06/09/2025
Come possiamo sostenere la crescita della persona in una cultura ilikio-fobica?
Per formulare questa domanda, io e Katerina Manolaki, abbiamo coniato una parola che ci sembra descriva ciò che come donne, cittadine e psicoterapeute entrate nella vecchiaia viviamo nella quotidianità: la paura dell'invecchiamento. Una cultura ilikiofobica, cioè che ha paura della cosiddetta terza età, affronta questo inedito storico e sociale, cioè la possibilità che la maggior parte delle persone hanno di invecchiare, con strategie pervasive e sottraenti, fatte di stigmatizzazione e svalutazione.
In principio c'è la negazione, sembrare giovane è essenziale per ciascunə di noi, dalla tinta per i capelli a tutti gli altri dispositivi anti ageing. Quando il corpo evidenzia i suoi cambiamenti e limiti segue l'esclusione sociale per cui la maggior parte delle attività socialmente rilevanti divengono inaccessibili, mentre quelle svolte dalle persone anziane risultano velleitarie. Infine, quando il corpo è fragile e la persona perde il suo potere sociale, diventa un peso per la società e alla famiglia molte volte non viene data altra possibilità che il confinamento fisico nelle strutture preposte. In sintesi il destino che la nostra cultura ci riserva, perché speriamo tuttə di invecchiare, passa dal rigetto alla negazione, procede con l' esclusione e si conclude con la segregazione.
Non è una bella prospettiva, lo sappiamo bene. Per questo con Katerina abbiamo deciso di approfondire il discorso come terapeute, non vogliamo darlo per scontato, né accettarlo come inesorabile.
Per noi, terapeute della Gestalt, sostenere la crescita significa sostenere la vecchiaia, riconoscerle verità e dignità. Partiremo dagli introietti culturali, bias e stereotipi sulla vecchiaia, sosteremo nella consapevolezza corporea, concluderemo con esempi clinici di terapia con persone anziane.
Se siete interessatə all'argomento, il 15 e 16 novembre io e Katerina Manolaki saremo a Salonicco per un workshop internazionale che affronta questi temi.