Lo studio associato PSY5 promuove la salute e il benessere dell’individuo. Lo Studio di Psicologia Clinica e Psicoterapia nasce con l’intento di rispondere alle variegate richieste di intervento psicologico provenienti dal territorio. Il Trattamento Psicoterapeutico rappresenta un intervento professionale finalizzato al superamento del disturbo psichico fonte di disagio e sofferenza, attraverso l’
ausilio di metodologie e strumenti calibrati in base agli obiettivi concordati e al modello d’intervento adottato dal professionista consultato. L’atteggiamento di apertura teorica e disciplinare dei professionisti dello studio permette di operare secondo un’ottica integrata e pluralista, conciliando le diverse prospettive teoriche di riferimento e le annesse prassi terapeutiche. Le modalità di intervento:
• Psicoterapia individuale
• Psicoterapia di coppia
• Psicoterapia familiare
• Psicoterapia di gruppo
Consulenza e sostegno psicologico:
Percorsi finalizzati ad orientare, promuovere, sostenere e sviluppare le potenzialità della persona, aiutando a reperire strategie idonee alla risoluzione delle problematiche incontrate e stimolando le risorse personali. Risultano utili quando non venga riscontrato un disturbo psicologico, quando piuttosto una specifica difficoltà quotidiana (affrontare una situazione critica, prendere una decisione, trovare una soluzione funzionale ai problemi incontrati, migliorare una relazione coniugale, familiare, affettiva, professionale o amicale). Sostegno e consulenza alle donne vittime di violenza e maltrattamenti intra-familiari. Riguarda:
A seconda della problematica presentata e degli obiettivi psicologici concordati, l’intervento può configurarsi come:
•Consulenza e Sostegno individuale •Consulenza e Sostegno di coppia •Consulenza e Sostegno familiare •Consulenza e Sostegno di gruppo. Valutazioni Psicodiagnostiche:
Le Valutazioni Psicodiagnostiche sono basate sull’ausilio del colloquio clinico, dell’osservazione diretta e dei test psicologici maggiormente accreditati in ambito scientifico nazionale. L’utilizzo dei test permette di conoscere gli aspetti funzionali e disfunzionali della persona, così come le risorse disponibili e le potenzialità individuali, fornendo preziosi indicatori al fine di individuare il trattamento adeguato. Psicosessuologia:
La terapia sessuale ha come scopo non solo la scomparsa della disfunzione sessuale ma anche il mantenimento del benessere sessuale raggiunto. È rivolta fornendo al paziente gli strumenti cognitivi, comportamentali e relazionali necessari per attivare un livello di integrazione vincente.
È una terapia a breve o medio termine che privilegia l’intervento di coppia, ma i suoi principi possono essere applicati anche a terapie individuali. Nel corso della terapia vengono prescritti ai pazienti degli esercizi sessuali e relazionali che fungono da strumenti terapeutici. L’utilizzo di questi esercizi consente al paziente di agire e quindi di evidenziare il suo disagio, renderlo consapevole e fornirgli gli strumenti per affrontarlo e superarlo con l’aiuto del terapeuta. Psicologia Giuridica:
In ambito Civile, l’intervento psicologico riguarda le seguenti aree:
•Separazione, divorzio, idoneità genitoriale e affidamento dei figli
•Mediazione familiare
•Danno biologico di natura psichica (danno da lutto, danno da sinistro stradale, danno da imperizia professionale),
•Danno da mobbing, danno da wrongful life, danno da maltrattamento o abuso sessuale, danno alla reputazione),
•Capacità di disporre per testamento,
• Interdizione e inabilitazione
In ambito Penale, l’intervento psicologico riguarda le seguenti aree:
•Capacità di intendere e di volere al momento dei fatti
• Imputabilità e responsabilità dell’autore di reato
• Pericolosità sociale
In ambito Penale Minorile, l’intervento psicologico riguarda le seguenti aree:
•Condizione psicologica ed evolutiva del minore
Perizie e le Consulenze Tecniche:
richieste nell’ambito dei procedimenti giudiziari concernenti il Diritto Civile, Penale, Minorile e Canonico, al fine di acquisire valutazioni fondate su competenze tecniche e scientifiche specifiche. Psicologia del Comportamento Alimentare:
