23/10/2025
La teoria del "colesterolo cattivo" come principale causa dell'infarto del miocardio non regge di fronte alle evidenze cliniche e scientifiche. Un dato sorprendente: oltre il 70% dei soggetti colpiti da infarto del miocardio ha livelli di colesterolo nella norma o addirittura ritenuti "bassi".
La VERA CAUSA dell'infarto del miocardio non è da cercare nel semplice livello di colesterolo nel sangue, bensì in un INSIEME DI FATTORI LEGATI AL NOSTRO STILE DI VITA, in primis quello ALIMENTARE, che generano uno stato di INFIAMMAZIONE CRONICA SILENTE e STRESS OSSIDATIVO all'interno e all'esterno delle cellule. Questa condizione, che può svilupparsi nel corso di decenni, conduce a una progressiva disfunzione endoteliale: i vasi sanguigni perdono la capacità di autoregolarsi, si deteriorano e favoriscono l'accumulo di materiale lipidico, calcio e cellule infiammatorie, formando così la placca aterosclerotica, la cui rottura può condurre a infarto o ictus.
NON È IL COLESTEROLO IN SÉ A SCATENARE IL PROCESSO; piuttosto, è il danno endoteliale innescato e sostenuto da questi fattori a favorire l'insorgenza della malattia. Da qui l'osservazione che, anche con livelli di colesterolo rientrati in quella che viene definita "la norma", si possono andare incontro a eventi cardiovascolari gravi.
COSA ALIMENTA QUESTA INFIAMMAZIONE CRONICA E LO STRESS OSSIDATIVO? La risposta, nella maggior parte dei casi, va cercata nello stile di vita moderno segnato da un'alimentazione squilibrata verso il consumo di cibi iperinsulinogenici, come zuccheri (carboidrati) semplici e amidacei, cibi industriali (o ultra-processati), bevande dolcificate: tutti alimenti ricchissimi di glucosio e/o fruttosio. A questi si aggiunge l'ipernutrizione, la sedentarietà e lo stress cronico, che logorano progressivamente il nostro equilibrio biologico.
Questi elementi, combinati tra loro, danno luogo ad un circolo vizioso in cui il sistema immunitario si trova costantemente in uno stato di allerta iperinfiammatorio che, progressivamente, sfianca i vasi sanguigni, gli organi e i tessuti del nostro organismo. È una condizione che richiede anni, spesso decenni, per manifestarsi in modo conclamato; ma prima o poi questo inesorabilmente accade.
È sbagliato, quindi, concentrarsi esclusivamente su un numero, il famigerato valore di 200 mg/dL di colesterolo totale, semplificando una realtà che, invece, è incredibilmente più complessa.