Rizzato Marco Fisioterapia

Rizzato Marco Fisioterapia Laureato in Fisioterapia nel 2002 presso Universita Studi Padova. Specializzato in Terapia Manuale Manipolazione miofasciale. Kinesio Taping. Bendaggi Funzionali.

Riabilitazione ortopedica e fornitura plantari su misura Formthotics .Terapia manuale. Trattamento McKenzie. Massoterapia. Rieducazione Posturale in palestra, Tecarterapia manuale, SIT (Sistema Infiltrativo Transdermico), Magnetoterapia anche in affitto, Laserterapia ed elettroterapia antalgica. Possibilità di trattamento a domicilio per pazienti appena operati.

17/09/2025

IL CORE NON È UN ADDOMINALE: È UN DIAFRAMMA INCONTRATO PER CASO DA TRE VECCHI AMICI.

Guarda bene quest’immagine.
Se ti aspettavi di vedere solo un bel retto dell’addome scolpito.. stai guardando nel posto sbagliato. Qui c’è qualcosa di molto più potente.

Il Core come cilindro funzionale!

In alto: il diaframma.
In basso: il pavimento pelvico.
Davanti: il trasverso dell’addome.
Dietro: il multifido.

Quattro elementi apparentemente lontani, che insieme creano la tua cintura di forza, stabilità e controllo.

Immaginalo come una lattina di alluminio. Resiste a pressioni enormi se chiusa bene. Ma se premi su un lato o la buchi.. collassa. È questo il segreto del core: la pressione intra-addominale ben distribuita.

Non crunch, non addominali alti, non plank infiniti fatti male. Ma equilibrio tra spinta e contenimento.

Test di consapevolezza rapida

Sdraiati supino, gambe flesse, mani sull’addome.
1. Inspira: senti il torace aprirsi lateralmente?
2. Espira lentamente: il ventre si appiattisce da solo o lo stai forzando?
3. Premi leggermente con le dita sotto l’ombelico: riesci a percepire il trasverso che si attiva senza sollevare le coste o contrarre i glutei?
4. Ora pensa al pavimento pelvico: riesci a “chiuderlo” senza stringere le cosce?
5. Infine.. riesci a fare tutto questo senza bloccare il respiro?

Se almeno uno di questi passaggi ti ha fatto sudare.. benvenuto nel vero lavoro sul core.

Il core non serve solo per avere la pancia piatta.

Serve per stabilizzare la colonna, respirare meglio, ridurre il dolore lombare, migliorare l’equilibrio, favorire la mobilità, proteggere il pavimento pelvico e coordinare forza e fluidità nei movimenti quotidiani, per dire alcune funzioni..

Frase che cambia tutto? Non sei tu che devi controllare il core. È il core che dovrebbe controllare te.. silenziosamente, in ogni gesto.

Curiosità: il muscolo trasverso si attiva 200 millisecondi prima di ogni movimento dell’arto superiore in soggetti sani. Nei soggetti con lombalgia cronica.. no. 😅
E questo fa tutta la differenza del mondo.

Rieducare il core significa rieducare il corpo alla vita. Perché il core non è solo un centro anatomico. È un centro di comando.

E oggi, finalmente, lo hai visto per ciò che è: un cilindro intelligente, dinamico e vitale. Proprio come te. 💞

Un breve ma interessante post sulla distorsione di caviglia...
15/09/2025

Un breve ma interessante post sulla distorsione di caviglia...

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

28/06/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni.. tra curiosità e leggerezza!"

Oggi ci concentriamo su un problema che può far sembrare il tuo gomito, una pallina da golf! Se vi siete mai accorti di avere un rigonfiamento improvviso sul gomito, morbido e dolente, è possibile che abbiate conosciuto la borsite olecranica. 😮

Cos’è e dov’è?

La borsite olecranica è l’infiammazione della borsa sierosa che si trova proprio dietro al gomito, sull’olecrano (la punta ossea del gomito). Questa borsa serve a ridurre l’attrito tra la pelle e l’osso sottostante, ma quando si infiamma.. si gonfia e urla vendetta!

Curiosità divertente

Negli ambienti anglosassoni viene chiamata anche “gomito dello studente” o “gomito del minatore”, perché spesso colpisce chi sta a lungo con i gomiti appoggiati su superfici dure (come i banchi o i tavoli da lavoro). Quindi attenzione: troppo studio o troppo lavoro.. e il gomito si ribella!

