Barbara De Angelis - Psicologa e Psicoterapeuta FSP

Barbara De Angelis - Psicologa e Psicoterapeuta FSP Consultazione psicologica, psicoterapia individuale e di coppia, sofrologia caycediana. Costo di ogni seduta psicologica 140 chf rimborsabili dalla LaMal

23/01/2023

- La rinuncia e il valore del limite -

Spesso l'alpinismo, soprattutto l'alpinismo degli albori, è stato considerato come un'attività che porta alla conquista di qualcosa.

Tuttavia, a ben guardare, la storia dell'alpinismo è fatta da una miriade di rinunce. Ma di esse raramente si parla.

Tuttavia la rinuncia fa parte del gioco. Non è una cosa di cui ci si dovrebbe vergognare, come invece spesso avviene, perché ci insegna un valore importantissimo. Importantissimo non solo per chi frequenta la montagna, ma per la società intera: il "valore del limite", ovvero acquisire la consapevolezza di non avere delle capacità universali, in un presente culturale propenso ad abbattere indiscriminatamente qualsiasi tipologia di ostacolo (spesso con pesanti ritorsioni ambientali).

Bisognerebbe imparare a essere coscienti delle proprie possibilità ed eventualmente, se il sentimento nei confronti di un determinato ambiente è davvero sincero, saper rinunciare all'ascesa.

In questo momento, ad esempio, non avrei la preparazione fisica per spingermi a quote molto elevate oppure per affrontare le più aspre verticalità alpine, ma non sono giustificato a pretendere la costruzione di una qualsivoglia funivia per riuscire a godere della prospettiva aerea offerta dalla vetta.

Inoltre la bellezza di molti panorami è amplificata dall'esperienza. Se essa viene puntualmente ridotta, il mondo apparirà sempre più scialbo e il nostro vivere più incompleto e inappagato. Conseguenza diretta è l'intramontabile sentimento di delusione che contraddistingue la nostra società.

Imparare ad apprezzare anche le rinunce è importante, nell'alpinismo come nella vita.
Ho parlato di questa e di altre dinamiche, vicine al presente delle nostre montagne, in un'ampia intervista a cura de Il Dolomiti

🎥: Per ascoltare l'intervista: https://youtu.be/X7uTCI8XRVI

24/08/2022
22/06/2022

"Panofobia: 5 milioni di italiane hanno “paura di tutto”. Perché? E da quando?"La Repubblica,10/6/2022 Intervista a Adelia Lucattini
La Repubblica – Moda e Beauty – Life,10 giugno 2022.

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/stampa/rassegna-stampa-2/rassegna-stampa-italiana/panofobia-5-milioni-di-italiane-hanno-paura-di-tutto-perche-e-da-quando-la-repubblica-10-6-22-intervista-ad-a-lucattini/

«Tra paure e fobie c’è differenza, la prima ha una motivazione: ho paura dei ladri, per esempio, perché hanno svaligiato l’appartamento a fianco. La fobia invece non ha spiegazioni apparenti perché la spiegazione è inconscia ed è un disturbo legato all’ansia, molto più diffuso di quanto si pensi. Ne soffre tra il 7 e il 10 per cento della popolazione mondiale. “Freud ha trattato fra i suoi primi casi proprio quello di una fobia. Quella per i cavalli di cui soffriva il piccolo Hans di 5 anni che si rifiutava di uscire di casa per paura di incontrarli in un’epoca in cui erano molto più diffusi di oggi. Una fobia del genere è invalidante ma per guarirne bisogna indagarne le cause profonde per capire come e perché si sono strutturate”, aggiunge la psicanalista.»
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17/06/2022

“La doppia vita di Madeleine Collins” di A. Barraud.
Recensione di A. Moroni

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/recensioni-cinema/la-doppia-vita-di-madeleine-collinsdi-a-barraud/

Parole Chiave: , , ,

"La cifra stilistica de “La doppia vita di Madeleine Collins” guarda decisamente al tema del riconoscimento e alle sue declinazioni interne al concetto di identità, vista come costruzione complessa, polimorfa, mai definita o cristallizzabile in una forma stabilizzata una volta per tutte. Il film tratta questioni e filoni concettuali quanto mai suggestivi e molto cari alla psicoanalisi: l’autenticità emotiva, il rapporto tra verità e menzogna, la malafede e la dissociazione."

02/06/2022

Possiamo resistere alla desertificazione del narcisismo? Sarantis Thanopulos
"Oltre il narcisismo e le solitudini." Il Manifesto, 28/5/2022 .

