03/06/2022
Con la recente nomina della Consulta, il Parco Regionale di Porto Conte ha perso l'ennesima occasione di riavvicinarsi ai cittadini e dare voce alla comunitá locale. È una Consulta che nasce fuori tempo massimo (dopo ben 23 anni dall'istituzione del Parco), nasce non democratica e nasce incompleta. Incompleta perché prima di procedere alle nomine sarebbe stato opportuno e necessario aggiornare lo Statuto e aggiungere almeno 2/3 rappresentanti delle categorie che operano in mare (pescatori professionisti, associazioni subacquee e diportistiche). Questo perché il Parco ha oggi la responsabilitá della gestione anche della parte marina (amp). Responsabilità che non aveva nel 1999 quando il Parco venne istituito e redatto lo Statuto.
Non democratica perché, nel rispetto dello Statuto del Parco, i membri eletti devono afferire strettamente alle organizzazioni previste, uno per organizzazione, dopo essere stati proposti dalle organizzazioni stesse. Nel caso delle associazioni ambientaliste, o ecologiste, riconosciute (Wwf, Legambiente, Lipu,...), da molti anni avevamo scelto un nostro rappresentante come membro della Consulta. Ma il meccanismo di elezione adottato dal Parco, molto discutibile e probabilmente invalidabile, ha impedito che venisse confermato il candidato liberamente proposto dalle associazioni ambientaliste. Cosa del tutto antidemocratica. E ricordo che sono queste stesse associazioni "storiche" che a suo tempo vollero fortemente la nascita del Parco. Ma, come sta avvenendo da diverso tempo, nella gestione del Parco si vedono solo basse logiche di piccola politica locale, ben poco trasparenti e democratiche. Logiche tristi, da cui Legambiente si dissocia completamente.