
12/09/2025
Stavo per postare un brano di Jeff Foster:
"Per favore non parlarmi di consapevolezza
Voglio vedere come tratti gli altri, i tuoi figli, i tuoi genitori, il tuo corpo..."
una poesia bellissima e profonda calata nella vita che non si aggrappa a idee o astrazioni, e poi è arrivata la domanda PERCHÉ?
Qual è il motivo che mi spinge? Cosa sta dietro a questa scelta?
E la verità è che c'era una pretesa di superiorità morale visto il comportamento di alcune colleghe...Certo era la mia ristretta prospettiva, ma la credevo vera e inattaccabile.
E invece mi fermo, mi rendo conto che non so qual è la verità, ritorno all'aspirazione personale di non voler aggiungere separazione e conflitto a questo mondo.
Mi apro al "non sapere" e al poter stare con coraggio e sensibilità a contatto col dispiacere che certi eventi provocano in me, ma prima di ergermi a giudice verifico e poi mi dirigo dove sento essere meglio per me.
Mi dà un sacco di sicurezza e energia ergermi a giudice di "come si fa per fare bene ", ma non corrisponde a verità e nemmeno coincide con la realtà di chi sono, è una difesa, questa volta, superflua.
Provo a mettere nel campo consapevolezza, empatia, presenza anziché giudizio e separazione.
Ci provo.