Molte persone non sono malate in modo specifico, ma soffrono di persistenti disagi e disturbi di cui non riescono a venire a capo. Ebbene, molti di loro possono in realtà soffrire di un’intolleranza alimentare, cioé essere intolleranti ad uno o più di quei cibi che quotidianamente trovano a tavola. Tali persone solitamente accusano questi disturbi per anni e anni, provando ogni tipo di cura (anche le cosiddette "alternative") senza poter accorgersi che tutto può dipendere da un certo alimento mal accetto dal loro organismo. Stanchezza cronica, cefalea, asma, dermatiti... possono essere tutti sintomi di una intolleranza alimentare, vale a dire reazioni dell’organismo ad alimenti presenti normalmente nella dieta: cibi comuni, insospettabili, ma che costituiscono uno stimolo tossico capace di dare luogo a vari e numerosi disturbi. La lista è in realtà più lunga, poiché nessun organo è immune dai danni provocati da una ipersensibilità di questo tipo. D'altra parte non è facile scoprire l'alimento tramite il comune buon senso (per esempio: "appena mangio questo sto male") perché l'effetto dell'intolleranza non è immediato (come lo è invece per le allergie), si accumula nel tempo, e non è facilmente ricollegabile al cibo che la determina. Quindi la correlazione fra alimento sospetto e disturbo non è così evidente come nelle allergie, ma è subdola e difficilmente identificabile, se non con particolari metodiche di indagine. Test citotossico
Viene effettuato su un prelievo di sangue del paziente. Si mette il sangue a contatto con le principali sostanze alimentari presenti abitualmente sulle nostre tavole. Al microscopio si osserva il rigonfiamento dei globuli bianchi e si sanciscono tre possibili gradi di reazione che vanno da un semplice rigonfiamento, alla modificazione della forma (polarizzazione della cellula, fino alla rottura del globulo bianco con fuoriuscita di materiale cellulare. Questi gradi rappresentano i tre possibili livelli di sensibilità al cibo testato. La validità della prova dipende dal tipo di sostanza testata: se è idrosolubile non sussistono problemi ma se si tratta di sostanze solide e oleose possono innescarsi reazioni indipendenti dall’intolleranza