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/stampa/rassegna-stampa-2/rassegna-stampa-italiana/oltre-il-narcisismo-e-le-solitudini-il-manifesto-28-5-2022-di-s-thanopulos/

«Inoltre, il narcisismo non è solo una condizione del soggetto singolo, ma anche una malattia molto insidiosa dell’anima collettiva che si insinua in tutte le nostre relazioni e, silenziosamente, le superficializza. È nemico di ogni forma di nostro coinvolgimento erotico, affettivo e mentale profondo (di cui l’altro è per definizione co-costitutivo) e rigetta di conseguenza l’attesa, l’imprevisto e la sorpresa. Dissolve le differenze e le particolarità, cancella le sfumature e i contrasti. Il soggetto narcisistico (individuale e collettivo) ha smarrito la propria immagine (la capacità di riconoscersi in modo privato, intimo nel proprio desiderare, sentire, pensare e agire). La cerca disperatamente senza trovarla (il lato più inquietante del mito) e specchiandosi ossessivamente nel nulla, si rende conto improvvisamente, nel momento in cui precipita, di avere guardato per tutto il tempo la morte.
Com’è la morte (soprattutto quella più temibile: l’inerzia psichica, la morte dei sentimenti) nessuno sa. Pavese scrisse che ha gli occhi dell’amore (di sé e dell’altro) smarrito. Si dice che ha la voce delle sirene. Nel dipinto del suo “Trionfo” a Palermo cavalca un cavallo scheletrico, simbolo del deperimento della carne del desiderio sotto l’ubriacatura della vita opulenta. La società narcisistica è anoressica: dietro il consumo continuo di tutto e di nulla si celebra la fede nella superiorità morale della vita esangue e nella forza incorruttibile delle ossa scarnificate.»

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01/06/2022

“Per comprendere la vita leggete Shakespeare ” Intervista a N. Fusini di Davide D’Alessandro. Huffpost, 28 maggio 2022
La scrittrice vincitrice, insieme al filosofo Roberto Esposito, del Premio Cesare Musatti: ”Nell’ascolto della vita interiore, la letteratura inglese ha altri maestri inarrivabili, come Virgina Woolf e James Joyce.”

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/stampa/rassegna-stampa-2/rassegna-stampa-italiana/per-comprendere-la-vita-bisogna-leggete-shakespearehuffpost-28-5-22-intervista-a-n-fusini-di-d-dalessandro/

«Incontro Nadia Fusini sul terrazzo di Castel Dell’Ovo. Il mare di Napoli è un sogno sotto il cielo privo di nuvole. Ha appena ricevuto, con Roberto Esposito, il Premio Cesare Musatti. La Società Psicoanalitica Italia, che qui celebra il XX Congresso nazionale, non ha avuto dubbi. Ha scelto due eccellenti personalità della cultura, due espressioni del pensiero critico e libero. Il solo modo in cui Fusini pronuncia “Shakespeare” mi emoziona. Chi ha letto i suoi libri sa che dagli autori e dalle autrici appassionatamente studiate e indagati, ha saputo estrarre l’essenza dell’opera e della vita. Si è sempre mossa, tra saggi e romanzi, con fervida passione e esemplare leggerezza. Crea vivendo e vivendo crea.»

20/05/2022

“CODA – I segni del cuore” di S. Heder.
Recensione di M. Montemurro
https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/recensioni-cinema/coda-i-segni-del-cuore-di-s-heder-recensione-di-m-montemurro/

"C.O.D.A. è l’acronimo di Child of Deaf Adults (bambino in una famiglia di non udenti) e questo film, che lo assume come titolo, è un’opera profonda che lascia nello spettatore una grande emozione e solleva, in particolare tra gli addetti ai lavori, alcuni interessanti interrogativi. Se la madre è una persona sorda, cosa accade nella diade con il figlio? Quale è la ritmicità che la coppia crea?"

17/05/2022

“The Death and Life of Marsha P. Johnson”.
Commento di Anna Cordioli

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/recensioni-cinema/death-life-marsha-p-johnson-recensione-di-cordioli/

"Il documentario ci racconta la storia di questa creatura unica, amata da molti ma anche molto, troppo, in vista.
La natura l’aveva dotata di un corpo solido e slanciato e lei sapeva esaltare la sua fisicità in modi inaspettati.
Marsha ci mostra il suo viso truccato, con una “nudità dignitosa” (Levinas, 1982) senza una vera ostentazione, ma con la gioia dolce e quasi infantile di sentirsi guardati, il sorriso aperto e disarmante.
L’incontro con questo volto ci impone lo sforzo del vero riconoscimento dell’Altro, della sua domanda d’incontro, del suo essere una persona “altra da me”, misteriosa e libera. È sempre Levinas (1993) che ci ricorda che “il volto si sottrae al possesso, al mio potere. Nella sua epifania, nell’espressione, il sensibile, che è ancora afferrabile, si muta in resistenza totale alla presa”.

15/05/2022

È online l'editoriale del Direttore della Rivista di Psicoanalisi Alfredo Lombardozzi al n.1/2022, da poco uscito.

