atteggiamento inclusivo, integrante, privo di ermetismi e, soprattutto, sintetico nel senso profondo del termine.
Offre una visione olistica dell’uomo.
Ben presto Assagioli intuì il rapporto tra struttura biologica, substrato emotivo e funzione mentale, ne descrisse le interazioni e formulò le leggi dei dinamismi psichico-fisici, assai prima che si parlasse di psicosomatica.
Si accorse che, soddisfatti i bisogni di base e raggiunta una accettabile tranquillità esistenziale e sociale, nell’uomo si insinua la noia ed una debilitante mancanza di significati, e prende forma l’anelito alla ricerca di potenzialità latenti. Alcuni soffrono perché non si avvertono normali, altri perché si percepiscono ‘solo’ normali.
Da pioniere degli spazi interni ricercò la sorgente delle aspirazioni, e allargò gli studi della psicologia agli sconfinati territori al di là e al di sopra della personalità ordinaria, territori che definì transpersonali veri e propri serbatoi di qualità e ricchezze superiori.

Pier Maria Bonacina
dal suo libro: "L'Uomo Stellare"

Très beau texte, voir la traduction en français
04/29/2023

Très beau texte, voir la traduction en français

Sii buono con te stesso e apri il tuo cuore agli altri.
Anthony de Mello racconta una storia che mette in evidenza l’importanza della relazione delle persone tra loro e con se stesse.
Un commerciante si presentò al maestro e cercò di sapere da lui qual era il segreto di una vita di successo. Il maestro gli rispose:
“Fai felice una persona ogni giorno!”. E poi, dopo una breve pausa, aggiunse: “…puoi anche essere tu questa persona”. E dopo un po’ aggiunse ancora: “Questo vale soprattutto quando sei tu questa persona”.
Spesso pensiamo che una buona condotta si riferisca solamente agli altri. Ma non è così. Per poter avere un cuore per gli infelici, bisogna avere un cuore per ciò che di infelice e di povero sta dentro di noi. “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. [“Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura”, diceva Dante! ;-)]
Cosa vuol dire dunque essere buoni con se stessi?
Essere buoni con se stessi significa: accettarsi come si è. Io riesco a cambiare solo ciò che ho accettato. Devo quindi riconciliarmi con la mia storia di vita, con il mio carattere, con i miei punti di forza e con le mie debolezze. E anzitutto devo riconciliarmi con il mio corpo, così com'è.
L’amore è una forza che trasforma. L’amore può portare a vita nuova ciò che è inaridito. Può far rifiorire ciò che è secco. Può riammorbidire ciò che è duro, può dare a ciò che è disprezzato lo splendore della bellezza e può portare luce nella tenebra.
Se apro il mio cuore all’altro solo per avere dei benefici, ne ricavo solamente vuotezza. Se invece apro il mio cuore perché l’altro mi interessa, perché avverto i suoi bisogni, perché sento assieme a lui, perché vorrei aiutarlo, ne traggo ricchi doni. Se dò perché io stesso ho bisogno di attenzione e di conferma, mi sentirò ben presto esaurito.
"Pensa anche a te stesso, quando ti dedichi agli altri"
Anselm Grun amore reciproco
Un proverbio cinese dice: “L’amore reciproco arricchisce anche i poveri”.
Marina Capasso Medico Chirurgo, Oncologia Digestiva
Studio di Medicina Naturale e Biofisica

04/11/2023

"Insistere sull'imperfezione preclude la crescita. Accettare l'imperfezione come parte della tua umanità é crescere. Se tu puoi amare la parte di te che tu pensi sia imperfetta, questo può diventare un momento di trasformazione."

Massimo Rosselli
da: Pensieri Seme

04/10/2023

Quando si tratta di fare delle scelte [...] Una scelta fondamentale specifica è quella tra il passato e il futuro. Noi viviamo in un periodo di drastici cambiamenti e di rinnovamento rapido; molte vecchie forme non funzionano più. I vecchi modi di vivere risultano sempre più inadeguati alle esigenze di oggi. E' dunque inutile rimanerci attaccati e ingannare noi stessi pensando di poterli conservare intatti. [...] Il rinnovamento può e deve essere regolato da scelte appropriate, decisioni sagge e volontà ferma. Non dobbiamo abbandonare i sentieri collaudati senza averne trovati prima di nuovi e di migliori. Ma appena abbiamo trovato i sentieri nuovi, dobbiamo avere il coraggio e la volontà di gettarsi arditamente e gioiosamente nell'avventura che il futuro ci riserva.
Roberto Assagioli
da: "L'Atto di Volontà"

