Dott.ssa Stefania Lancini Psicologa Psicoterapeuta in Franciacorta

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Dott.ssa Stefania Lancini Psicologa Psicoterapeuta in Franciacorta Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dott.ssa Stefania Lancini Psicologa Psicoterapeuta in Franciacorta, Psicoterapeuta, Via Cavour, 18, Adro.

Dott.ssa Stefania Lancini -
Psicologa Psicoterapeuta
Analista Transazionale
Specializzata in sogni
Emdr
Riceve presso lo studio privato Adro (BS)
Consulenze Skype a distanza
Collaborazioni con farmacie di Gussago-Rovato- Cologne Mi occupo principalmente di:
disturbi d'ansia, depressione
elaborazione del lutto
attacchi di panico
gestione dello stress
crescita personale
difficoltà di relazione e comunicazione
momenti di crisi e fasi critiche della vita
adolescenti e infanzia

Io e la mia responsabilitàMi assumo la responsabilità di me stesso.Della mia vita, delle scelte che faccio, di come reag...
06/10/2025

Io e la mia responsabilità

Mi assumo la responsabilità di me stesso.
Della mia vita,
delle scelte che faccio,
di come reagisco,
di ciò che provo e comunico.
Riconosco che i miei pensieri, le mie emozioni e i miei bisogni sono parte di me, e mi appartengono.

Non sono responsabile della tua vita,
delle tue decisioni o dei tuoi stati d’animo.
Posso starti accanto, ascoltarti, comprenderti
ma non posso vivere al posto tuo.

Possiamo incontrarci come due persone intere, ciascuna con la propria storia e i propri confini.
Possiamo imparare a guardarci senza perderci, a comunicare senza controllarci,
a volerci bene senza dipendere.

Smettere di sentirci vittime delle relazioni significa ricordare che abbiamo un potere:
quello di scegliere come stare, come reagire, come prenderci cura di noi.

Io mi occupo di me.
Tu ti occupi di te.

Non è egoismo.
È autenticità,
Ma soprattutto è amore responsabile.

🫶🏻✨

C’è voluto tempo, per non giudicarmi attraverso gli occhi degli altri.Oh sì, tanto tempo.Ho creduto alla storia che il g...
23/09/2025

C’è voluto tempo, per non giudicarmi attraverso gli occhi degli altri.

Oh sì, tanto tempo.
Ho creduto alla storia che il giudizio degli altri definisse la mia persona, e il mio percorso.
Da questa credenza ho vissuto con la paura di essere giudicata.
Ho vissuto con ansia sociale, che mi ha portato ad evitare moltissime situazioni.
A volte non parlavo.
Osservavo la gente, immaginandomi cosa stesse pensando di me.
Ho creduto che erano lì, tutti pronti a vedere un mio errore.
Sono stati anni difficili, perché mi sentivo in prigione.

Dopo un faticoso lavoro ho smosso tutte le mie credenze,
ho capito che il giudizio era mio,
mi apparteneva.
Non era di nessun altro.

Ho capito che la gente giudica per un suo bisogno, non per definire qualcuno.
Questa cosa non la possiamo cambiare, ma possiamo imparare a conviverci.
Non siamo giudici della vita di nessuno,
nemmeno io lo sono.

Ho lavorato sul mio giudizio verso gli altri, e su quello verso me stessa.
Non l’ho tolto, ma l’ho ridimensionato.
L’ho capito, e gli ho dato un significato.
In questo modo si è ridimensionato anche il fuori.

Ora tutto ha un peso diverso.
Sono libera 🍂🍁🍂

“E se il vuoto dentro di te fosse, in realtà, pieno di tutto ciò che senti ma non vedi?”“Hai mai pensato che il tuo ‘vuo...
20/09/2025

“E se il vuoto dentro di te fosse, in realtà, pieno di tutto ciò che senti ma non vedi?”

“Hai mai pensato che il tuo ‘vuoto’ custodisca emozioni, desideri e ricordi che non riconosci?”