"...Direi che, vivendo l’angoscia della condizione di contiguità con una distruttiva nella morsa tra passato e presente, sia necessario mantenere e proteggere lo spazio (...) non tanto per esercitare un giudizio quanto per produrre conoscenza, ricerca, cura e tensione al cambiamento."

https://www.spreaker.com/user/14874169/lobardozzi-consolazione-v-1-0

13/05/2022

“Ennio. La musica viene prima"
G. Riefolo commenta il film di Tornatore.

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/recensioni-cinema/ennio-di-g-tornatore-recensione-di-g-riefolo/

"L’esperienza della visione di questo film è intensa e particolare. Molta musica scopri solo ora che appartiene ad Ennio Morricone eppure tu la conoscevi, ma non ne sapevi l’autore e non ti era mai interessato saperlo. In questo modo, durante il film, ricomponi un puzzle della tua vita che diventa un arazzo coloratissimo.
Mi sono accorto che seguivo il film all’incontrario. C’era prima la musica e poi le scene dei film, le interviste o i commenti di Ennio che funzionavano come una colonna visiva alla musica."

28/04/2022

MAURO MANCIA
Mi sembra di notevole interesse discutere … alcune … elaborazioni che dei concetti di Money-Kyrle ha fatto Elliot Jaques (1970;1981). Questo autore … dedica una parte cospicua del suo pensiero alla definizione della persona “ ”.
“Normali” in sono considerate quelle caratteristiche del comportamento umano che si accompagnano a un di vivere. Sono cioè aspetti “normali” del comportamento quelli in cui le pulsioni di sono dominanti rispetto alle di , in cui l' e la sono neutralizzati e temperati dall'amore.
Poiché le parti più psicotiche della personalità sono quelle collegate all' , alla distruttività e alla morte, il concetto di normalità si collega alla possibilità di tenere a freno e ridurre l'azione di queste parti.
Tale definizione sottolinea la necessità per l'uomo di mantenere costantemente sotto controllo parti della che operano contro la vita, ostacolano un soddisfacente funzionamento mentale e attaccano spesso alla radice lo sviluppo stesso del pensiero.
Da un controllo sulle parti psicotiche deriva dunque la possibilità della sopravvivenza dell'individuo e, al tempo stesso, dello stesso genere umano.
Questa definizione … diventa essenziale per capire come parti distruttive della personalità di uomini interessati alla gestione del , attraverso l'uso della , possano assumere un ruolo centrale nel processo stesso della sopravvivenza di un popolo.
Con l'avvento della bomba e con la sua proliferazione, diventa centrale per la sopravvivenza del genere umano il problema della “normalità” di chi detiene il potere, cioè il problema del controllo da parte di chi ha le più alte responsabilità politiche di parti psicotiche della loro personalità che potrebbero agire irreparabilmente le loro tendenze distruttive e di morte.
“II segno della normalità — scrive Elliot Jaques (1981, p. 425) — è che l'individuo voglia non solo la sua propria , ma anche quella della specie umana ...”.
UNA NOTA SU “PSICOANALISI E POLITICA” DI ROGER MONEY-KYRLE. Rivista di Psicoanalisi (1983) 29, pagg 386-387

14/10/2021

News Esecutivo 20 Giugno 2021 Dipartimento di Salute Mentale di Trieste L’esecutivo della Società Psicoanalitica Italiana esprime profonda preoccupazione per la decisione, esterna a criteri scientifici, di affidare la direzione del... Leggi tutto

06/09/2021

Ora sono abilitata alla cura psicoanalitca. Ma che cos'é la psicoanalisi?

La psicoanalisi è un metodo terapeutico e di conoscenza dei processi psichici anche inconsci, i cui fondamenti scientifici sono documentati da innumerevoli studi pubblicati negli oltre cento anni della sua esistenza. La cura psicoanalitica è un metodo indicato nelle varie forme di sofferenza e disagio psichico di natura esistenziale, relazionale, sessuale. Usando la terminologia psichiatrica si indirizza principalmente a disturbi nevrotici, psicosomatici e di personalità.
È un processo terapeutico intenso, che si propone di aiutare il paziente a mettersi in relazione con il suo mondo affettivo, che in buona parte gli è sconosciuto (inconscio). Non si limita quindi a ottenere dei risultati sintomatici, ma mira a cambiamenti più profondi, che rendano accessibili al paziente quelle potenzialità, a volte insospettate, nascoste sotto i sintomi e le inibizioni che caratterizzavano la sua vita anteriore. La psicoanalisi si propone di migliorare con il tempo la qualità dell’esistenza in modo duraturo.
Il dispositivo pratico (setting) si adatta ad ogni singolo paziente, la cura classica prevede da 3 a 5 sedute settimanali, ma in certi casi è preferibile una variante, per questo esistono diverse forme di psicoterapie psicoanalitiche, in particolare adatte ai bambini, ai giovani, agli anziani oltre che a specifiche problematiche dell’età adulta.