Très à propos
04/10/2023

Très à propos

Quando si tratta di fare delle scelte [...] Una scelta fondamentale specifica è quella tra il passato e il futuro. Noi viviamo in un periodo di drastici cambiamenti e di rinnovamento rapido; molte vecchie forme non funzionano più. I vecchi modi di vivere risultano sempre più inadeguati alle esigenze di oggi. E' dunque inutile rimanerci attaccati e ingannare noi stessi pensando di poterli conservare intatti. [...] Il rinnovamento può e deve essere regolato da scelte appropriate, decisioni sagge e volontà ferma. Non dobbiamo abbandonare i sentieri collaudati senza averne trovati prima di nuovi e di migliori. Ma appena abbiamo trovato i sentieri nuovi, dobbiamo avere il coraggio e la volontà di gettarsi arditamente e gioiosamente nell'avventura che il futuro ci riserva.
Roberto Assagioli
da: "L'Atto di Volontà"

03/14/2023

I vuoti come occasioni di crescita

“La vita non procede per riempimento di vuoti, ma per conquista di spazi interiori”,.
Vuoti importanti, che tendono ad attirate la nostra energie emotiva e psicologica. Vuoti che diventano catalizzatori, intorno ai quali noi iniziamo a vivere nella speranza di trovare risarcimenti per colmarli. Pensiamo che la cosa più importante sia riempire quei buchi, di qualsiasi cosa, con qualsiasi mezzo. Ma no è così.
Assagioli sostiene che ogni esperienza negativa sia un insegnamento, che ogni sofferenza rappresenti la possibilità di fare un salto evolutivo di qualità superiore. Per questo i vuoti vanno semplicemente accettati, digeriti, vissuti.
Nella pratica psicosintetica la tecnica della disidentificazione rappresenta una metodologia efficace per affrontare qualsiasi tipo di difficoltà personale.
La disidentificazione si basa su di un principio fondamentale della vita psichica:“NOI SIAMO DOMINATI DA TUTTO QUELLO CON CUI IL NOSTRO IO SI IDENTIFICA. NOI POSSIAMO DOMINARE, DIRIGERE E UTILIZZARE TUTTO QUELLO DA CUI CI DISIDENTIFICHIAMO”.
In questo principio risiede il segreto della schiavitù o della libertà dell’uomo. Ogni volta che ci identifichiamo con una nostra debolezza, con un difetto, con un impulso, noi ci limitiamo e paralizziamo noi stessi. Ad esempio se diciamo a noi stessi “Io sono arrabbiato” diventiamo la rabbia che proviamo e ne siamo sopraffatti. Ma se nelle stesse condizioni di rabbia diciamo “Un’onda di rabbia cerca di invadermi” cambia l’effetto che la rabbia avrà su di noi. In questo caso ci sono due forze che cercano di contrastarsi: da un lato il nostro Io vigile e dall’altro la rabbia. Distinguendo l’Io dalla rabbia, l’Io non si fa travolgere, non si lascia invadere. Ci sentiamo altro dalla rabbia che stiamo provando e riusciamo a gestirla.
Attraverso la disidentificazione la persona riesce a fare a livello immaginativo un passo indietro rispetto al problema che sta vivendo, cambiano in questo modo la prospettiva, la distanza dalla situazione problematica. La disidentificazione ci permette di prendere distanza dalla sofferenza, di vederla in modo più chiaro, più distaccato a livello emotivo. Con la disidentificazione ci stacchiamo a livello immaginativo dalla carica emotiva dell’evento traumatico diventando osservatori più neutrali.
Ogni percorso di psicosintesi personale e di psicoterapia psicosintetica rappresenta un momento in cui alla persona vengono donati strumenti per lavorare su di sé. Essendo una pratica, la psicosintesi mette a disposizione della persona varie tecniche che vengono apprese e possono essere utilizzate indipendentemente dalla presenza o meno di un formatore/ psicoterapeuta.
L’uomo è l’officina, la psicosintesi e le sue tecniche gli attrezzi, gli strumenti nelle nostre abili mani.

