28/01/2021
Ida Rolf e Françoise Mézières
Due donne rivoluzionarie.
Due menti creative e geniali.
Due spiriti pioneristici.
Due terapiste che hanno fatto la storia del lavoro corporeo.
Vissute nella stessa epoca ma separate da un oceano. Dotate di una capacità di osservazione fuori dal comune, guardarono entrambe al corpo umano non come a un qualcosa di frammentato e segmentario, ma piuttosto come ad un struttura unitaria in cui la forma influenza la funzione ed quindi sulla forma che bisogna agire.
Due scultrici di corpi. Dedicarono la loro vita ad aiutare il prossimo ed a formare nuove generazioni di terapisti che potessero continuare la loro opera.
“Con le mie mani scolpisco materia vivente"
Françoise Mézières é stata una fisioterapista e docente francese famosa per aver creato il concetto di catena muscolare. Donna coraggiosa e di grande carisma. In un periodo storico (forse non del tutto concluso) in cui il focus della fisioterapia era tutto sul rinforzo dei muscoli dorsali la cui debolezza era considera la causa di tutti i mali, Mézières ebbe il coraggio di andare completamente controcorrente ed elaborare un metodo rivoluzionario che consisteva nell’esatto opposto: allungare ed ammorbidire proprio quei muscoli dorsali (e non solo essi).
Mézières, dotata di una conoscenza eccezionale dell’anatomia (sembra che conoscesse i libri a memoria), si era infatti accorta che i muscoli posteriori si comportano come un unico muscolo (qui il concetto di catena muscolare) troppo corto e forte che con il tempo imprigiona e deforma il corpo.
Lo scheletro si sposta e allontana dalla sua posizione corretta perché ci sono i muscoli a tiralo. “Al cimitero tutti gli scheletri si somigliano” soleva dire Mézières, perchè quando moriamo i muscoli si rilassano e lo scheletro torna alla sua postura originaria.
Oltre alla catena muscolare posteriore Mézières descrisse altre catene muscolari.
I principali disturbi muscolo-scheletrici di cui soffriamo sono frutto dell’accorciamento di queste catene
Essendo i muscoli organizzati in catene muscolari risultò evidente per Mézières che ogni azione che miri ad allungare un segmento della catena provoca l’accorciamento della stessa (compenso) in un altro suo punto e risulta quindi inutile. Ecco quindi l’importanza di una metodica che permetta di allungare le catene nel suo insieme.
Inoltre Mézières si accorse che ogni tentativo di allungare la muscolatura provoca uno blocco inspiratorio. Ciò avviene perché il diaframma, principale muscolo respiratorio, quando viene messo in allungamento si difende contraendosi. Mézières era solita dire che la respirazione non va insegnata ma liberata.
Passò gran parte della sua vita nella sua casa in campagna nel sud della Francia ad aiutare la gente e gli animali (ebbene si, sembra che sottoponesse al suo metodo anche i cani ) a ritrovare la propria armonia ed equilibrio corporeo.
“ Penso che, nella mia stanza quasi monacale in cui dialogo a lungo col paziente, in cui stabilisco pazientemente il doppio dialogo del terapista col soggetto e del soggetto col suo corpo, se non addirittura con il soggetto intero, posso solo contribuire, da parte mia, a una comunicazione, a una comunicazione con gli esseri” Mézières.
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" Ciò che mi affascinava era come le sue mani lavoravano come quelle di uno scultore o quasi” Hadidjah Lamas su Ida Rolf.
Ida Rolf, detta “the elbow” (il gomito) viene ricordata come un intellettuale curiosa e fantasiosa con la passione di capire il mondo che la circondava.
Si diplomò in biochimica a New York. Con il tempo si appassionò allo yoga, all’osteopatia ed omeopatia.
Come Mézières, la Rolf si accorse che la compressione è la causa dei classici dolori e disturbi ortopedici. Osservò inoltre che le posture dello yoga (asana), mantenute nel tempo, aiutavano in parte ad allungare muscoli/fasce e ridare spazio alle articolazioni.
Ma ciò non era abbastanza, serviva qualcos’altro per raggiungere questo obiettivo e mantenerlo nel tempo.
Si dice che un giorno Ida Rolf convisse un insegnate di pianoforte a dare lezioni a suo figlio in cambio del suo aiuto a trattare il corpo sofferente dell’insegnante. L’aiuto consisteva nel far assumere al pianista le posture dello yoga, ma vedendo che questo non riusciva nell’intento, ebbe l’intuizione di usare le proprie mani per aiutare i tessuti a distendersi e rendere questo possibile.
La Rolf si accorse così che con le proprie mani poteva trasformare una persona.
Elaborò un metodo di trattamento, definito Integrazione Strutturale ( o Rolfing), che consiste nel ripristinare l’allineamento del corpo nello spazio, attraverso manipolazioni del tessuto connettivo/fasciale. Per la Rolf il tessuto connettivo determina la nostra posizione nello spazio e la sua rigidità porta ad uno squilibrio dell’interno sistema.
Chiamò la fascia “l’organo della forma”. (Si dice che se al corpo umano togli ogni tessuto ed organo ad eccezione della fascia, esso manterrebbe il suo aspetto )
Notò inoltre che la tensione della muscolatura dipendeva dallo stato del tessuto connettivo poiché i due tessuti formano un’unità. Infatti il connettivo circonda ogni muscoli, lo penetra fino ad avvolgere ogni fibra muscolare, diventando tendine vicino all’estremità del muscolo, diventando il periostio che copre l’osso e continua senza interruzioni fino al muscolo successivo.
Servendosi delle sue mani, nocche e gomiti (da qui il soprannome "the elbow") ammorbidiva e plasmava il tessuto connettivo. I dolori dei clienti sparivano. I corpi si riallineavano e le persone sperimentavano una nuova leggerezza e spaziosità.
La Rolf non era interessata solo alla risoluzione del dolore. Credeva che il corpo umano, ritrovando il suo equilibrio, era in grado di esprimere il suo pieno potenziale. Migliorando la vita fisica era convinta che migliorasse anche quella emotiva e spirituale.
“L'integrazione strutturale libera l'energia di un individuo - la rende più disponibile e la sua maggiore competenza strutturale consente di utilizzare la sua energia in modo più efficiente ". Ida Rol