04/10/2022
📣📣Questa è la SETTIMANA MONDIALE DELL’ALLATTAMENTO 👩🍼
e quest’anno ho deciso di dar voce alle mamme e alle loro esperienze.
Pubblicherò un’esperienza al giorno,
una mamma al giorno,
un allattamento al giorno,
un bambino/bambina al giorno.
Tutte diverse, tutte uniche, come uniche e speciali sono le storie di allattamento e i vissuti e le emozioni che si accompagnano.
Oggi è il turno di Mamma MARTINA e il piccolo CARLO che tra poco compirà 1 anno. 👨👩👦🌈🌟
“Per tanto tempo il tema dell'allattamento è stato tabù per me.
Mai prima della nascita di Carlo ho pensato seriamente di allattare al seno, era una delle due possibilità, ma sicuramente non la prima che avrei scelto. La sentivo una cosa non mia, non per me.
Poi Carlo è nato (con tutti i suoi tempi) e la prima cosa istintiva è stata quella di metterlo al seno, ben prima che l'ostetrica riuscisse a spiegarmi il come e ben prima di pensare razionalmente a quello che stessi facendo.
Il mio parto è stato lungo, interminabile, e quando il piccolo è nato ero completamente in balia delle sensazioni e degli ormoni.
L'allattamento per come l'avevo capito era una strada lineare che dal punto A portava al punto B. Facile, immediato, pratico.
Non potevo fare sbaglio più grande.
No, l'allattamento non è matematico, non è facile e sicuramente non è immediato.
Almeno...non lo è per tutte.
Carlo stava attaccato a tutte le ore del giorno e della notte. Ero sfiancata e sopraffatta da tutto e a poche settimane dal parto, mi si presentó un brutto ingorgo.
Febbre alta, dolore ai capezzoli e al seno.
Incominciai a ripensare alla cosa, a leggere su internet (mai, mai farlo!) i peggio consigli e mi sentii affogare.
Per fortuna fui seguita e aiutata dalla mia osterica e pian piano l'ingorgo passò, ma la produzione di latte era calata, così come il peso di Carlo.
Ero sicura di voler smettere di allattare perché la cosa non faceva per me.
Ma ogni giorno procrastinavo l'interruzione al giorno dopo.
Giunta dopo giunta (che guardavo comunque con sospetto e gelosia) ho azzittito le mille parole che venivano dal fuori, le mille paure e ansie. Ho smesso di cercare conforto su internet (spoiler: non si trova) e ho iniziato ad ascoltarmi e ascoltare la voce di chi da sempre mi stava accanto a darmi i consigli giusti.
Le giunte non mi spaventavano più, ma non è stata una cosa immediata, ci sono voluti dei mesi per riacquisire sicurezza (ogni tre per due ero a tartassare chiunque con la domanda di rito "avrò il latte? Non mi sarà andato via vero?").
Una parte ostinata voleva continuare e aveva paura che la magia, che faticosamente si stava creando, potesse finire.
Perché nella confusione del mondo, quando lui è attaccato al mio seno sento come se si potesse dipanare qualunque matassa.
Ritrovo il senso della misura e quando provo ansia o emozioni intense il mio primo desiderio è di averlo tra le mie braccia per ritornare in uno stato di pace.
Si, parlo al presente, perché dopo un anno siamo ancora qua.
Perché secondo me l'allattamento, che sia al seno o artificiale non importa.
Perché cosa deve guidare la scelta è l'istinto e come questo ci fa sentire complete con il nostro piccolo pezzo di puzze in braccio.
Che sia attaccato al seno o alla tettarella non è determinante. Cosa è veramente importante è la calma del momento, perché la maternità non è tutta rose e fiori, che almeno questo sia un momento di serenità. 🌼” mamma Martina