Nel nostro Paese circa il 10% delle vittime di un trauma cranico riporta un danno cerebrale grave o gravissimo. Ma il dato forse ancora più allarmante è che un numero crescente di queste persone hanno meno di 30 anni di età. Come testimoniano ogni anno le statistiche nel nostro Paese, un trauma cranico può costare la vita. Anche quando l’esito dell’incidente non è fatale, una lesione cerebrale può
provocare deficit psicomotori che cambiano radicalmente il corpo e il modo di pensare di una persona. Le conseguenze di questi cambiamenti possono non solo comportare la perdita del proprio lavoro e della capacità di partecipare alla vita sociale, ma possono anche significare la privazione dei propri diritti e della dignità personale. Il coma, i lunghi periodi di riabilitazione in ospedale e in fase post-acuta, le problematiche sanitarie, lo stravolgimento dell’intera rete famigliare, i diritti all’assistenza, le leggi regionali e nazionali a tutela delle persone con disabilità, i programmi di assistenza alla persona e ai suoi famigliari o caregiver, le iniziative di inclusione sociale, il ritorno alla guida, la riqualificazione professionale, le campagne di prevenzione e di sicurezza stradale nelle scuole: questi e molti altri sono i temi portanti che ci impegnano ogni giorno.