19/11/2025
Bel exemple de travail sur soi
"Io un uomo di successo? Sono caduto molte volte. Vedo uno psicologo dal 2004, penso di essere stato da lui per oltre 500 ore. Ho avuto e ho ancora problemi mentali, cercare aiuto è un modo per superarli. Lo psicologo mi aiuta a raggiungere il potenziale che non riesco a sfruttare, quello che a volte resta soffocato dalla sofferenza. Le persone molto sensibili, anche se di incredibile successo, sono molto, ma molto vulnerabili, e io non ho problemi ad ammetterlo. Quando ero piccolo persi mio padre. Ha avuto un tumore al cervello per dieci anni. Sono cicatrici che ti segnano nel profondo. Ancora oggi, a volte, ho gli incubi, e mi sveglio con la sensazione di essere solo. Ognuno di noi ha la sua storia e le sue sofferenze".
Nel nostro ultimo editoriale dedicato a Toto Wolff avevamo celebrato i risultati straordinari raggiunti nella sua carriera, i traguardi sportivi, la leadership, la visione manageriale che lo hanno reso uno degli uomini più influenti della Formula 1 moderna (e non solo).
Quel pezzo ha avuto grande risonanza, poiché la figura pubblica di Wolff - quella che appare invincibile, chiara, determinata - esercita da sempre un fascino particolare.
Questa sera, però, abbiamo scelto di tornare su di lui da un'angolazione diversa, forse meno raccontata e per questo ancora più necessaria.
Le parole che Wolff spese nel 2021 - ai microfoni del Times e del Daily Mail - sul dolore, sulla vulnerabilità, sul difficile cammino che attraversa la mente, infatti, ci ricordano che la forza non è un blocco di marmo, ma una struttura complessa fatta di crepe, di vertigini e di risalite.
La sua storia personale mostra come proprio quelle cicatrici, invece di fermarlo, siano diventate parte del suo modo di leggere il mondo, di guidare un team e di affrontare se stesso.
Ph. Mercedes-AMG PETRONAS Formula 1 Team ©