Nel pensiero comune l’anoressia è certamente il prototipo dei disturbi alimentari; ne costituisce infatti la versione di più facile richiamo alla memoria ed è considerata come la forma più grave. La bulimia, probabilmente meno conosciuta, viene vista come l’opposto della prima, e sembra destare minore preoccupazione. Spesso però le manifestazioni del disturbo alimentare non sono altrettanto limpide quanto le etichette utilizzate per designarle, perciò si potrebbe parlare di disturbo dell’alimentazione, usando l’espressione al singolare, mettendo in risalto la sostanziale identità di fondo tra le varie forme disfunzionali di comportamento alimentare. Ricordiamo che l’obiettivo, o meglio il progetto anoressico coincide con quello bulimico: il traguardo è in entrambe le condizioni il raggiungimento della magrezza; tuttavia, mentre l’anoressica rimane costantemente incollata all’ideale, che ottiene boicottando con la volontà i bisogni del corpo, la bulimica cede all’irruenza dell’impulso ripristinando l’ideale solo a momenti alterni. Proprio quelli che appaiono come sintomi rappresentano per chi li vive un progetto di cura, una strategia per il raggiungimento dell’obiettivo. I disturbi del comportamento alimentare sono malattie gravi che si servono del corpo, colpito duramente nelle sue funzioni vitali, per esprimere una profonda sofferenza. In Italia circa tre milioni di persone soffrono di disturbi del comportamento alimentare, pari al 5% della popolazione. Negli ultimi anni si nota un preoccupante aumento di casi anche nella popolazione maschile. Anoressia
L’anoressia di solito inizia con una dieta che ha lo scopo di migliorare la propria immagine. Comporta il rifiuto del cibo allo scopo di conseguire un ideale di magrezza irraggiungibile. Il corpo, ridotto all’estremo, esprime visibilmente una sofferenza interiore che non si riesce a verbalizzare. L’anoressia può condurre a gravi conseguenze fisiche quali amenorrea, osteoporosi, insufficienza renale, alterazioni cardiovascolari, perdita dei denti e dei capelli. Negli ultimi anni è emerso che nel 40% dei casi di anoressia, è presente anche la bulimia. Bulimia
Anche la persona che soffre di bulimia, così come chi soffre di anoressia, ha una scarsa stima di sé che deriva da un profondo vuoto interiore. Nel disperato tentativo di riempire questo vuoto è costretta ad ingerire enormi quantità di cibo. Il senso di colpa che ne deriva, costringe a ricorrere a pericolose condotte eliminatorie quali vomito autoindotto, abuso di diuretici e lassativi. La bulimia non è chiaramente visibile come l’anoressia, ma ha conseguenze altrettanto devastanti sulla vita e la salute di chi ne soffre. La bulimia ha tutte le caratteristiche di una dipendenza: l’oggetto da cui la persona dipende è il cibo, sostanza legale e facilmente reperibile. Obesità
L’obesità rappresenta una vera e propria malattia sociale che interessa tutte le fasce d’età, anche quelle pediatriche. Come nella bulimia anche nell’obesità si instaura una vera e propria dipendenza dal cibo, usato come soluzione magica alle difficoltà della vita e come anestetico rispetto al dolore, all’ansia, agli eventi stressanti. La persona obesa non mette in atto condotte eliminatorie e per questo vede il suo corpo aumentare di peso fino ad ammalarsi. Spesso l’obesità rappresenta una barriera difensiva che la persona erige per difendersi. Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder)
In questa categoria rientrano le persone che mettono in atto comportamenti di abbuffata, ma non le pratiche compensatorie. In queste persone è presente un marcato disagio riguardo al mangiare in modo incontrollato. Esse possono mangiare anche se non sono affamate, o mangiare fino a sentirsi spiacevolmente piene. Secondo diversi studi queste persone sarebbero particolarmente vulnerabili nella sfera emozionale e tenderebbero a reagire a situazioni di disagio relazionale ed affettivo con iperalimentazione reattiva, preferendo cibi ad alto contenuto calorico. Psicologia dello sport:
Comprendere i processi psicologici che guidano la prestazione motoria, i modi attraverso cui può venire stimolato l'apprendimento e incrementare le prestazioni e la maniera in cui possono essere
efficacemente influenzati le percezioni
Psicologiche e i risultati. Riguarda:
Colloqui individuali o di gruppo. Impiego di strumenti di bio-feedback;
L'indagine psico-sociologica del gruppo;
Leadership; il rapporto dei giocatori con l'allenatore utilizzazione di tecniche psico-fisiche di rilassamento e di attivazione;
allenamento mentale (mental-training) e allenamento ideo-motorio, quest'ultimo attraverso alcune linee guida mentali, memorizzate per poterle utilizzare per ottenere una migliore e fluida esecuzione dei gesti tecnico- atletici, sia in allenamento sia in gara. Psicologia dell’età evolutiva:
Problemi che riguardano i processi di sviluppo diviso in cinque fasi:
• la prima infanzia (da zero a due anni);
• la seconda infanzia (da due a sei anni);
• la fanciullezza (da sei a dieci anni);
• la preadolescenza (da dieci a tredici anni);
• l'adolescenza (dai tredici anni in poi). Problemi inerenti al processo di sviluppo e di organizzazione delle persone, che si lega alla crescita fisica e a quella psicologica nell'ambiente sociale, nel periodo che va dalla nascita fino all‘età della maturazione sessuale e la piena integrazione nell'ambiente sociale. In questo periodo la personalità va acquistando, attraverso alcuni processi evolutivi, una maggiore autonomia e maturazione nella comprensione della partecipazione affettiva e di socializzazione.