Come si sviluppa?

Può comparire per microtraumi ripetuti (come appoggiare il gomito di continuo), per un colpo diretto, per infezioni o per patologie sistemiche come la gotta o l’artrite reumatoide. Il risultato? Gonfiore evidente, calore, arrossamento e, a volte, dolore locale. In alcuni casi può esserci anche versamento di liquido.

Nella vita quotidiana

Appoggiare il gomito diventa fastidioso o impossibile, e anche indossare camicie o giacche può risultare scomodo. Alcune persone notano un bozzo morbido e fluttuante, che può crescere nel tempo e interferire con i movimenti.

Parole complicate, spiegate semplici

Borsa sierosa: una piccola “sacca” piena di liquido che serve ad ammortizzare i movimenti tra tendini, ossa e pelle.

Olecrano: la punta ossea del gomito, quella che sbatte per prima quando cadiamo!

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia può aiutare a ridurre l’infiammazione e prevenire recidive, con:

– Crioterapia e terapia fisica strumentale
– Educazione posturale per evitare la compressione (ergonomia!)
– Mobilizzazioni leggere se c’è rigidità
– In fase cronica: esercizi per migliorare l’elasticità e il tono muscolare dell’avambraccio

In casi acuti si consiglia riposo, protezione del gomito e, se serve, un bendaggio compressivo.

Curiosità scientifica

Sapevi che una borsite olecranica infetta può causare febbre, brividi e pus? Per questo, se c’è dolore acuto, arrossamento marcato o sintomi sistemici, è importante consultare un medico al più presto.

Conclusione

Il gomito gonfio può fare impressione, ma nella maggior parte dei casi la borsite olecranica si risolve con un po’ di riposo, ghiaccio e le giuste attenzioni. E se dovesse tornare, la fisioterapia è pronta a difendere il tuo gomito da nuovi attacchi!

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 🫶

22/05/2025

DAL PIEDE PIATTO ALLA CERVICALE? È PIÙ VERO DI QUANTO PENSI.

Lo vedi questo schema? Sembra un domino anatomico. E indovina da dove parte tutto? Dal piede. Sì, proprio da lì.

Quando il piede collassa in pronazione (piede piatto), non è solo un problema “estetico”: il tendine tibiale posteriore si sforza, i muscoli del polpaccio si irrigidiscono per compensare, la tibia ruota internamente, il ginocchio cede in valgismo, il bacino si inclina in anteroversione e la colonna lombare s’incurva in iperlordosi.

Risultato?

Il rachide cervicale si adatta, le spalle si arrotondano, e ti ritrovi con una postura che ti fa sembrare sempre a fine giornata.. anche appena sveglio.

Ma vuoi sapere la parte sconvolgente?

La maggior parte delle persone allena solo dove sente il dolore.
Hai mal di schiena? Stretching lombare.
Hai tensioni cervicali? Massaggino al trapezio.
Hai i polpacci duri? Foam roller.

E se il problema fosse nel tuo appoggio?
Nel tuo piede che, giorno dopo giorno, manda su una catena di compensi?

Il corpo non mente. Ma spesso.. barcolla.

E se vuoi davvero rimettere in ordine questa cascata di disfunzioni, riparti dalla base.

Valuta l’appoggio plantare

Mobilizza caviglia, anca e colonna

Rieduca il bacino alla neutralità

Attiva core e glutei (quelli veri, non solo lo squat da Instagram)

Condividilo con chi pensa che il dolore lombare si curi solo col Voltaren. 😜

15/05/2025

Chi non ha mai avuto una distorsione alla caviglia? Un passo falso, un atterraggio sbagliato e.. zac! Il piede si gira, compare dolore e spesso si gonfia. Ma cosa succede esattamente dentro l’articolazione?

🔬 La biomeccanica della distorsione

La distorsione della caviglia si verifica quando i legamenti, strutture fibrose che stabilizzano l’articolazione, vengono eccessivamente stirati o lesionati a causa di un movimento brusco o innaturale. Il meccanismo più comune è l’inversione forzata, ovvero quando il piede ruota verso l’interno, sovraccaricando i legamenti laterali.

