Psicologia Solidale Acqui

Psicologia Solidale Acqui "Non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere". Henri David Thoreau

03/05/2025
Noi non siamo solo responsabili delle nostre azioni ma anche delle parole che diciamo o scriviamo. Grande e bruciante è ...
22/03/2025

Noi non siamo solo responsabili delle nostre azioni ma anche delle parole che diciamo o scriviamo. Grande e bruciante è questa responsabilità e dovremmo ogni volta tenerne presenti le conseguenze sugli stati d'animo e sulla sensibilità, sulle fragilità e le debolezze di chiunque l'ascolta. Una parola, una sola parola, quanta fatica a volte a dimenticarla. Noi rispondiamo al dovere, all'impegno, all'obbligo di essere sempre in relazione con gli altri mediante le nostre parole.

Eugenio Borgna - Responsabilità e speranza

06/03/2025
Che il 2025 possa aiutare le persone che soffrono a vedere un luce che le aiuti a continuare a camminare, anche nel loro...
01/01/2025

Che il 2025 possa aiutare le persone che soffrono a vedere un luce che le aiuti a continuare a camminare, anche nel loro buio.

M. Izzo

La salute psichica è altrettanto importante della salute fisica: ci sono molte persone che soffrono dentro e il loro dol...
10/10/2024

La salute psichica è altrettanto importante della salute fisica: ci sono molte persone che soffrono dentro e il loro dolore, pur essendo invisibile, non è meno pesante e duro da affrontare di quello causato da una malattia del corpo.
È importante generare consapevolezza e offrire l'opportunità di accedere alle cure psicologiche a tutti, anche alle fasce deboli della popolazione.

10/10/2024

Il premio è stato assegnato in modo inaspettato alla scrittrice sudcoreana, nota per il romanzo "La vegetariana"

26/06/2024
«Noi non possiamo pretendere di imporre la nostra esperienza ai figli, primo perché non ci riusciremmo, ed essi compireb...
23/06/2024

«Noi non possiamo pretendere di imporre la nostra esperienza ai figli, primo perché non ci riusciremmo, ed essi compirebbero le loro esperienze contro di noi; secondo perché il mondo non finisce con noi, non si ferma, non si congela. Possiamo – e questo sarebbe moltissimo – aiutare i figli a compiere le loro esperienze: ma per riuscirvi dobbiamo prima riuscire ad essere totalmente, profondamente solidali con loro, dobbiamo accettare che la loro esperienza corregga e critichi la nostra, dobbiamo – se possibile – imparare dalla loro esperienza più di quanto non imparino loro»
(Gianni Rodari, Lettera a un genitore sudista, 1970)

18/05/2024

La psicoterapia accompagna le persone in un viaggio interiore complesso, aiutandole a rielaborare i propri ricordi e le proprie esperienze e a vedere sotto un'altra luce le cose che più hanno provocato loro sofferenza. Ed è proprio questo "sguardo nuovo" che permette di diventare più consapevoli e di sentirsi liberi.

M. Izzo

13/05/2024

Lavorare sui confini, per noi che operiamo in Psichiatria, pur essendo una modalità che consideriamo acquisita se non scontata, rappresenta in realtà una rivoluzione copernicana, che dobbiamo saper capire a fondo, per non fare danni. Significa, che di fronte a ogni problema clinico di un paziente psichiatrico, qualunque approccio medico o psicologico tradizionale (basato sulla definizione e denominazione dei sintomi, sulla ricerca delle cause biologiche, su interventi terapeutici, per lo più farmacologici, di "sradicamento" del sintomo stesso, ecc.) non è un'operazione sbagliata o inutile (anzi!), ma è a rischio.
A rischio di cosa? di diventare a sua volta un
fattore patogeno (di tipo iatrogeno, come si suol dire) prima ancora che curativo. Perché introduce un ulteriore elemento di rottura e decontestualizzazione, in un ambito già frammentato e sconnesso, come la psiche di un paziente grave, che di tutto ha bisogno fuorché di essere ulteriormente disarticolata. Tale approccio contravviene a uno dei primi comandamenti del lavoro sui confini in Psichiatria: "mai creare o accentuare interruzioni e distanze" che il paziente non capisce ed elabora male. Distanze tra un vissuto e l'altro, tra un momento e l'altro tra un intervento e l'altro... e distanze tra un operatore e l'altro e tra il paziente e il curante. Ciò si verifica praticamente ad ogni contatto diagnostico o terapeutico, a meno che non venga fatto contestualmente un lavoro di ricucitura e di recupero della continuità perduta. Ma viene fatto nella prassi quotidiana? Poco e male, dato che fare contemporaneamente due cose di segno contrario è difficile, molto difficile, per tutti. Eppure è quello che viene richiesto all'operatore psichiatrico come normale attività quotidiana!

04/05/2024

"Al giorno d'oggi appena qualcosa va un po' male, immediatamente ci prepariamo a "fare qualcosa", senza renderci conto che più ci affanniamo per correggere ciò che non va, più accumuliamo l'oscurità e il male dall'altra parte. Invece, dovremmo sempre chiederci: "È un male che probabilmente, se tollerato, si equilibrerà da solo dopo un po'?". Perché in questo caso non si dovrebbe fare nulla a riguardo."

(Marie Louise Von Franz)
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