Chi è e cosa fa lo Psicoanalista?

Lo psicanalista è uno psicoterapeuta che si ispira alla psicanalisi di Sigmund Freud e dei suoi successori. Dopo Sigmund Freud infatti, sono nate diverse correnti dal suo pensiero originale, definite post-freudiane. Esse prendono origine dalle teorie proposte da Freud, attribuendo però un peso differente alle diverse componenti della teoria dello sviluppo psicosessuale originale, introducendo anche elementi nuovi non considerati da Freud.
Lo psicanalista, per diventare tale, deve necessariamente sottoporsi in prima persona ad un’analisi personale che può avere una durata variabile (in genere qualche anno) con il fine di risolvere eventuali conflitti personali irrisolti e di acquisire maggiori competenze professionali.

Lo psicoanalista, seduto dietro il paziente e al di fuori della sua vista, lo invita a cercare di dire quello che pensa e ad esprimere tutte le idee che si associano nella sua mente. Comincia allora un processo il cui sviluppo e la cui risoluzione esigeranno un lungo tempo di elaborazione.
Una serie di complessi fenomeni prenderanno forma: si presenteranno, attraverso le parole o i silenzi del paziente e l’ascolto dello psicoanalista, degli eventi significativi che potranno apparire sia come ricordi sia come stati affettivi vissuti nel presente della seduta analitica. La comprensione e gli interventi interpretativi dell’analista contribuiranno allo sviluppo del processo terapeutico. Il paziente rivivrà, nella relazione con l’analista, aspetti delle relazioni significative della sua vita, presente e passata.
La psicoanalisi non è una terapia di breve durata in quanto è necessario che l’analizzando abbia il tempo necessario per esplorare e rielaborare adeguatamente la sua realtà psichica. In linea di massima, una buona analisi richiede che l’analizzando incontri l’analista per più sedute a settimana. La durata di ciascuna seduta è di 45-50 minuti.

A chi è consigliata la cura psicoanalitica ?

A chiunque senta l’esigenza di conoscere più approfonditamente se stesso e desideri un cambiamento. Lo stato di insoddisfazione personale e la spinta a cercare ‘qualcuno’ con cui poter parlare del proprio mondo psichico ed emotivo può far nascere un progetto di cura psicoanalitica. La sofferenza psichica può manifestarsi attraverso svariate modalità.
Oggi la cura psicoanalitica è indicata per molte forme psicopatologiche che riguardano le seguenti personalità: nevrotica, depressiva-maniacale, melanconica, antisociale, narcisistica, schizoide, masochistica distruttiva, borderline. Anche molte malattie somatiche possono essere il segno di un disagio e di una sofferenza psicologica: alcune di esse sono considerate delle vere e proprie malattie psicosomatiche.
In ogni caso non è tanto la qualità dei sintomi psichici che deve essere considerata, in vista di un progetto di cura psicoanalitica, quanto piuttosto la spinta che la persona può sentire nel rivolgersi ad un analista per poter ve**re in contatto, attraverso le parole, con la propria realtà psichica per modificarla.

19/07/2021

Bellissimo ❤️
«Quando ho compiuto sessant’anni, ormai molto tempo fa, con mia moglie feci un viaggio in Giappone, e visitai il tempio di Ise. Sa perché è importante il tempio di Ise?

Viene distrutto e rifatto ogni vent’anni. In Oriente l’eternità non è costruire per sempre, ma di continuo. I giovani arrivano al tempio a vent’anni, vedono come si fa, a quaranta lo ricostruiscono, poi rimangono a spiegare ai ventenni. È una buona metafora della vita: prima impari, poi fai, quindi insegni. Sono i giovani che salveranno la terra. I giovani sono i messaggi che mandiamo a un mondo che non vedremo mai. Non sono loro a salire sulle nostre spalle, siamo noi a salire sulle loro, per intravedere le cose che non potremo vivere».

Renzo Piano al Corriere🌻

17/05/2021

Il 17 maggio 1990 è una data storica: 31 anni fa infatti l’Oms cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano“.
Oggi quella data viene ricordata celebrando la “Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia”.
In occasione di questo importante anniversario la redazione di Spiweb ha dedicato una raccolta di contributi sul tema.

https://www.spiweb.it/cultura/17-maggio-giornata-mondiale-contro-omo-transfobia/

"Christopher Bollas (1992) sottolinea come ogni tentativo di costruire una teoria generale dell’omosessualità è possibile solo al prezzo di gravi distorsioni delle discrete e importanti differenze tra omosessuali."

Buon 17 Maggio!

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