24/09/2024
Buon Orgasmo a tutti!
La sessualità, secondo molte antiche tradizioni indiane, non è solo un atto fisico, ma un cammino sacro verso l’unione con l'universo e la scoperta del Sé più profondo. Nel contesto del tantrismo e di altre scuole filosofiche, essa è vista come una delle espressioni più potenti dell'energia vitale, un canale attraverso cui l'individuo può trascendere la dualità della condizione umana e riconnettersi con la fonte dell’esistenza.
L’energia sessuale come manifestazione cosmica
Nelle antiche tradizioni indiane, l'energia sessuale viene spesso associata a Shakti, la dea che rappresenta l’energia creativa e la forza dinamica dell’universo. Questa energia, che si manifesta nella sessualità, non è limitata al piacere corporeo, ma è una forza cosmica, una manifestazione del potere creativo che permea l’intero universo. L’essere umano, attraverso il corpo e l’esperienza sensuale, diventa parte attiva di questa dinamica universale.
Il corpo non è solo un involucro fisico, ma un tempio in cui le energie divine maschili e femminili, Shiva e Shakti, possono unirsi. In questa visione, l’orgasmo diventa un punto di contatto con l’assoluto, un’esperienza che trascende il semplice godimento materiale per condurre l’individuo alla consapevolezza dell’interconnessione di tutte le cose.
La sessualità consapevole e la sacralità dell’unione
Il tantrismo invita alla sessualità consapevole, in cui l’atto sessuale non è un semplice soddisfacimento dei desideri, ma una via di evoluzione spirituale. Il ta**ra rifiuta la dicotomia tra spirito e materia, tra sacro e profano, e concepisce il corpo come un veicolo per l’illuminazione. Il piacere sensuale è quindi elevato a un'esperienza trascendente, che può portare l’individuo alla liberazione interiore.
Nel ta**ra, il maithuna (unione sessuale rituale) è l'espressione più alta dell’integrazione delle polarità, un rito in cui l’uomo e la donna incarnano rispettivamente Shiva e Shakti, l’immobile coscienza e l’energia dinamica. L'atto diventa un rituale sacro, un’esperienza in cui i partecipanti, attraverso la fusione fisica e spirituale, superano i confini dell'individualità e si immergono nella coscienza cosmica.
La trascendenza dell’ego attraverso l’orgasmo
L'orgasmo, nelle tradizioni indiane, è descritto come un momento di dissoluzione dell'ego, uno spazio vuoto in cui l'identità personale si dissolve temporaneamente. Nel tantrismo, si crede che durante l’orgasmo si sperimenti una sorta di “moksha”temporanea, la liberazione dai vincoli della mente razionale e dell’ego. Questo stato, se vissuto con consapevolezza, può diventare un portale verso l’unità con il tutto.
Il kundalini, l’energia primordiale che risiede alla base della colonna vertebrale, viene spesso risvegliata attraverso la pratica sessuale. L’ascesa della kundalini, se guidata correttamente, conduce all’espansione della coscienza e all’illuminazione. Quando questa energia scorre liberamente lungo i centri energetici del corpo, i chakra, si può vivere un orgasmo che non è solo fisico, ma spirituale e cosmico, connesso alla totalità dell’esistenza.
Il senso di colpa e la liberazione attraverso la consapevolezza
Molte culture, anche in India, hanno storicamente associato la sessualità al senso di colpa e alla vergogna, vedendola come qualcosa di peccaminoso o impuro. Tuttavia, le tradizioni spirituali indiane più antiche, come il ta**ra, offrono una visione opposta: la sessualità è sacra, ed è solo attraverso la comprensione consapevole e l’integrazione di questa forza che si può raggiungere uno stato di equilibrio e armonia.
Liberarsi dai condizionamenti sociali e religiosi riguardanti la sessualità è essenziale per vivere una sessualità autentica, in sintonia con la propria natura più profonda. In quest’ottica, la sessualità diventa un viaggio di auto-scoperta e guarigione, in cui si rimuovono i blocchi energetici, si superano i traumi e si riaprono le porte all'esperienza del piacere come via per la crescita spirituale.