Nell’immagine vediamo chiaramente i tre legamenti più colpiti:

- Legamento talo-fibulare anteriore (ATFL). Il primo a cedere nelle distorsioni lievi.

- Legamento calcaneo-fibulare (CFL). Può lesionarsi nei traumi più severi.

- Legamento tibio-fibulare anteriore. Interessato nelle lesioni più gravi, come nelle fratture del perone.

Quando la distorsione è più grave, i danni possono estendersi anche ai legamenti mediali, sebbene questi siano meno soggetti a lesioni.

Gradi d lesione: quanto è grave?

Grado 1: stiramento del legamento senza rottura, lieve dolore e gonfiore.
Grado 2: rottura parziale del legamento, dolore più intenso, difficoltà a camminare.
Grado 3: rottura completa del legamento, instabilità articolare, gonfiore marcato.

Cosa fare dopo una distorsione?

1️⃣ Fase acuta (24-48h) Protezione, riposo funzionale, ghiaccio, compressione ed elevazione (protocollo POLICE).

2️⃣ Valutazione specialistica. Se il dolore è intenso e c’è instabilità, serve una visita dello specialista medico.

3️⃣ Riabilitazione. Mobilizzazione precoce, esercizi propriocettivi e rinforzo muscolare per prevenire recidive.

4️⃣ Ritorno allo sport. Solo quando la stabilità articolare è completamente ripristinata.

Prevenzione: la chiave per evitare ricadute

Se hai già subito una distorsione, sai quanto possa essere frustrante. Ecco come ridurre il rischio:

Rinforza i muscoli della caviglia. Esercizi di equilibrio e stabilizzazione.

Scarpe adeguate. Sostegno alla caviglia e buona ammortizzazione.

Taping o cavigliera. Utile per chi pratica sport a rischio (basket, calcio, trail running).

Conclusione

La distorsione della caviglia non è solo un piccolo fastidio! Se non trattata correttamente, può portare a instabilità cronica e aumentare il rischio di nuove lesioni. La prevenzione e la riabilitazione sono fondamentali per mantenere la caviglia forte e funzionale. 💪

E per i curiosi, un articolo molto dettagliato sulla biomeccanica della caviglia!

https://educarefisio.com/2016/09/22/la-biomeccanica-della-caviglia/

Un esercizio semplice (ma non sempre facile) con molteplici funzioni!
06/05/2025

Un esercizio semplice (ma non sempre facile) con molteplici funzioni!

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

14/03/2025

Il corpo è una catena cinetica interconnessa, e un’alterazione posturale o biomeccanica può avere origine sia dall’alto (anca) che dal basso (piede). Se una disfunzione dell’anca può generare compensi a livello del ginocchio e del piede, anche un problema di appoggio plantare può risalire e compromettere l’intero arto inferiore e la colonna vertebrale.

Quello che vedi in questa immagine è un esempio di instabilità dell’arto inferiore, dove la causa può essere sia discendente (da un’anca instabile) che ascendente (da un piede disfunzionale). Vediamo come questo si traduce in una catena di compensi biomeccanici.

IL PIEDE: LA BASE DELLA CATENA CINETICA

Il piede non è solo un punto d’appoggio, ma un sistema dinamico che assorbe e distribuisce le forze durante il movimento. Se questa funzione viene alterata, il corpo deve compensare a livello del ginocchio, dell’anca e della colonna vertebrale.

- Iperpronazione ed eversione del piede

Quando l’arco plantare collassa, il piede ruota verso l’interno, alterando la meccanica del retropiede e del mesopiede. Questo comporta un sovraccarico su tibiale posteriore, fascia plantare e legamenti del piede, aumentando il rischio di fascite plantare, sindrome del tunnel tarsale e tendinopatie del tibiale posteriore.

- Rotazione interna della tibia e del femore

Un piede iperpronato induce un movimento compensatorio a livello della tibia, che ruota internamente. Questo, a sua volta, porta il femore a ruotare internamente, causando uno stress anomalo sul ginocchio e una predisposizione a problematiche come la sindrome femoro-rotulea o la sindrome della bandelletta ileotibiale.

- Valgismo del ginocchio

Il ginocchio segue il collasso del piede e si sposta verso l’interno, creando un sovraccarico sul menisco mediale e sui legamenti collaterali. Con il tempo, questo può portare a dolore cronico e instabilità articolare.