Psicosintesi Oggi

03/12/2023

Come risolvere i nostri problemi
Così Roberto Assagioli introduce questi scritti:
“In questi brevi appunti sono segnati, in modo semplice ed immediato, i moniti, le intuizioni, le riflessioni, i propositi di un’anima, quali sono sorti in lei spontaneamente nei suoi silenziosi “colloqui”. Non pretendino di dire cose “nuove”, né di essere formulati con rigore filosofico: vengono offerti con spirito fraterno, quale incitamento ed augurio, alle anime che lottano ed aspirano”.
Spesso non ci riesce di risolvere i nostri problemi, di veder chiaro in noi stessi perché siamo troppo compresi della nostra situazione, troppo chiusi nella nostra personalità. La cosa è troppo vicina e quindi ne vediamo i particolari ma non le linee d’insieme; essa ci appassiona troppo e perciò le emozioni ci offuscano la vista. Vi sono vari modi per eliminare queste difficoltà e cause di errore.
Il primo è quello di considerare i nostri problemi impersonalmente, come se fossero di altri. Creare la “distanza” opportuna, studiando il caso del signore o della signora che porta il nostro nome e cognome come se fosse quello di un amico, di un estraneo che ci abbia chiesto consiglio ed aiuto.
Il secondo modo è quello di creare la “distanza” nel tempo. Ciò si ottiene non insistendo nel voler risolvere subito la questione, ma mettendola risolutamente da parte: “ignorandola” per il momento ed occupandoci d’altro. Durante l’intervallo vi è in noi una parte profonda che continua ad elaborare il problema, e lo fa meglio senza l’intervento assillante e perturbatore della volontà personale e dell’attenzione consapevole. Così, quando ritorniamo “a mente fresca” al problema, spesso ci si presenta in modo facile e spontanea la soluzione, prima invano cercata. Questo fatto è ben noto in teoria, ma pochi ne traggono una norma costante d’azione.
Un altro modo, ancor migliore dei precedenti, è quello di elevarci, con i mezzi che sappiamo esser per noi i più efficaci (meditazione, lettura, comunione con altri o con la natura, eccetera) al di sopra del piano in cui esiste la perplessità o l’ostacolo; poi osservarli “dall’alto”, donde si può avere una veduta d’insieme dell’intera questione e scorgere l’origine e la direzione delle forze in giuoco. Così si può rettamente decidere ed efficacemente operare, secondo la legge che: per dominare le forze di un dato piano bisogna trascenderlo.
Infine il modo più alto e più sicuro per risolvere qualsiasi problema, per superare ogni difficoltà, è quello di rivolgere con fervore sincero, con fede piena, un forte appello al Dio Interiore e di attendere con vigile ascolto la Sua “risposta”. Questa può ve**re, dal “di dentro” o dal “di fuori” oppure salire dal profondo; può esser adombrata (a propria insaputa) nelle parole di un amico o … di un nemico, nella frase di un libro, nelle indicazioni di un evento. La risposta viene sempre: occorre apprendere a riconoscerla e ad interpretarla.
Come risolvere i nostri problemi: appunti di Roberto Assagioli
Tratto da “Appunti di lavoro interiore” presente in “IL MONDO INTERIORE. Scritti teosofici 1918-1962” di Roberto Assagioli – Considerator

12/19/2022

IO SONO LA LUNA

Io sono la Luna, dappertutto
e in nessun luogo.
Non cercarmi al di fuori;
abito nella tua stessa vita.
Ognuno ti chiama verso di sé;
io ti invito solo dentro te stesso.
La poesia è la barca
e il suo significato è il mare.
Vieni a bordo, subito!
Lascia che io conduca questa barca!

di Gialal al-Din Rumi

💜
la poesia di Rumi è un cibo spirituale delizioso, preparato con amore. Per questa ragione, a sette secoli di distanza, le dolci poesie di Rumi restano vive sulle nostre labbra in molte lingue.

09/28/2022

Il silenzio
"Il silenzio è la voce dello spirito che si esprime nel linguaggio dei saggi. Fonde l'uomo con l'anima della natura e avvicina la polarità umana a quella divina, accendendo la fiamma della creatività. Nasce dall'infinità del Cosmo di cui sintetizza gli echi stellari.

Roberto Assagioli

08/12/2022
Temps du développement spirituel
08/11/2022

Temps du développement spirituel

È bene comprendere che la saggezza è la radice della pazienza. Perché la pazienza non si manifesta attraverso la sua imposizione sulla natura emotiva ma, vedete, con la saggezza di cogliere il ritmo dei processi, compreso lo sviluppo interiore. Che è uno dei ritmi del cosmo. Il cosmo include gli esseri umani. Tutte le cose presenti nel cosmo sono ritmiche. Anche gli alberi, per fare un esempio, sono ritmici – ci sono alberi che crescono in pochi anni, ci sono gli alberi giganteschi della California che impiegano secoli a crescere. Ogni cosa ha il suo ritmo. Vi è un ritmo normale di sviluppo umano – infanzia, giovinezza, adolescenza, e così via. Ogni cosa ha la sua velocità. Quindi, c’è anche un ritmo naturale nella realizzazione spirituale. È questo l’aspetto di saggezza della pazienza.

Roberto Assagioli
"Ritmo e cicli"
Pensieri Seme

08/11/2022

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