
13/08/2025
QUEL POSTO CHE CHIAMI CASA
“Quel posto che chiami casa” di Enrico Galiano (Garzanti Libri) è un romanzo che va in due direzioni. Da una parte racconta una storia di adolescenza che ha molte caratteristiche in comune con quella dei propri lettori. Crescere implica per tutti imparare a capire come si guarda il mondo e chi lo abita, cercare un amico che diventi parte della nostra vita e della nostra storia, vincere la tentazione di mollare tutto pensando di non farcela, dare ascolto alla propria voce interiore che non smette mai di tenerci agganciati a quei significati che lei sembra conoscere meglio di te, comprendere la storia da cui provieni per riuscire a scrivere la storia verso cui ti muovi. Ma l’altra direzione che il libro fa percorrere al suo lettore è inusuale e importantissima: perché lo mette a confronto con la fragilità psichica, con il tema della salute mentale che oggi ha una rilevanza clinica e sociale di enorme portata. Galiano esplora questo tema grazie a Vera, l’adolescente protagonista, che appartiene ad una storia familiare di grande fragilità, in questo ambito, fino a rischiare essa stessa di perdere il contatto con il principio di realtà. Un giorno Vera entra concretamente in contatto con il mondo dei soggetti portatori di fragilità psichica, si confronta con essi, ne diventa spettatrice, compagna, sostegno. La frequentazione come volontaria di un luogo che li accoglie e li cura è per lei un’azione rivoluzionaria. I suoi genitori hanno, infatti, sempre cercato di proteggerla da qualsiasi contatto con la sofferenza mentale, perché un segreto di famiglia - mai davvero elaborato - li ha tenuti in ostaggio nel territorio della paura. E quando temi qualcosa, hai due sole possibilità: o impari ad affrontarlo oppure puoi solo evitarlo. Vera sfugge alla logica rinunciataria di chi evita qualcosa che non può essere rimosso o taciuto nel nulla. La vita a volte ci obbliga a confrontarci con un dolore che non scegli, ma “accade” e che chiede di essere guardato negli occhi. Disorientati e confusi, i genitori di Vera non hanno saputo fare questa operazione di affrontamento e attraversamento sano del dolore, diventandone, quasi inconsapevolmente, prigionieri involontari. Il romanzo di Enrico Galiano è intenso, profondo, commovente. Espone il proprio lettore a temi complessi, faticosi e dolorosi e, oggi più che mai, ha un valore terapeutico. In una società che ci obbliga alla felicità a tutti i costi, dalle pagine di Galiano esonda invece un disagio che chiede di essere accolto, analizzato e compreso. Scritto con la consueta capacità di prendere il lettore per mano e farlo diventare parte della storia che sta leggendo, Enrico Galiano racconta una vicenda che, per chi lo conosce bene, sa essergli urgente e necessaria. Il suo talento narrativo trasforma la sua urgenza personale in un tema universale.