Vi lascio uno stralcio su cui riflettere
“Viene chiamato “vuoto”
ma poi è come se dentro ci fosse
racchiuso di tutto…
Il nome di qualcuno che non c’è
o che non esiste,
la rabbia per una sconfitta,
la nostalgia di una mancanza,
tutto l’affetto che vorremmo dare,
tutto quello di cui avremmo bisogno,
tutta la felicità dispersa nella tristezza,
quei mal di testa forti
e anche quelle canzoni un po’ tristi
che in un modo o nell’altro
ci tengono compagnia...

Sono pieni di così tante cose che,
alla fine dei conti,
vengono chiamati vuoti,
ma sono fottutamente pieni”.

Francesca Russo

🫂

Kenya 2011.Poco controllo e mi sono sentita viva e presente.Cosa non posso controllare? • Le emozioni e le reazioni spon...
09/09/2025

Kenya 2011.
Poco controllo e mi sono sentita viva e presente.

Cosa non posso controllare?

• Le emozioni e le reazioni spontanee (paura, rabbia, gioia, dolore…)
• Il passato (non si cambia)
• Il tempo che scorre
• I cambiamenti inevitabili
• Gli imprevisti
• Gli altri: cosa pensano, cosa provano, cosa scelgono, se gli piaci o no.

Cosa possiamo controllare ?

• Come ti prendi cura delle tue emozioni e le parole che usi con te stessa
• Le tue scelte: con chi stare, a chi dedicare tempo
• I tuoi pensieri, la tua narrazione interiore
• I tuoi comportamenti: come reagisci, come inizi
• Il tempo presente, imparando dal passato
• Il tuo corpo, il tuo respiro adesso (non domani)

Realizzare che non possiamo avere il controllo
ci toglie un peso enorme.

Ci aiuta a canalizzare tempo ed energia
lì dove fanno davvero la differenza.

E ci rende liberi da catene invisibili,
quelle che spesso alimentano ansie senza nome.

Inizia a scrivere o ripetere ad alta voce quanto scritto sopra e fammi sapere che ne pensi ✨🫂

Le cose che non sono mai esistite sono spietate.Proprio come le favole che ci raccontiamo sugli altri.Immaginiamo amori ...
03/09/2025

Le cose che non sono mai esistite sono spietate.
Proprio come le favole che ci raccontiamo sugli altri.

Immaginiamo amori che non ci sono, amicizie ideali, gesti che non arrivano.
Costruiamo castelli di aspettative, e quando crollano non restano macerie reali,
ma il dolore di qualcosa che in verità… non è mai esistito.

Ciò che immaginiamo, che temiamo, che costruiamo con la mente…
ha un potere enorme: può ferire più di ciò che realmente accade.

Un pensiero, un sospetto, un “forse” diventano macigni.
L’ansia e la paura non si nutrono di fatti, ma di possibilità.
E così ci troviamo a soffrire per scenari che non hanno mai avuto luogo.

La mente crea personaggi e scenari come in una fiaba,
e noi ci leghiamo a quelle immagini più che alla realtà.

Ma gli altri non sono i protagonisti delle nostre storie interiori.
Sono persone, con i loro limiti e i loro tempi.
E accorgerci di questo è un passo di libertà:
smontare le favole, per iniziare a vedere davvero.

In terapia impariamo a distinguere tra ciò che abbiamo immaginato e ciò che esiste davvero.
Perché a volte il vero lavoro non è affrontare ciò che c’è,
ma lasciare andare ciò che non c’è mai stato.

Quanto peso porti sulle tue spalle?Ti sei mai fermata ad ascoltarlo davvero?Forse, senza accorgertene, stai portando far...
01/09/2025

Quanto peso porti sulle tue spalle?
Ti sei mai fermata ad ascoltarlo davvero?
Forse, senza accorgertene, stai portando fardelli che non ti appartengono.
E mentre lo fai, la tua bambina interiore si piega, si nasconde, si fa piccola per non disturbare.