Sessualità e autoerotismo: un ritorno all’innocenza
Anche l'autoerotismo, spesso considerato un tabù, può essere visto come una forma di esplorazione sacra del proprio corpo e della propria energia sessuale. Nell’autoerotismo consapevole, si riscopre il corpo con la stessa curiosità di un bambino, senza giudizio né senso di colpa. Questo tipo di esperienza può diventare un modo per riconnettersi con l'innocenza originaria e per esplorare l’energia sessuale in maniera pura, come manifestazione dell'energia vitale che permea ogni essere vivente.
In questo senso, l’autoerotismo non è soltanto un atto di piacere, ma può diventare una pratica spirituale, in cui si coltiva la consapevolezza del proprio corpo, delle proprie sensazioni e della propria energia. Questa consapevolezza è fondamentale per chi desidera esplorare il potenziale trasformativo della sessualità in un contesto di crescita personale e spirituale.
la sessualità come via verso l’assoluto
Le antiche tradizioni indiane ci invitano a riscoprire la sessualità come un percorso sacro verso l’illuminazione. In esse, l'atto sessuale, l’autoerotismo e il piacere non sono separati dal sacro, ma ne fanno parte integrante. Attraverso una sessualità vissuta con consapevolezza, è possibile non solo raggiungere il benessere fisico ed emotivo, ma anche accedere a una dimensione più profonda di sé stessi, in cui il corpo diventa un veicolo per l'esperienza diretta del divino.
In questa visione, l’orgasmo non è semplicemente la conclusione di un atto fisico, ma l’apertura verso una fusione con l’universo, un’esperienza di unione che dissolve i confini tra l’individuo e il tutto, conducendo l’anima verso la comprensione dell’interconnessione con ogni forma di vita e con l’essenza stessa dell’universo.
I tempi moderni
Il ritmo frenetico, la distrazione costante e l'enfasi sulla materialità, sembrano allontanarci sempre di più dalla “casa divina”, da quella fonte sacra che ci connette all’essenza dell’universo e al nostro Sé più profondo. La società ci spinge a cercare soddisfazione esterna, facendoci dimenticare la ricerca interiore e il significato spirituale della vita, tra cui la sacralità dell’unione con l’altro e la connessione con il Divino.
Nel dimenticarci di questa unione sacra, che non è solo tra noi e un’altra persona, ma tra noi e l'universo, tra noi e la Fonte ci priviamo della possibilità di scoprire chi siamo veramente. Il senso di solitudine e separazione che molti di noi provano nasce proprio dalla mancanza di connessione con il tutto. L’altro, che sia un partner o il mondo intorno a noi, è spesso visto solo come esterno, ma in realtà è il riflesso del nostro rapporto con il divino e con la nostra anima.
Quando ci dimentichiamo di questa preziosa unione, perdiamo di vista il nostro potenziale di guarigione e di crescita. La sacra unione il ritorno alla “casa del padre e della madre”, i principi maschili e femminili che coesistono dentro di noi, rappresenta il riconoscimento che siamo parte di qualcosa di molto più grande. È la fusione tra l'energia creativa (Shakti) e la coscienza (Shiva), che possiamo sperimentare sia nell’unione con l’altro sia in una comunione più profonda con noi stessi e con l’universo.
Quando siamo disconnessi dalla fonte, ci perdiamo nel mondo delle illusioni (māyā) e smarriamo la nostra strada. La sensazione di solitudine e vuoto è il sintomo di questa disconnessione, che ci allontana dalla nostra natura divina. Ritornare alla “casa del padre e della madre” significa riconnetterci a questa fonte di energia creativa e amore universale, ricordando che il nostro vero scopo è vivere in armonia con l’universo, riscoprendo la sacralità dell’essere e dell’unione.
Questa riconnessione ci permette di ricordare il nostro potenziale divino, e solo attraverso questa consapevolezza possiamo guarire il senso di separazione e solitudine che caratterizza la nostra esistenza contemporanea.
Con Amore Luce
Nadia Grace