Jin Shin Do® significa letteralmente *Via dello Spirito Compassionevole” ed è una tecnica di digitopressione sviluppata nei primi anni’70 dalla psicoterapeuta statunitense Iona Marsaa Teeguarden, direttrice della Jin Shin Do® Foundation Californiana.
Jin Shin Do® è una sintesi tra digitopressione tradizionale giapponese, principi di Medicina Tradizionale Cinese, filosofia taoista, teoria dei segmenti reichiani, ascolto attivo secondo Rogers e alcuni principi di comunicazione ericksoniana.
L’obiettivo principale di tale sintesi è di rispondere nel miglior modo alle esigenze degli occidentali che vivono nella nostra era, diverse da quelle della popolazione orientale per cui erano nate le tecniche di digitopressione.
Jin Shin Do® favorisce un profondo rilassamento in grado di rilasciare le tensioni fisiche ed emotive, con un tocco sempre delicato e non invasivo, rassicurante ed armonioso, sulla persona vestita.
Jin Shin Do® si differenzia da altri metodi di digitopressione perché basato principalmente sui vasi curiosi, detti anche meridiani straordinari, integrati a concetti psicoterapeutici occidentali, in particolare quelli di Wilhelm Reich.
L’utilizzo dei vasi curiosI nel Jin Shin Do® ci giunge dal maestro giapponese di digitopressione Jiro Murai, il quale in punto di morte ebbe la visione di fiumi di fuoco che attraversavano il suo corpo (che rappresentavano per l’appunto i Vasi Curiosi).
Grato per la sua guarigione, il maestro dedicò il resto della sua vita a capire ciò che vide e a studiare come utilizzarlo per guarire il prossimo. Una parte del suo lavoro, il Jin Shin Jyutsu, pervenne in Occidente tramite la sua allieva Mary Burgmeister.
Grazie alle sue ricerche svolte in Giappone negli anni ‘70, Iona Marsaa Teeguarden riuscì ad applicare le tecniche apprese agli otto vasi curiosi dell’agopuntura cinese.
DUE PAROLE SUI VASI CURIOSI (O STRAORDINARI) ...
Gli otto vasi curiosi hanno la funzione di immagazzinare energia e rilasciarla, quando necessario, ai dodici meridiani organici. Quando sono in equilibrio essi regolano l’energia vitale corporea, armonizzando e regolando costantemente il flusso energetico nei dodici meridiani organici. La digitopressione Jin Shin Do® stimola il sistema di autoregolazione del corpo attivando le proprietà dei vasi curiosi.
.....E DUE PAROLE SULLE CORAZZE ENERGETICHE
Nel corso della vita, laddove non ci è concesso di esprimere una determinata emozione, il modo in cui la tratteniamo o la reprimiamo avviene attraverso la tensione di quei muscoli che altrimenti la esprimerebbero.
La tensione può diventare cronica, provocando una muscolatura rigida ed incapace di esprimersi, sviluppando degli anelli di armatura nei relativi segmenti che, alla lunga, ci separano dalle energie emozionali che potrebbero dare un significato diverso alla nostra vita.
Per sciogliere i vari strati dell’armatura Iona Teeguarden applicò le teorie di Reich ai flussi della digitopressione.
Secondo la visione orientale le emozioni sono collegate ai meridiani, i quali trasportano l’energia emozionale specifica quali la rabbia, la tristezza, la paura, le preoccupazioni e così via.
Quando non rispettiamo le nostre emozioni reprimendole, fatalmente si installa una tensione muscolare che blocca il flusso energetico nei meridiani e infine negli organi interni.
Ed ecco serviti i dolori cervicali, i mal di testa, le spalle dolenti, i problemi respiratori, la digestione che non funziona, l’intestino pigro, i problemi ginecologici, ecc. .... .
Tale rigidità, che spesso viene a crearsi principalmente a livello delle spalle, della schiena e del collo, non è altro che energia bloccata nel suo scorrere e che non chiede altro che essere rimessa in circolazione.
Una delle migliori medicine preventive è quindi prendere consapevolezza delle proprie emozioni, ascoltare e permettere loro un’espressione appropriata.
In questo processo i vasi curiosi hanno un effetto calmante e riequilibrante. La pressione esercitata nel Jin Shin Do® è molto particolare e prolungata, anche per alcuni minuti per ogni punto.
In questo modo il ricevente ha tutto il tempo di entrare in contatto con l’attenzione del punto teso, di ascoltare le sensazioni e di lasciarsi andare. La delicatezza di questo intervento conduce spesso il ricevente ad uno stato meditativo, aprendogli così il passaggio attraverso emozioni, visualizzazioni e al suo mondo interiore. Ciò lo aiuta a trasformare, anziché sopprimere, gli stati di inquietudine.
Quando durante una seduta affiorano alla coscienza immagini ed emozioni, il trattamento prevede che il ricevente ne parli al praticante. Quest’ultimo si limita ad ascoltare, senza giudicare, senza dare consigli, comportandosi semplicemente da “compagno di viaggio”.
A causa delle sue corazze – fisiche ma anche emotive - l’uomo moderno non è più in grado di esprimere le proprie emozioni. In questo modo non riesce a liberarsi da vecchi traumi e da schemi comportamentali. Questo è un problema tipico della vita moderna occidentale e quindi sconosciuta dagli antichi cinesi. La corazza corporea è una tensione fisica profonda, che tende a creare, ricreare, uno squilibrio emozionale.
Corazzarsi significa irrigidirsi e porre resistenza: così facendo tentiamo di evitare di riprovare emozioni e sentimenti di cui abbiamo già fatto un’esperienza negativa.
Il tentativo è quello di reprimere emozioni come rabbia, paura, fatica ma anche amore (che può ferire). È molto interessante notare come questa corazza comprenda sette segmenti tipici che richiamano facilmente i sette centri energetici detti chakra della medicina ayurvedica: i segmenti oculare, orale, cervicale, toracico, diaframmatico, addominale e pelvico. Attraverso il Jin Shin Do® è possibile acquisire consapevolezza dell’unione corpo mente e dei collegamenti energetici che uniscono l’uomo all’ambiente che lo circonda. Si possono eliminare le barriere erette e imparare a gustare la vita. Lo scopo non è quello di diventare “perfetti”, ma di vivere felici e liberi.