Lei avrebbe bisogno di gioco, di leggerezza, di essere guardata con amore.
E invece l’hai messa da parte, pensando che i bisogni degli altri venissero prima dei suoi.
Forse credi che questo ti renda più forte, più utile, più degna di amore.
Ma dentro di te, quella bambina continua ad aspettarti.
Aspetta che tu la veda, che tu la riconosca, che tu le dica: “Adesso basta, non devo più portare pesi che non sono miei”.

Io ti vedo.
E voglio ricordarti che non sei obbligata a farti carico di tutto.
Puoi lasciare ciò che non ti appartiene e scegliere di sostenere ciò che conta davvero: la tua parte più vera, fragile e preziosa.

Quando inizi a portare la tua bambina interiore sulle spalle, qualcosa cambia.
Non è un peso che schiaccia.
È un peso che libera.

Ti restituisce te stessa 🫂

Oggi sembra che nelle relazioni vada di moda il silenzio. Non si risponde o si rimanda di ore, non per mancanza di tempo...
27/08/2025

Oggi sembra che nelle relazioni vada di moda il silenzio.
Non si risponde o si rimanda di ore, non per mancanza di tempo, ma per paura di mostrare interesse.
Si dice “non voglio nulla di serio” perché è più facile chiudersi che rischiare di sentire.
Si tace invece di dire “mi piaci”, e così le carezze autentiche restano soffocate.

Ci si allontana da chi fa vibrare, perché l’intimità spaventa più della solitudine.
Ci si accontenta di relazioni passeggere, carezze veloci che poi lasciano vuoto.
Si guarda uno schermo invece di guardarsi negli occhi.

Dietro a tutto questo c’è un Bambino che ha imparato a obbedire a vecchi divieti: non sentire, non fidarti, non avvicinarti.
E così l’Adulto resta escluso.
Il Genitore interno non sa che fare.

Eppure il bisogno è sempre lo stesso: carezze vere, vicinanza, autenticità.
L’amore non è fuori moda.
Forse siamo noi che abbiamo paura di viverlo davvero.

La buona notizia è che quei divieti possono essere sciolti.
Possiamo imparare a sentire di nuovo e a lasciarci toccare senza paura.

La terapia è il luogo in cui questo diventa possibile: uno spazio sicuro dove iniziare a riscrivere la propria storia e aprirsi a un amore più libero e autentico.

Se ti sei ritrovato in queste parole, forse è il momento di iniziare a prenderti cura di te prima di pensare che il problema sia sempre fuori.

Con affetto Stef♥️

Non puoi cambiare se non sai nemmeno cosa stai facendo.Rientro dalle vacanze.Basta rimandare, basta scuse.Si riparte. Da...
21/08/2025

Non puoi cambiare se non sai nemmeno cosa stai facendo.

Rientro dalle vacanze.
Basta rimandare, basta scuse.
Si riparte. Davvero.

Quante domande ti porti dentro?
Sul tuo ieri, sul presente, sul futuro.
Immaginale raccolte in una scatola.
La chiave per aprirla si chiama consapevolezza.

Quanto sei consapevole di te stesso?
• Di come funzioni oggi?
• Di cosa pensi?
• Di cosa senti?
• Di come scegli di agire?

Se già sai risponderti, sei a buon punto.
Se non lo sai, non è un problema: significa che puoi iniziare proprio da qui.

Il primo passo è portare l’attenzione a tre dimensioni:
• il corpo (ciò che senti),
• la mente (ciò che pensi),
• il comportamento (ciò che scegli di fare, corpo e mente).

Quando diventi consapevole, puoi ridecidere.
Puoi riallinearti a ciò che sei davvero, in modo autentico.

Un esempio:
Qualcuno ti deride.
• Cosa senti? Rabbia.
• Cosa pensi? “Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
• Cosa fai? Lo insulti.

La consapevolezza non è giudicare, ma capire da dove arrivano emozioni, pensieri e reazioni.
Tutto ha una storia.
Questa è la tua.
E solo conoscendola puoi scegliere di viverla diversamente: pensare altro, agire in altro modo, e di conseguenza sentire altro.

La consapevolezza non cambia il passato, ma trasforma il presente.
E da lì, il futuro.

