
25/08/2025
| Per la prima volta nella storia, l’umanità è riuscita a guardare in faccia i fili invisibili che sostengono il cosmo.
Astronomi, utilizzando lo strumento MUSE del Very Large Telescope (ESO, Cile), hanno catturato direttamente un filamento della rete cosmica: un gigantesco fiume di gas lungo oltre 3 milioni di anni luce, che collega due galassie con quasar attivi.
Non si tratta solo di una bella foto: è la conferma visiva di decenni di simulazioni cosmologiche. La teoria lo aveva già previsto: le galassie non fluttuano isolate, ma si nutrono del gas che scorre lungo questi filamenti, guidato dalla gravità della materia oscura.
In altre parole: le galassie sono come frutti che crescono perché collegate a un sistema nascosto di radici cosmiche.
L’immagine ottenuta non è stata semplice: sono state necessarie centinaia di ore di esposizione per catturare la debole luminescenza dell’idrogeno ionizzato (Lyman-α), come se gli stessi atomi dell’universo ci stessero sussurrando il segreto della grande architettura cosmica.
La parte inquietante è che questa tela non è una semplice mappa statica: è dinamica, viva.
Il gas scorre, la materia oscura lo plasma e le galassie si nutrono di quella corrente.
In altre parole, abbiamo appena dimostrato che a dare forma all’intero universo non è ciò che si vede, ma ciò che resta invisibile. 🤯
📖 Riferimento scientifico:
U. Cresci et al., Direct imaging of a cosmic web filament connecting two quasar host galaxies at z~3.3, Nature Astronomy (2025).