Dott.ssa Sullig Tamara - Psicologa

Dott.ssa Sullig Tamara - Psicologa Psicologa e Psicoterapeuta Lo psicologo è una figura che ascolta e favorisce la riflessione!

Perchè andare dallo PSICOLOGO?...oggi chiedere aiuto ad uno psicologo è una pratica frequente, non è "matto" chi si sente in difficoltà nel superare da solo problemi o disagi personali quotidiani, anzi nella società in cui viviamo diventa sempre più difficile vedere le possibili vie di uscita dallo stress e dai blocchi che ci si costruisce da soli in un momento di particolare sforzo mentale.

Regole di vita quotidiana!😉
11/09/2025

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Cours de méditation en groupe. prenez du temps pour vous, réservation obligatoire. à Lutry vendredi à 18h30.
08/09/2025

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Attenzioneeeee
02/09/2025

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"Qualcuno lo possiede già da bambino, in moltissimi sanno navigare e chattare fin da piccolissimi, senza che un adulto li controlli. L’Italia conquista un triste primato europeo, perché registra il dato più alto per l’accesso allo smartphone senza una supervisione".
(Fonte: Corriere.it)

Sognate!!!!!
31/08/2025

Sognate!!!!!

Cosa ne pensate?
27/08/2025

Cosa ne pensate?

L'adulto servile: quando l'amore non educa. La visione di Maria Montessori per genitori coraggiosi

Il genitore di oggi si trova a un bivio: da un lato, l'amore profondo per il proprio figlio e il desiderio di vederlo felice e di successo; dall'altro, una pressione sociale e interiore che lo spinge a un'indulgenza eccessiva. È questa la figura dell'adulto servile, un genitore che, pur animato dalle migliori intenzioni, finisce per privare il figlio di un'opportunità di crescita fondamentale: quella di affrontare le difficoltà, di sviluppare l'autonomia e di diventare una persona resiliente.

Questa situazione, così comune oggi, è stata anticipata con lucidità da Maria Montessori. La sua visione non si limitava a un metodo didattico, ma era una profonda filosofia di vita, incentrata sul rispetto del bambino come individuo. Per la Montessori, il ruolo del genitore non è quello di un servo, pronto a soddisfare ogni capriccio e a risolvere ogni problema, ma di una guida silenziosa e attenta. Il genitore, come l'educatore, deve essere una figura di supporto che allestisce un ambiente adatto e poi si fa da parte, permettendo al bambino di esplorare, sbagliare, e imparare in autonomia.

La visione Montessoriana: non un'indulgenza, ma un sostegno alla crescita
L'errore che l'adulto servile compie è quello di confondere l'amore con l'assenza di confini. Si teme di frustrare il figlio, di non essere un "buon genitore" se non si è sempre disponibili a esaudire ogni richiesta. Questa dinamica, tuttavia, è un ostacolo allo sviluppo del bambino.
Montessori ci insegna che il bambino ha una naturale tendenza all'azione e all'auto-costruzione. La sua mente assorbente e la sua curiosità innata lo spingono a interagire con l'ambiente per capirlo e adattarsi. Se l'adulto interviene costantemente, prestando servizi non richiesti, risolvendo problemi che il bambino potrebbe affrontare da solo, non fa altro che soffocare questa spinta vitale.

Per esempio, quando un bambino prova a vestirsi da solo e incontra difficoltà, l'adulto servile è tentato di intervenire immediatamente per velocizzare l'operazione. Un approccio montessoriano, al contrario, suggerisce di resistere a questo impulso. Il genitore attende, osserva, e interviene solo se necessario, magari con un gesto di incoraggiamento o un piccolo suggerimento, lasciando però al bambino il tempo e lo spazio per riuscire con le proprie forze. La soddisfazione che il bambino prova nel riuscire, anche dopo una piccola lotta, è un'esperienza educativa di valore inestimabile.

Come riappropriarsi del proprio ruolo genitoriale

Diventare un genitore-guida e non un genitore-servo è un atto di coraggio e di fiducia. Significa credere nelle capacità del proprio figlio e riconoscere che le difficoltà non sono ostacoli da eliminare, ma tappe necessarie per la sua maturazione. Prima di intervenire, osservate attentamente ciò che il bambino sta facendo. È davvero in difficoltà o sta solo esplorando un nuovo modo di fare le cose? Spesso, la nostra fretta o il nostro bisogno di controllo ci spingono a intervenire dove non serve.

Non serve eliminare ogni ostacolo, ma rendere l'ambiente a misura di bambino. Organizzate gli spazi in modo che possa raggiungere i suoi giocattoli, vestiti e utensili in autonomia. Un ambiente che incoraggia l'indipendenza è il primo passo per un figlio autonomo.
Imparare a dire di no: dire "no" in modo calmo e coerente non è un atto di crudeltà, ma un modo per definire dei confini sicuri. I confini rassicurano il bambino e lo aiutano a comprendere le regole del mondo.
Resistere all'impulso di risolvere senza sentirsi sbagliati: permettete al bambino di sperimentare le conseguenze naturali delle sue azioni, sempre in un contesto di sicurezza. Se dimentica il suo giocattolo, non correte a riportarglielo. La sensazione di averlo perso per un po' di tempo è una lezione molto più efficace di qualsiasi rimprovero.

Essere genitore non significa essere perfetti, ma essere presenti in modo autentico e rispettoso. Il compito di un genitore è aiutare il bambino a spiccare il volo, non tenerlo saldamente a terra.

Abbandonare il ruolo di servo e abbracciare quello di guida è il regalo più grande che possiamo fare ai nostri figli: l'opportunità di diventare adulti liberi, sicuri di sé e capaci di affrontare la vita.
Dal web

21/08/2025

❤❤🌺❤

Così…. Gesto di gentilezza estivo…. Un po’ di EMPATIA!
08/08/2025

Così…. Gesto di gentilezza estivo…. Un po’ di EMPATIA!

Che ne pensate?
31/07/2025

Che ne pensate?

Ah.
Ma guarda.

Quindi quando urla per 18 minuti perché la banana si è rotta in due…
Non è un capriccio.
È comunicazione.

Quando si butta per terra in mezzo al supermercato perché voleva infilarsi lui il gu**to del banco salumi…
Non è una crisi isterica.
È un bisogno che si esprime.

E quando ti lancia il biscotto in faccia gridando “non mi piace!”…
Non è maleducazione.
È libertà emotiva.

Sai che c’è?
Io lo ascolto, mio figlio. O almeno ci provo.
Lo guardo negli occhi, lo accolgo, lo contengo.
Ma a volte…
Fa i capricci.
E va bene così.

Perché è un bambino, non un maestro di vita.

È lì per incasinare tutto e insegnarmi — a suo modo — che l’educazione è una guerra d’amore, non un manuale Montessori da citare su Instagram.

Quindi sì, a volte fa i capricci.
Ma sapete chi li fa più grossi?
Gli adulti che non accettano che un figlio non sia perfetto.

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