La tua storia merita di essere capita, non giudicata.

Ancora qualche giorno di relax ma da Settembre …
Vi aspetto in terapia 🤗😉

Una verità scomoda ma liberatoria:“Non sei il centro del mondo di nessuno.”E no, non significa che non sei importante.Ma...
20/07/2025

Una verità scomoda ma liberatoria:

“Non sei il centro del mondo di nessuno.”

E no, non significa che non sei importante.
Ma che forse da troppo tempo stai cercando di esserlo, a tutti i costi.

Fin da piccoli impariamo che, per essere amati, dobbiamo essere visti, speciali, bravi.

E così il nostro Bambino interiore si costruisce un’idea:
“Se sono al centro, valgo. Se non lo sono, non esisto.”

Crescere davvero significa anche questo:
lasciare andare l’illusione di dover essere indispensabili per meritare amore.

Nelle relazioni, continuiamo a rincorrere questo bisogno.
Ci sforziamo. Ci adattiamo. Ci perdiamo.

Perché quel copione antico torna a bussare:
“Dimostra il tuo valore.”
“Non deludere.”
“Fai di più.”

Ogni volta che l’altro si distrae, cambia tono, si chiude, pensi che sia colpa tua.
Ma non lo è.

Il tuo Genitore e Adulto di oggi può guardare quella scena e dire:
“Aspetta. L’altro ha una vita.
Una storia.
Dei bisogni.
E io non sono al centro.
Ma sono comunque degno di amore.”

Prova ad immaginarti come un pianeta.
Con la tua orbita, la tua luce, il tuo tempo.

Nessuno è al centro.
Ma tutti sono connessi, in relazione.

Questa è forse la verità più sana:
Sei parte. Non tutto. E va benissimo così.

🌏🪐

Evitare non è proteggersi. È spegnersi un po’.A volte pensiamo che evitare qualcosa, una situazione, una persona, un’emo...
13/07/2025

Evitare non è proteggersi.
È spegnersi un po’.

A volte pensiamo che evitare qualcosa, una situazione, una persona, un’emozione, serva a salvarci.
Ma molto spesso non stiamo evitando un vero pericolo.
Stiamo solo cercando di non sentire una sensazione scomoda: paura, rabbia, tristezza, vergogna.

L’Evitamento è un meccanismo che abbiamo imparato presto.
Nel tempo è diventato parte del nostro Copione: quella strada già tracciata che percorriamo senza accorgercene, perché ci fa sentire al sicuro.

Ma a che prezzo?

Quando eviti, tagli il contatto.
Con gli altri, certo.
Ma soprattutto con te stesso.
Non ascolti più cosa provi davvero.
Non ti permetti di sentire.
E alla lunga, questo crea distanza, solitudine, confusione.

Capita di pensare che “se non sento, sto meglio”.
Ma funziona solo all’inizio.
Poi quella parte evitata si fa sentire comunque: nel corpo, nei pensieri, nelle relazioni.
E spesso torna amplificata.

Evitare può sembrare una scelta, ma se è automatica, non è davvero una scelta.
È una reazione.

Il punto non è “smettere di evitare” a tutti i costi.
È iniziare a riconoscere quando lo fai.
E chiederti: “Cosa sto cercando di non sentire?”
“Quale parte di me sto lasciando fuori?”

Più che fuggire, possiamo imparare a restare.
A costruire dentro di noi un Genitore capace di contenere anche le emozioni difficili.
Un Genitore che non giudica il Bambino impaurito, ma lo ascolta.
Un Adulto che ci aiuta a leggere la realtà che sta accadendo ora, ci ricorda le risorse che abbiamo e il potere di scegliere.

Perché vivere davvero non significa non avere paura.
Significa non lasciarsi guidare solo da quella.

E tu, oggi, da dove potresti iniziare a restare in contatto?

“La mente sa, ma il corpo continua a ricordare”.Il copione non vive solo nella mente. Vive nel corpo.Anche quando l’Adul...
08/07/2025

“La mente sa, ma il corpo continua a ricordare”.