- Alterazione della biomeccanica dell’anca e del bacino

Il femore ruotato internamente modifica la posizione del bacino, favorendo un tilt anteriore (iperlordosi) o una perdita di stabilità laterale. Il gluteo medio e minimo, responsabili dell’abduzione e della stabilizzazione del bacino, diventano meno efficienti, contribuendo alla cascata di compensi posturali.

- Compensazioni a livello lombare

Quando il bacino perde stabilità, la colonna lombare subisce un carico eccessivo, portando a tensioni muscolari, lombalgie e sindromi da sovraccarico articolare.

COSA ACCADE QUANDO L’ANCA PERDE STABILITÀ?

Dall’altro lato, se il problema nasce dall’anca (per debolezza dei glutei o alterata attivazione del core), gli effetti discendenti possono essere altrettanto impattanti.

- Rotazione interna del femore

Un deficit del gluteo medio e del gluteo minimo porta a una perdita di controllo laterale dell’anca, facendo ruotare internamente il femore. Questo influenza negativamente la biomeccanica del ginocchio e del piede.

- Valgismo dinamico del ginocchio

Il ginocchio collassa verso l’interno, creando un aumento dello stress sul comparto mediale (menisco, legamento collaterale mediale) e alterando la distribuzione del carico sulla rotula.

- Iperpronazione del piede

Un ginocchio instabile può trasmettere le sue alterazioni verso il basso, favorendo una pronazione compensatoria del piede. Ciò aumenta il rischio di tendinopatie, dolori plantari e instabilità della caviglia.

LE CONSEGUENZE DI QUESTA DISFUNZIONE?

Dolore alla regione lombare e sacrale, per compensazioni posturali del bacino e tensioni muscolari croniche.

Patologie femoro-rotulee come condropatia rotulea e sindrome della bandelletta ileotibiale, per malallineamento della rotula e stress eccessivo sui tessuti molli.

Dolore al ginocchio (menisco, legamenti, tendini) dovuto all’alterata biomeccanica dell’arto inferiore.

Tendiniti e borsiti dell’anca, in particolare del tensore della fascia lata e del gluteo medio.

Instabilità del piede e dolore plantare, con un aumento del rischio di fascite plantare, neuroma di Morton e tendinopatie tibiali.

COME CORREGGERE QUESTO SCHEMA DISFUNZIONALE?

- Potenziamento della muscolatura del piede e della caviglia

Per evitare l’iperpronazione e migliorare la stabilità plantare, esercizi come il toe yoga, il short foot exercise e il sollevamento del primo dito sono fondamentali.

- Rinforzo del gluteo medio e minimo

Esercizi come clam shells, hip abduction control e step-down eccentrico migliorano la capacità di controllo dell’anca.

- Lavoro sul controllo motorio del ginocchio

Attivare il quadricipite e migliorare il controllo del valgismo con single-leg squat e wall sit con banda elastica può ridurre lo stress articolare.

- Rieducazione della biomeccanica del cammino e della corsa

Nei soggetti sportivi o con alterazioni dell’appoggio, una valutazione della corsa e un’analisi del passo possono essere cruciali per correggere i compensi.

CONCLUSIONE: IL CORPO NON SI MUOVE A PEZZI!

Il corpo è un’unità funzionale interconnessa. Un problema che nasce dal piede può risalire fino all’anca e alla colonna vertebrale, così come un’instabilità dell’anca può compromettere il ginocchio e il piede.

Ecco perché trattare solo il sintomo non basta! Se hai dolore al ginocchio, non limitarti a guardare il ginocchio: indaga su tutta la catena cinetica per capire dove nasce il problema.

Hai mai notato squilibri simili nei tuoi pazienti o su te stesso? Scrivilo nei commenti! ⬇️

E per i curiosi, un articolo interessante che spiega le relazioni tra piede e colonna.

https://educarefisio.com/2025/02/11/ileopsoas-e-piede/

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07/03/2025

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Scrocchiarsi le ossa fa male? 🤔

Quante volte ti sei trovato a scrocchiare le dita, la schiena o il collo senza nemmeno pensarci? E magari, ti sei chiesto se questo gesto possa fare male o se sia soltanto una cattiva abitudine. Approfondiamo insieme il tema!

Cosa succede quando scrocchiamo le articolazioni?

Il suono che sentiamo quando scrocchiamo le dita o altre articolazioni è legato a un processo del tutto naturale. All’interno delle nostre articolazioni, il liquido sinoviale funge da lubrificante e contiene gas come azoto, ossigeno e anidride carbonica. Quando facciamo un movimento rapido o estendiamo un’articolazione oltre il normale, si crea uno spazio più ampio all’interno dell’articolazione, e il gas presente si accumula per formare una bolla. Questa, nel momento in cui collassa, produce il caratteristico “crack”!

Scrocchiare le articolazioni fa male?

In generale, la ricerca scientifica ci tranquillizza: non esistono prove che scrocchiare le articolazioni, se fatto saltuariamente, possa causare danni articolari o artrite. È diventato celebre l’esperimento del medico Donald Unger, che per 60 anni ha scrocchiato solo le dita della mano sinistra, lasciando in pace la destra. Dopo decenni, ha confrontato le due mani con una radiografia e ha scoperto che non c’erano differenze: nessun segno di artrite o danno articolare specifico nella mano “scrocchiata” rispetto all’altra.

Bene allora posso stare tranquillo!

In realtà non proprio.. Se il gesto diventa frequente e incontrollabile, potrebbe trasformarsi in una risposta automatica a situazioni di stress o ansia, come un tic nervoso. Per alcune persone, scrocchiare le dita rappresenta un modo per liberare tensione o ansia, quasi un rituale che aiuta a “scaricare” le emozioni. Col tempo, il cervello può consolidare questo comportamento come una risposta inconscia, rendendo difficile interromperlo.

I tic nervosi, infatti, sono gesti ripetitivi che si verificano spesso in modo involontario e possono aumentare in momenti di tensione. Anche scrocchiare le articolazioni può rientrare tra questi, diventando così un’abitudine difficile da controllare. Nonostante il sollievo temporaneo, questa ripetitività può creare tensioni nei tessuti circostanti, come muscoli e legamenti, portando a fastidi o rigidità muscolari.

Cosa fare se diventa un’abitudine difficile da gestire?

Se senti che scrocchiare le dita o altre articolazioni è diventato un gesto frequente e fastidioso, puoi provare alcune strategie per ridurlo:

1. Osserva i fattori scatenanti: identifica i momenti in cui scrocchi più spesso. È in risposta a situazioni di stress? Oppure quando sei annoiato o concentrato? Conoscere le cause aiuta a prendere consapevolezza del gesto.
2. Usa tecniche di rilassamento: pratiche come la respirazione profonda, la meditazione o esercizi di consapevolezza corporea possono aiutarti a rilassarti senza il bisogno di scrocchiare.
3. Sostituisci l’abitudine: prova a rimpiazzare il gesto con un’attività diversa, come stringere una pallina antistress o fare movimenti di allungamento con le mani, che ti permettano di alleviare la tensione senza sollecitare troppo le articolazioni.
4. Consulta un fisioterapista: se il bisogno di scrocchiare è associato a rigidità o fastidi muscolari, un fisioterapista può aiutarti a individuare squilibri posturali o tensioni muscolari alla base del problema, guidandoti verso esercizi mirati.

Quindi? In sintesi?

Scrocchiare le articolazioni non è dannoso se fatto con moderazione, ma è importante essere consapevoli dell’abitudine, specialmente se diventa ripetitiva e incontrollabile. In questi casi, lavorare sulla gestione dello stress e delle tensioni attraverso tecniche di rilassamento o il supporto di un fisioterapista può fare la differenza.

E tu? Sei tra quelli che non riescono a resistere? Raccontaci la tua esperienza nei commenti! 😆

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19/02/2025

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Giochi senza frontiere: speciale postura! 🎭🎪

Ecco il grande spettacolo della giornata: la tua colonna vertebrale in versione tiro alla fune! Da un lato, il team “Testa avanti & Co.”, che insiste nel voler stare sempre più vicino allo schermo del telefono. Dall’altro, il gruppo “Dritti e fieri”, che lotta disperatamente per riportarti a una postura decente.

🎤 Commentatore medico-sportivo:
“Oh attenzione, la squadra della cervicale è in difficoltà! La gravità spinge, le vertebre cedono, il disco intervertebrale urla vendetta! Chi vincerà? La biomeccanica o l’ostinazione?”