Il copione non vive solo nella mente. Vive nel corpo.

Anche quando l’Adulto ha compreso che non c’è pericolo, il corpo può continuare a reagire come se fosse in allarme.
Questo accade perché il copione di vita non è solo una narrazione mentale: è una traccia incarnata, che attraversa il sistema nervoso, il respiro, la postura, la voce.

Il copione è incarnato
Non è solo una storia che ci raccontiamo.
È inscritto nei muscoli, nei pattern respiratori, nei circuiti autonomici.
Anche in assenza di pericoli reali, situazioni come l’esposizione possono attivare una risposta di minaccia. Il corpo “anticipa” il giudizio, il rifiuto, la vergogna, anche quando razionalmente sappiamo che non ce n’è motivo.

Il Bambino interiore che vive nel corpo
È la parte che ha imparato, nella storia personale, che per esempio esporsi può essere rischioso.
Lo fa sapere irrigidendo il petto, trattenendo il respiro, bloccando il movimento spontaneo.
È un sapere antico, implicito, che si è strutturato nel corpo prima ancora che nella parola.

La mente sa, ma il corpo ricorda.
Comprendere non basta.
Il corpo ha bisogno di fare esperienze correttive, sicure, ripetute.
Solo così può aggiornare la sua mappa interna e riconoscere che oggi è diverso.
Che oggi si può parlare, esporsi, essere visti senza pericolo reale.

Nel lavoro terapeutico, non basta “capire”: è necessario anche sentire in modo diverso, riconoscere nel corpo la possibilità di una nuova esperienza, più libera e meno difensiva.

In questi giorni di formazione ho fatto esperienza teoria e pratica di tutto questo.
Ho avuto la conferma che corpo e mente sono collegati e che il corpo non ha lo stesso tempo della mente.
Esso ha bisogno del suo tempo e va accompagnato a scoprire, lentamente, che oggi può fare scelte nuove.

🫂

Ti è capitato, vero?Di sentirti come se nessuno ti capisse davvero.Come se fossi sempre un po’ fuori posto.Troppo sensib...
30/06/2025

Ti è capitato, vero?
Di sentirti come se nessuno ti capisse davvero.
Come se fossi sempre un po’ fuori posto.
Troppo sensibile.
Troppo intensa.
Troppo diversa.
Ti sei sentita osservata, etichettata, fraintesa.
E forse, a un certo punto, hai cominciato a pensare che ci fosse davvero qualcosa di sbagliato in te.

Ma fermati un attimo.
Perché quello che cercavi negli occhi degli altri, comprensione, accoglienza, conferma ,
era, in fondo, qualcosa che non riuscivi ancora a darti da sola.

Non è colpa tua.
Nessuno ti ha insegnato a guardarti con occhi gentili.
Forse da bambina non c’era spazio per le tue emozioni.
Forse ti hanno fatto sentire “troppo” o “non abbastanza”.
E così hai imparato a mettere da parte quello che sentivi,
per adattarti,
per non disturbare,
per essere amata.

Hai fatto del tuo meglio per sopravvivere.
Ma oggi non ti serve più sopravvivere: puoi iniziare a vivere davvero.

Capirsi non significa essere perfetta.
Non significa giustificare tutto, né cancellare il dolore.
Significa iniziare ad ascoltarti.
A prenderti sul serio.
A riconoscere che i tuoi bisogni hanno valore,
che il tuo modo di sentire merita rispetto, anche se è diverso da quello degli altri.
Che è legittimo avere bisogni, tempi, sensibilità uniche.

Forse continueranno a chiamarti “strana”.
Forse qualcuno non ti capirà mai davvero.
Ma se inizi tu a capirti, profondamente, sinceramente,
quel vuoto comincerà a riempirsi.

Perché non c’è comprensione più potente di quella che puoi offrirti tu.
E da lì, tutto cambia.
Torna da te..
Torna a casa!
♥️✨

Indirizzo

Via Cavour, 18
Adro
25030

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Telefono

+393343408062

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