Spoiler: se continui a stare con il collo proteso in avanti, il vincitore sarà il dolore cronico. Ma non temere! Un po’ di consapevolezza posturale, esercizi mirati e una sana dose di autoironia possono ancora salvarti dal destino della tartaruga da scrivania.

📌 Moralone finale: se la tua postura sembra sempre in modalità “traino camion”, forse è il caso di dare una tregua ai tuoi muscoli. Chi si riconosce? 😆

Avete presente quel dolorino al collo che non vi molla? Avete mai pensato che potrebbe essere colpa (anche) degli smartp...
03/02/2025

Avete presente quel dolorino al collo che non vi molla? Avete mai pensato che potrebbe essere colpa (anche) degli smartphone?

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Text Neck: quando il collo si ribella allo smartphone! 📱

Benvenuti a un nuovo episodio di "Patologie Spiritose", dove affrontiamo i malanni… tra curiosità e leggerezza! Oggi parliamo di un problema moderno che colpisce chiunque ami il proprio smartphone un po’ troppo: il text neck! Se il tuo collo sembra gridare vendetta ogni volta che controlli i messaggi, è il momento di capire cosa sta succedendo. Scopriamo insieme questo curioso fenomeno tecnologico! 📴

Cos’è e dov’è?

Il text neck, o "collo da smartphone", è una condizione causata dall’inclinazione prolungata della testa per guardare dispositivi elettronici. Quando chini la testa per guardare il telefono, il peso percepito dal collo aumenta notevolmente, causando tensioni, dolore e, a volte, problemi posturali. In pratica, è il modo del tuo collo di dirti: "Guarda dritto ogni tanto!” 💡

Curiosità divertente

Sapevate che una testa umana pesa circa 5-6 kg? Ma quando inclini il collo di 60 gradi per controllare il telefono, il peso che il collo deve sostenere arriva a oltre 27 kg! È come portare un bimbo sulle spalle ogni volta che scrivete un messaggio. 🤯

Come si sviluppa?

Il text neck si sviluppa quando il collo resta inclinato per lunghi periodi, causando tensioni nei muscoli del collo e delle spalle. L’uso prolungato dello smartphone, tablet o laptop in posizioni scorrette crea un sovraccarico sulla colonna cervicale, portando a dolori, rigidità e, in casi gravi, problemi degenerativi. 🧠

Il text neck nella vita quotidiana

Se trascorri ore a scorrere i social media, guardare video o lavorare al computer senza fare pause, il text neck è dietro l’angolo. Anche leggere libri in posizioni sbagliate (tipo sul letto dove dormite) può contribuire al problema. In breve, tutto ciò che porta il collo a inclinarsi per troppo tempo è un potenziale rischio. 📖

Parole complicate, spiegate semplici

• Colonna cervicale: la parte alta della colonna vertebrale che sostiene la testa e permette il movimento del collo. 🦴

• Postura anteriore della testa: quando la testa si sporge in avanti rispetto alle spalle, causando un sovraccarico sul collo. 🎯

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia per il text neck include esercizi di mobilizzazione del collo, rafforzamento dei muscoli cervicali e scapolari, e tecniche di rilassamento muscolare. Correggere la postura è fondamentale: pensa sempre a mantenere le orecchie in linea con le spalle. Inoltre, imparare a sollevare lo smartphone all’altezza degli occhi può prevenire ulteriori problemi. 🧘

Curiosità scientifica

Sapevate che i giovani tra i 18 e i 29 anni passano in media 5 ore al giorno sullo smartphone? Non c’è da stupirsi che il text neck sia in aumento, soprattutto in questa fascia di età. 📊

Conclusione

Il text neck è il prezzo che paghiamo per essere sempre connessi, ma con un po’ di attenzione e qualche esercizio mirato possiamo prevenirlo e far felice il nostro collo.

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 👋

Buon Natale a tutti i miei fantastici pazienti! Ci rivediamo l'anno prossimo!
25/12/2024

Buon Natale a tutti i miei fantastici pazienti! Ci rivediamo l'anno prossimo!

Indirizzo

Vicolo Enrico Fermi, 5
Albignasego
35020

Orario di apertura

Lunedì 08:30 - 19:30
Martedì 08:30 - 19:30
Mercoledì 08:30 - 19:30
Giovedì 08:30 - 19:30
Venerdì 08:30 - 19:30

Telefono

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